lunedì 1 dicembre 2008

Le Speranze di Poznàn


Dal 2 al 12 dicembre inizia a Poznàn in Polonia la Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici. Tante speranze confluiscono in questo appuntamento considerato che mai come ora le nostre economie ed i nostri stili di vita stanno immettendo quantitativi così massicci di CO2. Dal 2000 al 2006, secondo il rapporto ONU, le emissioni di CO2 sono aumentate del 2.3%: alla faccia del protocollo di Kyoto. E allora complimenti ai tedeschi che hanno diminuito le loro emissioni del 18.2% (ottima per esempio la campagna sul fotovoltaico), ai britannici (-15.1%) ed ai francesi (-3.5%).

Un colossale booo allora agli USA (+14.4%), alla Finlandia (+13.2%), alla Norvegia (+7.7%) e soprattutto all'Italia (+9.9%).

Le speranze che si possa fare qualcosa di concreto a Poznàn credo che si possano legare al nuovo presidente USA che potrebbe veramente concretizzare il suo motto "Change, We Can" in questo campo ed abbandonare la disastrosa strategia finora adottata dalla precedente amministrazione. L'ulteriore speranza è che altri Governi possano seguire il suo (auspcabile) esempio.

Per quanto concerne l'Italia, non credo che ci si possa illudere più di tanto: le tematiche ambientali non sono una priorità nè per il governo, nè per tanti nostri concittadini. La decrescita può rappresentare un'opportunità sia per una contrazione delle emissioni di CO2, a causa della riduzione delle produzioni e dei consumi, sia per l'individuazione di opportunità produttive legate alla "sostenibilità". In Italia, al contrario, invece di approfittare della congiuntura e riconvertire la nostra base produttiva verso produzioni "verdi" ed essere pronti ad essere più competitivi nel prossimo futuro, invece di ridurre i consumi inutili e legati ai trasporti e alla grande movimentazione di merci e privilegiare le produzioni locali, si sente dire che è necessario allentare i vincoli ambientali per sostenere le imprese e le loro produzioni: allo stesso modo si invita i cittadini a consumare di più!! L'economia deve prevalere sull'ambiente e sul futuro delle prossime generazioni.
Fortunatamente (si fa per dire) il ridotto potere di acquisto di tante famiglie italiane dovrebbe spingere molti consumi verso forme "sagge" di spesa.

Rimango sempre dell'idea, che, vista la miopia e l'incompetenza della nostra classe politica, spetta a noi cittadini senza potere, con le nostre scelte quotidiane, tutelare il nostro futuro e la qualità della nostra vita.

Non facciamo decidere della nostra salute a qualcuno che passa gran parte del suo tempo nel suo "buen retiro" di lusso...

Non aspettiamo che gli altri facciano qualcosa al posto nostro: anzi diamo una bella lezione di saggezza, etica e lungimiranza a tutti quelli che questi valori non sembrano conoscerli...

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