venerdì 29 aprile 2011

Guardo la TV e penso...

Ieri sera, rientrato abbastanza tardi, sono crollato sul divano e ho visto in TV la seconda parte del programma di Michele Santoro: ho seguito gli interventi degli ospiti politici, le dichiarazioni di Beppe Grillo, le proteste degli ambientalisti in materia di nucleare, le discussioni sui referendum e sugli escamotages per aggirare i referendum...

Non sto qui ad annoiare alcuno su quello che mi è frullato per la testa guardando questo programma. Giusto per lasciare traccia di questa serata di meditazione socio-politica, metto in rete questo paio di riflessioni.

A) In primo luogo, le critiche di Grillo contro l'intera classe politica, dirigente ed amministrativa nazionale sono difficilmente contestabili tanto è vero che nessuno dei presenti (e sottolineo nessuno) è stato in grado di ribattere alcunchè. Dire che Grillo faccia anti-politica è ridicolo perchè l'anti-politica di fatto la fanno i parlamentari tutti selezionati accuratamente dalle segreterie politiche in base alla loro (in)capacità, fedeltà, pacchetto-voti a disposizione. L'anti-politica quindi la fanno i politici e non la società civile che è "affamata" di politica. C'è da dire magari che la cosiddetta società civile si è ridotta ai minimi di guardia perchè la maggior parte degli italiani ha deliberatamente scelto di smettere di pensare e limitarsi al ruolo di spettatore-consumatore-utente: la patologia di "mentalmente inabile" in Italia ha ormai assunto livelli spaventosi.

La mia personale riflessione, ascoltando Grillo e subendo la mediocrità degli esponenti politici presenti, è che questi stessi politici così mediocri e intellettualmente modesti sono stati capaci, con un paziente lavoro durato decenni, di convincerci un po' tutti della loro indispensabilità. E' evidente che l'uomo politico è indispensabile per la gestione della cosa pubblica, ma la furbata di questi signori è consistita nel farci credere che il loro tipo di essere politici sia indispensabile: e per "tipo" intendo dire colui che dispensa favori, che tesse trame e ragnatele di affari e di amicizie, che ha i contatti che contano, che sa fare bene i maneggi e gli intrighi. In tal modo abbiamo finito per pensare che l'unico modo per vivere e gestire la cosa pubblica in Italia sia per mezzo degli intrighi, degli inganni, della corruzione e delle truffe e che per far questo servano necessariamente dei politici smaliziati all'uopo formati come quelli che abbiamo. Per questo chi vorrebbe fare politica in modo diverso è tenuto fuori perchè fondamentalmente "non ha capito come funzionano certe cose...."

Io invece dico che non è così: la vera rivoluzione in Italia potrebbe proprio consistere nell'interrompere e distruggere il meccanismo che rende necessaria questa politica e questi politici e, in questo modo, interrompere la domanda oggi fortissima che assicura a questi politici da strapazzo il loro potere. In una società "decente", che ha deciso - paradossalmente in modo rivoluzionario - di tornare ad essere decente, questi politici non hanno alcun senso. Ma se non inceppiamo questo meccanismo, non se ne verrà mai fuori: passsato un Berlusconi, ne arriverà un altro, forse anche peggiore del precedente. e lo stesso vale per tutte le forze politiche ed i loro modestissimi rappresentanti. Avremo sempre delle personalità mediocri ed utili solo a far funzionare l'ingranaggio del "sistema". Dobbiamo cominciare a sviluppare una coscienza e una consapevolezza sul fatto che fondamentalmente questo tipo di gente non ci serve e possiamo farne a meno. Dopo decenni in cui ci hanno fatto credere che siamo dei paralitici, dobbiamo liberarci della carrozzina su cui ci hanno inchiodato e riprendere a camminare con le nostre gambe. All'inizio fa paura e si rischia pure di cadere, ma possiamo e dobbiamo imparare.

Magari molti miei connazionali penseranno che sono un illuso e che campo di sogni ed utopie. Quanta gente conosco che, pur affermando il contrario, sono sempre pronti a chinare la schiena al potente di turno, sono pronti a battere le mani e applaudire il primo feudatario che passa, a sgomitare per essere accolti alla mensa di Trimalcione, a cercare le scorciatoie, ad ingannare sè stessi e gli altri, a devastare boschi e colline e a tenere come una moquette i loro pratini all'inglese! Conosco centinaia di rivoluzionari indignati a parole (contro la corruzione, la Chiesa Cattolica, l'edonismo ed il consumismo più sfrenato), ma quando si tratta dei cavoli propri non guardano più in faccia a nessuno: non ci sono rapporti di lealtà, famiglia o parenti, amici che tengano. Conta solo la convenienza del momento. Domani, chissenefrega: nella finzione generale chi vuoi che ci faccia caso?

B) Un'ultima considerazione sul nucleare visto che nella trasmissione di Santoro se ne è parlato molto. Ancora non voglio approfondire l'argomento, ma, al di là delle varie considerazioni tecniche, vorrei far notare che nessun politico ha MAI e ripeto MAI dato la sua disponibilità per esempio a vivere vicino ad una centrale nucleare o ad un centro di stoccaggio delle scorie. I siti interessano sempre la cosiddetta "gente comune" che non può difendersi: siamo noi che dobbiamo farci carico delle conseguenze delle scelte, spesso scellerate e dolose, di una classe politica incompetente e collusa. Chi pensa al nucleare rifletta su questo e su chi, tra gli altri costi, dovrà subire le conseguenze dell'allocazione di una centrale nucleare.

Noi non possiamo fuggire, non possiamo ritirarci in un buen retiro, su uno yacht, in una villa in collina o all'estero: loro decidono di costruire centrali nucleari e discariche a casa tua, ti chiedono di fare sacrifici, ma loro non ne fanno nè ora nè mai.

Tornerò comunque sulla questione nucleare: al momento posso solo dire banalmente che invece di perdere tanto tempo e risorse per produrre sempre più energia, sarebbe forse più opportuno concentrare altrettante risorse e tempo a trovare il modo di usarne in misura ridotta. L'obiettivo dovrebbe essere una società non solo efficiente da un punto di vista energetico, ma anche meno dipendente dall'energia. Più ne produciamo, più ne usiamo spesso in modo inutile e sciocco... siamo tutti noi che decidiamo cosa sia e quale sia il livello di fabbisogno energetico e, come la storia di milioni di uomini del passato ci può illustrare, molti dei nostri bisogni energetici sono solamente indotti e se ne potrebbe fare benissimo a meno.

Più energia, più consumi. E' un circolo vizioso che deve essere spezzato. Dove ci condurrà questa ingordigia energetica? Quando le centrali nucleari non saranno più sufficienti per far fronte al fabbisogno energetico, cosa altro dovremo spremere dopo gli atomi? Le anime dei morti?


martedì 26 aprile 2011

Avrei dovuto...

In questi giorni ci sono state un sacco di questioni e notizie da commentare e da valutare. Invece ho completamente staccato la spina: l'immigrazione, la faccenda della Libia, il nucleare e la privatizzazione dell'acqua, l'Earth Day...

Avrei dovuto fermarmi a riflettere e a considerare queste cose: invece no... Pausa. Questo non vuol dire che non mi importa niente, ma bisogna riprendere fiato ogni tanto. Anche perchè questa lotta donchisciottesca contro tutto e contro tutti alle lunghe stanca.

Anche perchè mi è bastato passare una mezzoretta nella sala di attesa del dentista e sentire i discorsi delle persone presenti per farmi cadere le braccia per terra: e non avevo più la forza di riprendere le mie braccia da terra. Sono discorsi allucinanti che ho già sentito mille volte, ma quel pomeriggio è stata come la goccia che fa traboccare il classico vaso.

Basta così. A che pro fare tutto questo casino? Per questa gente la cui unica preoccupazione è il tipo di tatuaggio da stamparsi sulle chiappe in previsione della prossima estate? Stiamo parlando di 40-50enni che fanno a gara con gli adolescenti a chi è più immaturo...

A furia di strillare ti viene meno la voce.

In questo sfortunatissimo paese siamo alla mercè del primo che passa. E tutto questo lo conferma. E allora bisogna rimettersi in forze soprattutto da un punto di vista mentale per continuare questa lotta apparentemente senza speranza...

martedì 19 aprile 2011

Tests of Civil War in Italy...

It's time to speak clearly. The recent unlucky declarations by relevant political leaders in Italy against some important institutional powers (which have been supported by some real "sunstrokes" by his devote and zealous followers) have to be considered as worrying signs.

These worries derive by the fact that probably the main aim of this strategy is not only to weaken the consitutional bases of this Republic, its fragile democracy and its ethical principles. Maybe there is something more and more serious. Perhaps the scope is to push the whole italian society towards the complete chaos, depriving this country of its referring points, cleaning out its institutions, its public functions and roles, humiliating any idea of public ethics and politics, with the privatization of ethics and cancelling the public education and research systems as "Indian reserves" of independent thoughts.

There is something foolish in this: but just a few people can realize it in Italy today.

The posters apperared in Milan in which the judges as been associated to the Red Brigades are an insult to the entire italian society.

Italian society seems divided into two distinct parts: on the one side there are those sectors which have received huge benefits from all this. They have taken great advantage by this degradation being actually just "employees" and salary earned, They are not only fiscal evasors, but also moral evasors. This is that Italy unable to think autonomously and which is based only on cheats and bribes. This kind of people meausers anything through money and prices: there's no dignity, no respect, no rules. Omnia Licet.

There is, on the other side, also a kind of Italy which has nothing in common with all this: it hasn't a price, it cannot be bought or sold, it's not an "escort". and it's not a problem of political parties: it's a problem of ethics, right or wrong, good and evil. Everyone today, not only during elections, in its everyday life and choices has to make an option deciding where to stay: good or evil?

There's no intermediate decisions, no grey areas, no "maybe..." or "but...". Good or Evil. That's all folks.

In Italy we are shifting towards some peculiar expressions of a civil war not longer fought in conventional and traditional ways: it's an underlying civil war actually rather unknown and about which we don't know its manifestations and impacts as well.

I can't understand the reasons for this. Maybe it could be the effect of the very old-aged political class ruling Italy today: these are the effects of a political Alzheimer. Unfortunately, a greater part of italian society seem unable to understand that all this is not a TV show, a reality show, a fiction or commercials. It's something rather serious and dramatic and we must be prepared to defend our dignity, liberty and integrity with all the means and ways.

Prove tecniche di guerra civile...

Diciamoci le cose in modo chiaro. Le recenti sventurate e disgraziate boutades di eminenti esponenti delle istituzioni dello Stato contro altri poteri dello Stato seguite da veri e propri colpi di testa da parte di alcuni zelantissimi seguaci del suddetto eminente esponente politico sono decisamente preoccupanti.

La preoccupazione deriva dal fatto che sembra che dietro tutto questo non ci sia più, o solamente, l'intento di minare i fondamenti costituzionali di questa repubblica nè tantomeno di spingere alla deriva più totale quello che resta di una democrazia fragile e di un'etica pubblica alla rovina più completa. "L'inaspirmento dei toni", come si dice oggi, sembra diretto a qualche cosa di decisamente più grave ovvero portare l'intera società italiana verso il caos totale, privandola di tutti i suoi punti di riferimento, snaturare completamente le istituzioni, le funzioni e i ruoli pubblici, immiserire fino alle fondamenta i principi della politica intesa come impegno verso la collettività, "privatizzare" la morale, umiliare la scuola e la ricerca scientifica pubblica in quanto uniche "riserve indiane" del pensiero indipendente.

I manifesti apparsi a Milano sono prima di tutto uno schiaffo all'intera società tutelata dall'integrità dell'ordine giudiziario: sono inoltre un'offesa all'intelligenza e alla dignità di tutti noi. Ancor più offensive sono le dichiarazioni deliranti dell'autore di questo capolavoro di idiozia: non si vuole ritirare e minaccia di vuotare il sacco. Quale sacco? Cosa nasconde questo individuo? Che razza di fognatura si nasconde dietro tutto questo?

La società italiana è ormai spaccata in due in modo insanabile ed incomunicabile: da una parte ci sono quelle componenti e settori della società che hanno beneficiato e beneficiano tuttora a piene mani di questo degradare continuo e che di fatto sono "stipendiati" e sussidiati dalla politica umiliante. Non ci sono solo gli evasori fiscali, ma anche gli evasori "morali": è l'Italia atavicamente incapace di pensare con la propria testa, incline al servilismo come forma di sopravvivenza, che fa della furbizia sistematica un vero e proprio stile di vita. Questa Italia ha un prezzo e valuta tutto secondo la misura del denaro: non c'è dignità, non c'è rispetto, non ci sono regole. Omnia Licet.

In fondo quando le ragazze venivano fatte spogliare e ballare nei festini del bunga-bunga di fatto si trattava di una metafora della prostituzione complessiva di questa Italia: non erano delle cene, ma delle vere e proprie liturgie metaforiche di questo asservimento umiliante al potere indecente.

C'è poi un'Italia che non ha nulla a che vedere con tutto questo: non ha un prezzo, non si compra e non si vende, non si prostituisce per un cornetto e pochi spiccioli, non è claque di nessuno. E non si tratta di essere di destra o di sinistra: qui ormai è una questione morale ovvero di bene o di male. Ognuno di noi, non solo nel momento "elettorale", ma nella sua quotidianità e nelle sue scelte di tutti i giorni, deve decidere da che parte stare: se dalla parte del bene o da quella del male.

E non ci sono più mezzi termini: non ci sono più aree grigie, del "forse" o dei "ma...". O da una parte o dall'altra. Stop.

Insomma stiamo degradando verso forme di una guerra civile non più combattuta secondo le modalità convenzionali e tradizionali: è una guerra civile strisciante, isterica che non conosciamo e di cui parimenti non conosciamo le manifestazioni e le conseguenze.

Il perchè di tutto questo mi è francamente ignoto. Non è da sottovalutare forse l'effetto dell'età avanzata di chi sta mettendo in piedi questo psico-dramma ed in generale di tutta la classe politica italiana: l'Alzheimer politico rende incapaci di controllare le cose e di opporsi validamente a tutto questo. Stanno giocando con le vite di tutti noi come se fossimo dei burattini: e noi glielo permettiamo impunemente.

Purtroppo la società italiana, almeno per una fetta consistente, sembra non comprendere che non si tratta di uno show televisivo, un reality o di una fiction anche se il linguaggio e il basso profilo dell'umanità coinvolta potrebbero far pensare al contrario. La cosa è estremamente reale e seria: ognuno di noi deve cominciare a decidere da che parte stare e prepararsi a difendere con le unghie e con i denti la propria dignità, integrità e libertà.

giovedì 14 aprile 2011

La demagogia genera mostri


Mentre l'emergenza immigrazione rimane di fatto irrisolta, mentre l'emergenza "lavoro" rimane irrisolta, mentre l'emergenza precariato rimane irrisolta, mentre la ricerca, la scuola pubblica, l'università e la cultura rimangono senza fondi, mentre la giustizia e la sicurezza rimangono senza risorse e mezzi, la politica italiana si concentra esclusivamente su una sola priorità: il cosiddetto processo breve.

Come commento a questa situazione mostruosa e paradossale, lascio spazio a questo articolo apparso su MicroMega.

Mi chiedo sempre se questi deputati, ministri e senatori così zelanti ed ossequiosi in questi giorni percepiscono la grande respensabilità che si sono assunti davanti ai cittadini, se un domani (finita questa epoca triste e grama) avranno il coraggio di essere coerenti con le scelte e le decisioni assunte in questi anni, oppure se, davanti al giudizio della storia, finiranno con il dire "io in realtà non c'entro niente". "io non volevo: ho solo obbedito agli ordini". Sono scene che purtroppo abbiamo già visto in passato e, sono sicuro, rivedremo quando il cambiamento finalmente si farà strada n questo sfortunatissimo lembo di terra.

lunedì 11 aprile 2011

Sad Europe

In these days the idea tha Europe is only a cynical idea is very common in Italy. The fact that no european country is disposed to help Italy in co-sharing the implications of the "immigration emergency" from North Africa is likely to confirm this idea. Actually, this is nothing new. So many times it has been stated that Europe as we know it is only an European Union for banks, managers, financial institutions, businessmen. That's all. Too often Europe is materialized only in an ossified bureaucracy, a strong Commission and a weak Parliament. Too often many divergences have emerged: there's no common foreign policy, no common defence policy, no common reserch, education and university policy.

Nonetheless I believe that all this can explain only partly the entire problem and the causes of the "iced reaction" from Europe towards the italian call for support. I wonder if the european denial can result also from the inconsistency of the foreign policy pursued by the italian government so far. In addition the sole foreign policies pursued by Italy in these years have been supported only by personal contacts of the italian prime minister.

A "personal" foreign policy, without any strategy and direction, can hardly produce sound results. Moreover, this personal policy has been based only on "sympathy" and opportunism: sympathy for Putin, Lukashenka, Ghadafi, W. Bush, etc.

A "sympathy" policy implies the other side of the coin: "antipathy". Several times the italian prime minister has shown a real antipathy for some european leaders such as Angela Merckel who was subjected to many slights and insults. And at the end, antipathy becomes a reciprocal feeling and finally one pays for this...

Unfortunately, there is an additional factor. Everyone has travelled abroad in these years or has contacts at international levels perfectly knows that italian prestige abroad has touched the lowest level possible as never before. Abroad the personal affaires of the italian prime minister, and the thousands of italians supporting him, have generated an image of Italy made of clowns, charlatans, sex addicts, dodgers, rascals, ecc... The worst clichès about Italy have exacerbated. It's very difficult to keep the distance from this and trying to show that not all the italians are the same. There's something else in Italy but this is a very difficult task with these politicians and their entourage of crawlers.

Well I think that all these things, put together, can have an influence. I think that Europe can't stand us no longer and, at least in these weeks, Europe is doing its best to show it.

It is urgently necessary a little bit of dignity to change and gain esteem at home and abroad.

Triste Europa

Si sta diffondendo sempre di più in Italia l'idea che l'Europa sia solo un'idea cinica e nient'altro. Il fatto che nessun Paese europeo intenda condividere con l'Italia l'emergenza immigrazione dal nord Africa sembra avallare questa idea. In effetti non è che sia una grandissima novità: si è più volte sostenuto che l'Europa cui così tante volte abbiamo fatto riferimento non sia altro che l'Europa dei banchieri, degli affaristi, dei finanzieri, dei manager. Il più delle volte l'Europa si materializza in una ossificata burocrazia, con una potente Commissione ed un debole Parlamento. Tante volte sono emerse divergenze: manca una politica estera comune, una difesa comune, una scuola-università-ricerca comune.

Però tutto questo credo che sia solo una parte della spiegazione del gelo europeo di fronte alle richieste italiane di solidarietà ed aiuto di fronte all'emergenza immigrazione. Mi viene infatti da pensare che il rifiuto europeo possa essere anche il risultato di una poco consistente politica estera finora portata avanti da questo governo. Oltretutto quella poca politica estera che è stata condotta finora è stata fatta confidando solo ed esclusivamente su azioni personali del presidente del consiglio.

Una politica estera "personalistica", priva di una strategia, non può produrre risultati durevoli. Oltretutto questo personalismo è stato fondato sulla "simpatia" e sull'opportunismo: simpatia per Putin, Lukashenko, Gheddafi, W. Bush, ecc...

La politica della simpatia però ha anche un rovescio: quello dell'antipatia. Tante volte il presidente del consiglio non ha nascosto la sua antipatia per alcuni leader europei come ad esempio Angela Merckel che è stata vittima dei suoi sgarbi ed atti del tutto poco consoni alla carica da lui ricoperta. E alla fine l'antipatia diventa reciproca e si paga.

C'è purtroppo un ulteriore fattore. Chiunque abbia viaggiato all'estero in questi ultimi anni oppure abbia dei contatti a livello internazionale sa benissimo che mai come in questo periodo il prestigio dell'Italia all'estero abbia toccato un livello bassissimo che più basso non si può. All'estero le vicende personali del presidente del consiglio, e le centinaia di nostri connazionali plaudenti e consenzienti, ci sono costate un'immagine di un Paese di buffoni, ciarlatani, erotomani, imbroglioni, mascalzoni, ecc... ecc... Tutti i peggiori luoghi comuni sull'Italia e sugli Italiani sono stati esasperati. Difficile in queste condizioni prendere le distanze e dimostrare che non siamo tutti così: non tutti hanno l'amichetta russa di 18 anni, l'abbronzatura perenne, un palmares di evasione fiscale da paura, i capelli tinti, l'occhialone da mosca, il mega SUV, debiti e imbrogli. C'è anche dell'altro in Italia, ma con questa classe politica ed il suo seguito di ruffiani è difficile dimostrarlo.

Insomma credo che alla fine tutte queste cose messe insieme un certo peso ce lo hanno, eccome. Diciamo che l'Europa non ci sopporta più e, almeno in queste settimane, non fa nulla per nasconderlo.

Ci vorrebbe un po' più di dignità per voltare pagina e riguadagnare un po' di stima in casa e fuori.

venerdì 8 aprile 2011

Il futuro in piazza

Sabato 9 aprile i precari e gli studenti italiani si mobiliteranno per far sentire la loro voce. E' l'Italia più distante possibile e diametralmente opposta a quella trimalcionesca che dilaga in TV e nella politica ufficiale.
E' l'Italia che non ha più nulla da perdere: è l'Italia di cui di certo non ci si può vergognare all'estero.

E' l'Italia che non racconta barzellette sconce, che non ha la pappagorgia, che non pratica il bunga-bunga, che non frequenta i locali alla moda, che non vive perennemente con il bicchiere in mano nell'happy hour, che non ha il SUV parcheggiato il tripla fila, che non si fa la lampada, che non va a Porto Cervo, che non possiede escort (salvo che non sia una vettura di decima mano), che non ha il bi-tri-quadri-penta-esa alberi.

Mentre la politica è tutta indaffarata in altre faccende, l'Italia delle speranze frustrate e dei domani distrutti si mobilita.

Link utili:
Il nostro tempo è adesso
Precari in piazza: tre buone ragioni per esserci

mercoledì 6 aprile 2011

Le belle parole del Maestro Piovani

E' un periodo macabro questo. Non si riesce più a capire se i politici italiani sono dei completi deficienti o persone in perenne malafede. Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni rende difficile lo scioglimento di questo enigma. Bisogna, a questo punto, sperare fortemente nella malafede perchè altrimenti siamo veramente fritti.

Ho letto le parole del Maestro Nicola Piovani in questo articolo apparso su MicroMega che non possono non condividere.

Mi sembra sempre più difficile comprendere la ragioni per cui una così larga fetta della società italiana preferisca masochisticamente acconsentire che tutto questo possa perpetrarsi tranquillamente. Solo un'atavica furbizia, senso innato per la complicità e servilismo nel potente di turno, l'incapacità di assumersi autonomamente delle responsabilità, il sogno di farla sempre franca e gabbare regolarmente il prossimo, l'incapacità di vedere il futuro possono spiegare una simile assurda situazione.

A fare da contraltare alle belle parole di un grande maestro della musica, ci sono queste parole che non sono nemmeno in grado di riferire: riporto pertanto questo altro articolo. Non sono necessari commenti...


martedì 5 aprile 2011

Facciamoci del male

Mentre dobbiamo assistere alla incapacità della politica nostrana di gestire l'emergenza immigrazione, mentre dobbiamo parimenti assistere al commercio di deputati e senatori, al tentativo della politica di porsi in ogni modo al di sopra delle legge e dei cittadini, alla non volontà di TUTTI i partiti politici di mettere mano ad una riforma seria della legge elettorale, mentre sempre più giovani rimangono senza lavoro e senza la possibilità di pensare ad un lavoro, ecco che trovo questa interessante nota tratta da LaVoce.info.

Ecco dove sarebbero i denari per la scuola, la ricerca, la cultura. Ma questi soldi non si toccano. Chissà perchè. Non ho mai sentito di un solo partito politico che, con i soldi dei propri parlamentari, decida di creare, che so, un fondo, una fondazione, una qualsiasi cosa, per reimpiegare queste risorse verso la società ed il bene comune. Mai. Solo chiacchiere e buoni propositi. Sono capaci di spendere un fiume di euro per le loro convention, per inutili tavole rotonde, pubblicazioni, seminari politici e giornate di studio: e dovreste vedere i buffet! Quando si tratta di "magnà" c'è l'apoteosi dello spreco e non si bada a spese.

Esiste un gigantesco business intorno alla politica italiana: consulenze, forniture, affitti, organizzazione eventi e manifestazioni, tramezzini e torte rustiche, e chi più ne ha più ne metta.

Ma sì! Facciamoci del male! E mi raccomando: ogni volta che possiamo, in qualsiasi occasione (elettorale e non), scegliamo sempre i peggiori. E poi rimpinziamoli pure di quattrini...