lunedì 16 dicembre 2013

Orgogliosi di essere ignoranti

Cito il seguente aneddoto giusto per dare un segno dei tempi in cui viviamo.

L'altra sera mi trovavo a cena con degli amici: età media piuttosto altina, altrettanto per i redditi medi. Insomma si trattava di una tavolata fra persone tutto sommato benestanti (alcuni più di altri per la verità): le cosiddette persone "per bene".

Non so come è venuta fuori la questione, ma ad un certo punto si discuteva del panorama culturale contemporaneo. Personalmente affermavo che rispetto al Novecento, il nuovo secolo ancora non aveva prodotto qualcosa di realmente originale e caratteristico di questo nuovo secolo: in tutte le arti ancora si vive "di rendita" su quanto ha prodotto il novecento. Raccontavo inoltre che, quando vado in libreria, alla fin fine mi ritrovo a acquistare e poi leggere dei classici del passato: Joyce, Prust, i grandi scrittori russi e francesi, Kafka, Pessoa... Per non parlare poi degli scrittori italiani: in questo, affermavo, mi sembra che ci sia un certo deserto creativo.

Lo stesso mi sembra che accada per la musica o per le arti visive: anche il cinema mi sembra che soffra di una certa crisi di idee. Insomma affermavo che, da un punto di vista di creazione artistica, il XXI di fatto non sia ancora iniziato.

Ad un certo punto, visto l'imbarazzo generale dato che la maggior parte dei presenti sembrava non aver mai nemmeno sentito nominare alcuno degli scrittori o degli artisti che stavo citando, un mio amico è sbottato dicendo con un tono molto serioso:
" Io l'ultimo libro che ho letto, un bel po' di tempo fa, è stata la Settimana Enigmistica e solo per leggere le barzellette!"

In pratica sosteneva che arte, cultura, letteratura, opere d'arte ed architettoniche varie, sono solo cavolate inutili: comprare un libro è una perdita di tempo e di denaro. Andare in Toscana e magari visitare gli Uffizi è una cosa da deficienti. Lui e la compagna, diceva, vanno solo nelle Spa, nei ristoranti di lusso o a vedere negozi e centri commerciali. Andare a visitare i Musei Vaticani è una gigantesca perdita di tempo. Avere interessi che non riguardano le macchine, gli orologi, i cellulari, i tablet, i vestiti, i viaggi nelle mete più gettonate dai Vip è da scemi. Studiare poi, non ne parliamo. Tutte cavolate. Bisogna imparare a stare al mondo cercando di cavarsela fra furbizie, inganni e fregature: altro che Cicerone, i logaritmi, Kant e Manzoni. Bisogna imparare a conoscere le persone che contano, non il Latino o la letteratura inglese.

Il problema è che questa visione era ampiamente condivisa da quasi tutti i presenti. Nessuno legge un libro da anni, nessuno ha visitato una mostra o un museo dai tempi delle gite scolastiche. Tutti fanno i turisti, ma nessuno viaggia: nel senso che non si raggiunge una meta (anche) per visitare il patrimonio culturale locale, ma solo per magnare, farsi massaggiare, fare il bagno in piscina o al mare. Molti sono stati a Parigi solo per andare ad Eurodisney...

Il problema è che la cultura (come accrescimento personale) non può essere ostentata e comunque non può essere comprata perchè richiede un certo impegno personale: è più semplice comprare ed ostentare un grosso SUV. Ecco allora che la propria ignoranza, intesa come disprezzo per la conoscenza e la cultura, è un qualcosa che può essere ostentato: diventa motivo di vanto anche perchè il "sapere" in Italia non premia. Anzi: il contrario.

Orgogliosi quindi di essere ignoranti.


giovedì 5 dicembre 2013

Ah! Ah! Ah!

La recente sentenza della Corte Costituzionale circa l'incostituzionalità di alcuni parti non proprio secondarie dell'attuale legge elettorale lascia a dir poco perplessi.

Dopo tutti questi anni salta fuori che abbiamo "scelto" (si fa per dire) i nostri rappresentanti al Parlamento con una procedura irregolare. Il risultato sarebbe: parlamentari illegittimi, leggi illegittime, compensi enormi erogati a persone che non erano legittimate a riceverli. Questo stesso parlamento illegittimo ha pure scelto l'attuale presidente della repubblica:  ergo...

In breve, qualora ce ne fosse stato bisogno, si conferma ancora una volta la totale ciarlataneria del nostro sistema politico, il pressappochismo e l'improvvisazione come forma di gestione della cosa pubblica, l'illegittimo che diventa legittimo. E' proprio vero che questa è la terra di Pulcinella e di Arlecchino, della commedia dell'Arte e del Melodramma "ove tutto è un falso". 

Quando guardo in TV nei talk show questi signori o leggo i loro blabla sui giornali il tutto ammantato da una rispettabilità e serietà e professionalità che non hanno pressochè mai, mi viene da ridere a crepapelle. Ridicoli...

La democrazia in Italia è morta e sepolta da un pezzo: la corte costituzionale ha di fatto decretato questo. Qualsiasi gruppo di imbecilli, privo della benchè minima competenza giuridica, può fare quello che vuole per un bel pezzo prima di essere scoperto. Ed il bello è, come ci insegna ormai un'esperienza pluridecennale, nulla accadrà di sostanziale. Nessuno è mai responsabile di nulla: a meno che non sei un poveraccio che per sopravvivere ti tocca mettere in tasca un salame in un supermarket. Allora sono guai!

Ma per queste persone che non solo hanno devastato il tessuto produttivo reale (parlo delle imprese vere non i manager delle finanziarie e i consulenti finanziari) ma anche i fondamenti della convivenza civile alla base di una società decente, tutto è permesso. 

Signori belli! Sedete in parlamento senza averne diritto e poi imponete sacrifici enormi alla povera gente onesta senza nemmeno prevedere il benchè minimo sacrificio per voi stessi. Ma a che titolo state facendo tutto questo? Ma chi diavolo siete? Da dove siete venuti fuori? Chi vi ha autorizzato a fare quello che state facendo? Ma chi vi conosce?

Ridicoli. E' tutto veramente ridicolo...

Ah! Ah! Ah! Ah! Che ridere...