lunedì 13 novembre 2017

Futuro possibile, futuro probabile...

Abbiamo intorno a noi molti segnali che ci dovrebbero far riflettere su quello che ci aspetta nell'immediato futuro. 

Quello che accade nelle periferie dimenticate delle grandi città italiane, di cui non si parla mai perchè stonano con il racconto-fandonia che ci viene propinato quotidianamente, altro non è che uno sguardo su un futuro potenziale, un futuro possibile cui il nostro Paese sta andando incontro in modo pressoché inesorabile. 

Solitamente basta già dare uno sguardo al paesaggio per capire che all'orrore estetico di questi spazi non può che corrispondere un parallelo orrore umano. L'aver delegato all'avidità di pochi  criminali la gestione del territorio e del paesaggio è stato, ed è ancora, un atto criminale (anche da parte nostra che abbiamo votato questi individui) le cui implicazioni riverberano molto più in là dell'impatto visivo-ambientale di qualche palazzone o raffiche di palazzine abusive. La mancanza di pianificazione del territorio, che diventa poi il presupposto per le catastrofi ambientali che a cadenza regolare affliggono tutte le zone d'Italia, viene vista dalla gente come un regalo, come un bel favore che la politica ci fa sull'onda del principio: noi vi lasciamo fare quello che volete, ma voi lasciateci fare quello che vogliamo. Questo patto scellerato fra governati e governanti è alla base della distorsione mentale di gran parte di uomini e donne di questo allucinante Paese, senza capire che non ci viene fatto un regalo, ma un danno, un bidone di dimensioni colossali. Perchè le conseguenza negative di questo patto scellerato le paghiamo solo noi: i senza potere. Senza potere oltretutto molto stupidi perchè convinti di essere furbi e di aver fregato, con l'abusivismo e l'evasione, lo Stato. Ma è lo Stato che ti ha fregato, stai tranquillo. 

Questi stessi criteri si trasferiscono poi alla più ampia dimensione istituzionale: la gestione amministrativa del territorio è affidata a chi ha la forza "fisica" di impossessarsene e con la stessa forza fisica vengono gestiti diritti e doveri delle persone.  

Quando si è tutto sommato in pochi a barare, le cose in qualche modo possono anche andare perchè la maggior parte dei giocatori continua a giocare seguendo le regole e la baracca bene o male cammina. Ma quando tutti (o quasi tutti) cominciano a fregare, beh allora le cose diventano problematiche. In Italia siamo riusciti a tirare avanti non grazie ai partiti o alle istituzioni ma perchè c'è ancora qualcuno - persone reali con nome e cognome - che gioca secondo le regole: ma porzioni sempre più ampie di giocatori si stanno convincendo che le regole non pagano e che conviene fregare. Basta dare una rapida occhiata a social per rendersene conto: nella società globale tutto, nel bene come nel male si propaga rapidissimamente, soprattutto la stupidità. 

La paraculaggine (e l'Italia è una Repubblica fondata sulla paraculaggine) è sempre un'opzione pericolosa perchè prima o poi qualcosa si inceppa e quando te ne accorgi e troppo tardi. Ma questo i politici non lo hanno ancora capito: c'è gente che non gioca con le tue regole e i bari stanno avanzando. 

L'errore più grande che si possa fare è poi credere che in questi spazi dove vige il degrado fisico e morale lo Stato si sia sostanzialmente ritirato e sostituito da forze alternative di potere (violenti, criminalità organizzata, i "cattivi" in generale). In realtà non è così perchè quello che vediamo accadere in queste aree, che oggi molti benpensanti ritengono marginali  o casi isolati, è il risultato dell'azione dell'applicazione di un'idea di un possibile Stato che verrà, lo Stato Italiano di un futuro possibile. Si tratta di spazi dove si esercita della politica e sociologia sperimentale e dove si testano nuovi modelli di "contratto sociale". Una microscopica percentuale della società italiana gode di redditi e privilegi da capogiro mentre un numero sempre maggiore di persone, cui si aggiungono i disperati che vengono dal mare, sono progressivamente deprivati di tutto, in primo luogo della cultura perchè genera auto coscienza critica: vediamo allora che succede... 

Tutte le ingiustizie sociali e l'ineguaglianze che oggi dobbiamo sopportare, tutte le connivenze fra autorità e poteri criminali, la corruzione sistematica, la burocratizzazione isterica, l'azione di un'imprenditoria di rapina, la complicità e la sudditanza di ampi strati della popolazione, il disprezzo per ogni codice etico e per il "sapere" in ogni sua declinazione condurranno inevitabilmente a questi scenari di degrado su larga sempre maggiore.

Se il nostro debito pubblico è ormai un indicatore di quanto sprechiamo per oliare la macchina della corruzione generale, se la scuola e la ricerca vengono umiliate costantemente, se la sanità e tutti i servizi pubblici sono abbandonati al loro destino, in uno spazio di tempo tutto sommato breve ci ritroveremo a combattere nelle strade solamente per poter rientrare a casa. 

Vivere in Italia in questi anni è diventata un'attività defatigante e snervante; eppure se ne potrebbe uscire...