giovedì 30 agosto 2012

Fondazioni Politiche - Political Foundations

Altraeconomia ha diffuso un'interessante inchiesta sulle fondazioni politiche italiane. Penso che avere un'idea in proposito sia molto utile visto che questi signori stanno pontificando sul riforma elettorale e voto anticipato.

On the site of the Italian association "Altraeconomia" it has been included this interesting video about the foundations linked to italian politicians and parties. Unfortunately it is only in italian even if it could be useful to widespread this information at international level. Just to show how the things are going on here... 





lunedì 27 agosto 2012

A little bit of Optimism...

The recent fires, the Italian political-environmental-ethical decay, the continuing looting carried out by banks and financial managers and the awareness to be unable to stop this decay in any way...

The only thing I can do now is to include here this aphorism by E. Cioran


"Every time I see a drunk, dirty, dazed, stincking tramp while laying down with his bottle on a sidewalk, I think about the man of the future pursuing his own end being able to achieve it".

Un po' di ottimismo...

Gli incendi boschivi (dolosi) di questi giorni, il degrado ambientale-politico-etico di questo sfortunato Paese, lo sciacallaggio continuo delle banche e dei manager della finanza e la consapevolezza di non riuscire in alcun modo ad arrestare questo declino che mai come in questo momento mi sembra così inesorabile...

L'unica cosa che mi viene in mente è riportare questo aforisma di Emil Cioran:

"Ogni volta che vedo un barbone ubriaco, sporco, allucinato, puzzolente, accasciato con la sua bottiglia sul bordo del marciapiede, penso all'uomo di domani che si cimenta nella sua fine e riesce a raggiungerla".

sabato 18 agosto 2012

Walking in the woods...

Due to personal negative health conditions, I have been forced to stop one of my favourite activities: walking in the country and in the woods. Yet today I've decided to take my car and go out to see the condition of the woods in the mountain and hills near the place where I live.

As usual, I've returned back home completely depressed for the state of these woods. Their condition is rather dramatic. First of all I've to say that the so called "woods' maintenance" with its periodical cuts of many trees seems to me sometimes extremely negative. It seems to me that it could be the preliminary step before the definitive clearing of the mountain and the hills. Maybe it'sdifficult to believe that some professors and experts may have a better knowledge of this topic than Nature herself. This is one of the typical feature of the scientific approach to Nature...

Than there's the usual problem of the trash people leave everywhere: plastic bottles, cans, packages and packets... everywhere. Along the road crossing the wood, there's no free space from rubbish. Inside the forest the situation is the same.

More serious problems derive from the fact that going inside the woods there are also "strange" wastes: mainly construction wastes but there are also different kind of stuff I cannot identify.

This situation should provide a serious occasion to reflect about our sensibility first of all  to environment. But I'm not talking about a generic idea of "environment" or the problems of Amazzonia, far-far-away. The dramatic situation of these places are at stake, here, where we are living. The local community has no respect for the place where it lives.  So it's a cultural problem which is very difficult to modify having also severe implications in political terms.

The rule is: not in my backyard. But this is our backyard! 

Nobody seems really interested in defending these places: natural sites, archaeological or historical places of interest are sharing the same fate insipred by indifference and apathy. I think that this community basically hates the territory where these individuals are actually living. This is a real collective madness and crime. We cannot wait for an intervention from "above": we all are responsible for the destinity of these resources.


A piedi nudi nel porco.. ooops.. parco

A causa di noiosissimi problemi di salute, non posso dedicarmi alle mie bellissime passeggiate in campagna o nei boschi. Oggi però ho preso la macchina e sono andato a fare un giretto sulla strada comunale che attraversa i boschi sulle colline che stanno proprio a ridosso di casa mia. Si tratta di bellissimi boschi che un tempo costituivano la cosiddetta Selva Cimina, vicino alla città di Viterbo.

E come tutti gli anni, torno a casa completamente sovrastato dallo sgomento. La condizione di questi boschi è a dir poco drammatica. In primo luogo si vedono gli effetti dello sciaguratissimo "diradamento": io, premetto, non sono un esperto in Scienze Forestali. Mi limito a commentare quello che vedo. Il sottobosco è annientato perchè privo della protezione degli alberie gli alberi sopravvissuti alla selezione degli esperti sono moribondi. Quello che viene da pensare è che il diradamento altro non è che la premessa, avallata dai "professori", per la rasatura generale e definitiva della montagna e delle colline. Mi viene anche da pensare che forse gli esperti pensano di saperne di più della Natura stessa visto che cercano di insegnarle come tirare su un bosco. Il solito approccio scientista-cartesiano alla Natura: un bel favore agli speculatori.

Eccoci poi al capitolo monnezza: nel 2012 ancora c'è gente che non riesce proprio a considerare i boschi, non dico dei "santuari naturali" come forse scioccamente faccio io, ma almeno dei luoghi che rappresentano una vera e propria assicurazione sulla vita presente e futura. 

La monnezza più gettonata resta sempre la seguente:  
  • bottiglia in plastica per acqua da 1,5 litri
  • bottiglietta in plastica per acqua e tè freddo
  • lattina
  • busta vuota di patatine
  • pacchetto di sigarette
  • involucro di merendina
  • bottiglia di birra da 33cl
  • fazzolettino di carta usato post incontro galante

Non mancano poi le bustate piene di rifiuti gentilmente nascoste dietro gli alberi. E qui si arriva alla parodia: qualcuno mi sa spiegare quale è il dietro di un albero?

Lungo i lati della strada non c'è un metro che non sia integralmente ricoperto da questa roba. I sentieri all'interno sono più o meno nelle stesse condizioni: ovviamente c'è un forte incremento nel numero dei fazzolettini usati.

C'è poi il capitolo dolente dei rifiuti "strani". Grandi mucchi di materiale di risulta edile punteggiano i boschi e le radure: qua e là sbucano sacchetti misteriosi. In alcuni sembra di notare altro materiale edile. In altri non si capisce. Un tempo questo genere di rifiuti li inguattavano bene: bisognava inoltrarsi un bel po' per trovarli. Ora non si preoccupano più nemmeno di nasconderli. Fai pochi metri e li trovi in bella vista: tanto chi vuoi che li noti?

Su tutto questo c'è molto da riflettere. In primo luogo la monnezza non cade dal cielo. Da una parte la cosiddetta "gente comune" è responsabile diretta di questo stato di cose: se nel 2012 ancora c'è gente che butta tutto dove gli capita vuol dire che siamo messi male. E che cambiamento politico vuoi fare con queste premesse? Insomma alla fine ognuno ha il governo e i politici che si merita. E' anche da queste piccole cose che capisci la qualità del capitale umano che si ha l'onore di incontrare per strada (o al seggio elettorale) tutti i giorni. Un'umanità che alla fine vale quanto una busta di monnezza...

Inoltre come mi incavolo io, che alla fin fine sono poco più di un'ombra, si dovrebbero incavolare tutti coloro che vivono questo sfortunato territorio. Il problema è che nessuno soprattutto i nativi di vecchia data, sentono questa terra come un bene loro proprio. Mi viene da pensare che alla fine gli "autoctoni" sono i peggiori nemici del territorio dove vivono e dove sono vissuti i lori antenati: hanno un odio sottile e perverso per la loro terra. Tant'è che mi è capitato spessissimo di sentire un entusiasmo sincero e amore per questa terra solo da parte dei nuovi residenti che puntualmente vedono frustrato il loro entusiasmo. Lo stato dei boschi denuncia tutto questo...

Rimane gravissimo poi che i boschi servano per nascondere rifiuti di tutt'altra natura: ciò potrebbe spiegare anche perchè ogni tanto vanno a fuoco.

 In conclusione: che tristezza vedere sperperare una ricchezza simile!





giovedì 9 agosto 2012

Fires of Stupidity

Italy is burning. As usual in summertime. This is the sole leit motif of the italian summers. And finally we all are repeating the usual same old things: these are intentional fires, personnel and equippment are lacking, there's no money to deal with these situations and in the meantime woods and forests are burning..

This is not an emergency because it's always the same in any summer. This a rule. And as usual, nothing happens...


This kind of crimes (as well as other environmental crimes) needs severe sanctions and they must be severely applied: but italian justice is bocked and all the efforts thus vanish

It's also necessary to stop the perverse links between fires and business. Too many people find economic advantage in fires and in the economy of the fire emergency. Burning a wood is still a good bargain. Everyone knows it in Italy...
 

Bruciare di Stupidità

L'Italia brucia. Come sempre. Questo è il vero, unico, autentico tormentone dell'estate italica. E si finisce per dire e ridire sempre le stesse cose: gli incendi sono dolosi, i mezzi ed il personale scarseggiano, non ci sono i soldi per questo e per quello, vanno in fumo le riserve naturali e i boschi.

Siccome tutte le estati è la stessa cosa, non si può parlare di emergenza. E' la regola. E come al solito non si fa nulla, all'infuori di spegnere il fuoco del momento.

Bisogna rendere i reati contro l'ambiente e la natura (tra cui l'incendio doloso) decisamente più "pesanti" di quanto non siano ora e soprattutto fare in modo che i colpevoli vengano puniti sul serio.  Ma la lentezza della macchina della giustiza vanifica tutti gli sforzi.


E poi bisogna spezzare il business degli incendi: in troppi guadagnano dal fuoco e dal suo spegnimento. Bruciare un bosco è sempre un bell'affare, per tanti, per troppi. Lo sappiamo tutti. Non siamo mica scemi...

 O per lo meno, non fino a questo punto.

mercoledì 1 agosto 2012

Kulturkampf

Day after day, I'm convincing myself that in Italy exists a widespread, shared and deep culture aversion, in a very broad sense.  I say this considering not only the low number of people reading books, attending art sites or cinemas to watch decent movies, but also, and above all, for the complete discredit towards culture and the centres producing and diffusing culture.


First of all, I think about the conditions of the educational system, universities and research in Italy, which, at best, are considered  unnecessary things. This idea is rooted in the politicians mind as well as in the so-called common people mind. Often families protest because many italian schools are at risk of collapse or deprived of the minimal functioning goods. Nonetheless, in a more or less tacit way, many families share the idea that education and training are non-use things. In a society based on mistrust and "short cuts", very few can have a positive idea of education.


Similarly italian universities are likely to be fated to a self distruction caused also by a particularly inner adverse selection.



We are thus suffering a reverse Kulturkampf. In a country encompassing a relevant part of the world cultural heritage, everyday we are highly committed to denigrated culture. In Italy culture is not something good (stimolating envy), but something bad stimolating mockery and rage.


So there is a problem of value assigned to culture, knowledge, art. This is a particularly severe emergence.

Politics, totally managed by ignorant and arrogant individuals, stimulate such condition to support its legitimacy.

On the contrary,  we could grow again starting by culture: and not only in economic terms...
 

Kulturkampf

Più passa il tempo, più mi convinco che in Italia esiste una diffusa, profonda e condivisa avversione per la cultura in generale. Questo lo dico non solo pensando al bassissimo numero di persone che leggono dei libri, che frequentano i luoghi dell'arte o vanno al cinema per vedere film decenti. ma anche e soprattutto per il totale discredito che gode la cultura ed i centri che generano e diffondono cultura, 

Penso primariamente alla scuola, all'università e alla ricerca che nella migliore delle ipotesi sono considerate cose superflue: e questa idea non è solo insita nella mente (sic!) dei politici, ma anche della gente comune. Se da una parte questa stessa gente comune protesta perchè le scuole crollano o perchè non c'è la carta igienica nei cessi, contemporaneamente, in modo più o meno tacito, considerano la scuola o la formazione culturale personale come un'immane perdita di tempo. Una società che si fonda sulle scorciatotie, sul sotterfugio o l'inganno che considerazione può avere della scuola o della cultura? Nessuna. Assolutamente nessuna. 

E che dire dell'università che, anche a causa di una aberrante selezione avversa, è finalizzata a produrre benefici per pochi feudatari e leccapiedi condannandosi così all'autodistruzione?

Subiamo quindi una feroce Kulturkampf al contrario. Nella terra dove è conservata una consistente fetta della cultura mondiale, ci si ingegna ogni giorno per denigrare la cultura. Chiunque cerca di sfuggire a questa spriale distruttrice è segnato: la cultura in Italia non è un segno di distinzione positiva (da invidiare), ma suscita dileggio e rabbia.

 La politica, che è totalmente in mano a degli zotici ignoranti e presuntuosi, alimenta questa condizione per autoalimentarsi. Altro che governo dei professori! Il "sapere" non è un fatto "tecnico", ma esistenziale.

Invece proprio dalla cultura si potrebbe ricominciare a crescere, e non solo in senso economico...