lunedì 1 settembre 2014

Vivere senza politica

Negli ultimi decenni l'Italia ha sofferto di fatto di un grave male strutturale: il problema è che questo male continua ad affliggere la nostra società e, nonostante i vari proclami e tweet, anche oggi sembra essere ben lontata una cura ed una sua soluzione.

Il grosso problema è la mancanza di politiche. E per politiche non intendo leggi, chiacchiere, dichiarazioni di intenti e così via, ma strumenti ben precisi con delle caratteristiche ben delineate. Una politica è una struttura complessa fatta in primo luogo di obiettivi precisi e chiaramente definiti. All'interno di questa struttura devono essere indicate le risorse e le azioni implicate per il raggiungimento degli obiettivi. Inoltre devono essere previsti i risultati e gli impatti di queste azioni. Bisogna essere ben consapevoli in anticipo degli effetti di quello che si fa.
Tutto questo può poi trasformarsi in leggi o norme, ma primariamente deve essere costruito questo telaio. Per costruire una politica serve il coinvolgimento di competenze, professionalità.

Ebbene in Italia non esiste realmente nulla di tutto questo. 

Non esiste una politica economica, ma una serie di misure contabili e ragionieristiche. 
Non esiste una politica del lavoro e dello sviluppo.
Non esiste una politica estera.
Non esiste una politica per l'immigrazione e l'integrazione culturale.
Non esiste una politica di tutela e prevenzione della salute pubblica.
Non esiste una politica della salvaguardia e valorizzazione del territorio e delle sue risorse.
Non esiste una politica energetica.
Non esiste una politica ambientale.
Non esiste una politica della difesa.
Non esiste una politica penitenziaria e per la giustizia.
Non esiste una politica della cultura, della formazione, della valorizzazione delle risorse umane
Non esiste una politica della ricerca scientifica e dell'innovazione.
Non esiste una politica dei trasporti e della mobilità.
Non esiste una politica per la tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale.
Non esiste una politica di promozione del turismo.

Quello che abbiamo è una serie confusa e raffazzonata di interventi di emergenza, un reticolo caotico di misure improvvisate e pasticciate prive di obiettivi ben definiti. Spesso si tratta di strumenti per finanziare cordate di soggetti collusi con la politica: un sistema per oliare gli ingranaggi del clientelismo e del ricatto politico e criminale. Le conseguenze di tutto questo sono fin troppo evidenti.

Non basta dire genericamente: bisogna ridurre la disoccupazione. Una cosa del genere non significa nulla. Bisogna porsi un obiettivo preciso e sapere come conseguirlo. Non basta dichiarare: è indispensabile un ripensamento delle azioni per la gestione del problema dei flussi migratori. Bisogna dire chiaramente quello che vuoi fare e come pensi di farlo in pratica. Invece ci si ferma alle dichiarazioni generiche e poi nient'altro. Guardate un qualsiasi talk show per toccare con mano questo vuoto assoluto. Penso che fondamentalmente questa gente non sappia proprio come fare, anche a causa dell'enormità dei problemi lasciati irrisolti per tutti questi anni. Tanto qualcun altro prima o poi ci penserà... Nessuno sa più come risolvere tutto questo casino, a meno che non si pestino i piedi ad un sacco di persone molto, ma molto importanti. E questo non lo vuole nessuno... Intanto si va avanti con i "bisognerebbe", "è indispensabile", "è opportuno", ecc...

In pratica la politica spera nell'aiuto del caso, si confida sulla capacità di arrangiarsi delle persone, si lascia che alla fine ognuno si organizzi come può: basta fare un giro per gli ospedali o per le scuole per vedere come il tutto viene lasciato alla buona volontà degli operatori e alla capacità delle famiglie di difendersi dall'anarchia di Stato (ma chi è solo, chi non ha una famiglia o una solida rete relazionale come può sopravvivere in questo scenario?). Si arriverà al limite paradossale, come nei peggiori film di fantascienza o di horror, di doversi dotare di un fucile per difendere la propria casa e la propria famiglia dai ladri o da un invasione di califfi fanatici o da vampiri e zombie. Mah!

Insomma non basta girare in camiciola con le maniche tirate su per rimettere in piedi questo somaro mezzo morto che è diventata l'Italia... Serve decisamente ben altro.

Nel frattempo si salvi chi può e ciascuno faccia quello che crede.

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