mercoledì 26 maggio 2010

Crisi e Giustizia

Se qualcuno pensa che ci troviamo di fronte ad una mera crisi economica (sia pure indubbiamente grave e con severi toni recessivi) o è in malafede o è un ingenuo. In realtà oggi abbiamo a che fare con la crisi profonda di un sistema e dei suoi valori di riferimento che si manifesta con tre emergenze interconnesse ed interdipendenti: quella ambientale, quella sociale e quella economica. Pensare che siano tre emergenze distinte e che conseguentemente possano essere affrontate distintamente è oggi una delle scelte più catastrofiche che si possano immaginare. Esse sono infatti le facce della stessa medaglia che denunciano chiaramente come un modo di pensare e di vedere e concepire la realtà sia arrivato al suo logico capolinea.

Per tutte e tre queste emergenze il tratto comune è costituito dal fatto di essere la logica conseguenza dello sradicamento totale dalla realtà della dimensione "finanza" e delle relative speculazioni: questa dimensione è talmente fuori controllo da provocare non solo continue catastrofi (ambientali, sociali, economiche), ma da impedire di fatto l'individuazione di rimedi efficaci a queste emergenze piegando alle sue esigenze anche la ricerca scientifica e la formazione scolastica.

Con la crisi del 2008 avrebbero dovuto essere imposte delle regole: invece niente. E con i soldi pubblici immessi nel sistema per salvare le banche, i manager hanno ricominciato a speculare alla faccia dei cittadini e dei Governi.

Una finanza senza regole e senza scrupoli ha come unico obiettivo quello di produrre quattrini a qualunque costo, nel senso più ampio del termine: non c'è rispetto per le risorse della Terra (emergenza ambiente), non c'è rispetto per le persone e le famiglie (emergenza sociale), non c'è rispetto per i settori produttivi reali (emergenza economica).

Queste emergenze sono sintomi di una grave carenza di "giustizia". Se una classe politica inefficiente, corrotta ed incapace continua a consentire ai manager di fare ciò che vogliono (con i soldi ed il lavoro altrui) si genereranno ed amplificheranno drammatiche ingiustizie in primo luogo sociali perchè i "politicamente deboli" saranno sempre chiamati a pagare il conto dei "politicamente forti" e dei furbi. Inoltre, quando l'unica variabile che conta sono i soldi, secondo i dettami della finanza, allora chi non potrà pagare non avrà diritto nemmeno ad avere l'aria pulita o acqua da bere o comunque ad un ambiente ecologicamente sano: e questo vale per nazioni intere come per i singoli individui. In breve la privatizzazione dell'ambiente e delle sue risorse è stata realizzata da tempo. Insomma: non puoi pagare? Allora crepa di cancro! Per questo il degrado ambientale va sempre di pari passo con il degrado sociale ed etico.

Le imprese oneste poi sono sempre quelle che ci rimettono quando i grandi manager sbagliano e spariscono con i loro tesoretti e buoneuscite milionarie: basta fare due passi fra le piccole imprese e sentire cosa dicono gli imprenditori. Non c'è bisogno di Premi Nobel per questo.

Pensare quindi a delle manovre correttive senza mai rimettere in discussione i principi ed i meccanismi che hanno generato queste aberrazioni significa tentare di mantenere in vita un moribondo in coma profondo ed irreversibile. Si ingannano di fatto le persone in molti modi non solo facendo pagare il conto della pizzeria ai soliti sprovveduti, ma scaricando il tutto su un futuro di cui come sempre non importa nulla a nessuno; senza pensare poi che i margini di manovra di questo futuro saranno sempre più limitati.

Questa crisi avrebbe dovuto servire invece a dare spazio ad un ripensamento profondo di tutto il nostro modo di vedere la realtà e questo ripensamento non deve piovere dall'alto, ma deve partire da tutti noi. Invece niente: chi se ne frega.

Dovremo cominciare a ri-assumerci le nostre responsabilità quantomeno sul controllo di quelle decisioni che riguardano il nostro futuro.

Suggerisco la visione di questo video

lunedì 24 maggio 2010

A little bit of optimism

These are strange times for me. During the last weeks I have met a lot of stupid people and in the italian media nonsense and stupidity are more and more occupying all the available spaces. All this is rather depressing.

I'm however quite lucky because I can still meet positive and intelligent people from who I have so much to learn. This is the real meaning of friendship.

Just to begin this week with a little bit of optimism, I have decided to include here these two videos: I invite everyone to see them because some people may have a sort of therapeutic role...




Una piccola dose di ottimismo

E' un periodo un po' strano per me. Da un po' di tempo a questa parte non faccio altro che avere a che fare (spesso, troppo spesso) con persone sciocche che dicono cose molte sciocche. Anche sui media le sciocchezze diventano sempre più invadenti e onnipresenti.

Fortunatamente ho anche modo di incontrare e frequentare persone decisamente più intelligenti da cui ho sempre molto da imparare.

Tanto per iniziare la settimana con un pizzico di ottimismo, ho deciso di inserire un paio di video recenti che invito a visionare.

Di questi tempi, almeno per il sottoscritto, queste persone hanno una funzione direi quasi terapeutica.




giovedì 20 maggio 2010

The Benefits of Ignorance

A country composed of ignorant people deprived of any kind of independent information is a country easily cheated: like puppets or fools this people can be easily cheated with mirrors or coloured glasses. Enormous efforts, during the last decades, have been made by italian governments to achieve this goal in terms of destruction of public education system, culture, science and research. More recently the sistemic destruction of independent information has been added to this.

The recent law on severe limitation on telephone tapping for crime reasons and the farewell of Mr. Michele Santoro (an italian independent journalist often in contrast with the current prime minister) are clear signals of a progressive "Putinisation" of italian politics.


I suggest this video (in italian) by Ezio Mauro (director .of the italian newspaper "La Repubblica")
See also this news release


The continuing support to a certain kind of lifestyles and a TV models made of commercials and stupid TV shows are transofrming Italy into a paranormal country: at the end common people is the main supporters of corruption. They are hungry of corruption and they pretend that the entire system is more and more corrupted. Rather than indignation, corruption is stimulating envy.

All this is happening while a terrible economic catastrophe is just next door: but, here, everything is going on as usual...

Beata Ignoranza


Un popolo composto da persone disinformate ed ignoranti è un popolo facilmente manipolabile: come dei burattini o degli ebeti, questa gente può essere ingannata con degli specchietti o pezzi di vetro colorati. In questo direzione vanno gli sforzi enormi che da decenni si stanno facendo per distruggere la scuola pubblica, la cultura, a ricerca scientifica e, più recentemente ed in modo sistematico, l'informazione.

Le norme sulle intercettazioni e l'addio di Michele Santoro sono segnali inquietanti che confermano la progressiva "Putinizzazione" di un'Italia che ha volontariamente scelto di darsi questi amministratori pubblici.

Segnalo a questo proposito questo video di Ezio Mauro.

E' proprio questo il bello: questa massa di corrotti ed incapaci ce li siamo scelti noi!

Siamo di fronte ad un tale inebetimento generale alimentato da consumi irrazionali ed ostentazioni becere (SUV, telefoni cellulari, vacanze a...) e da una TV da liberti (fatta di pubblicità, show televisivi e reality show) che alla fine la cosiddetta "gente comune" è affamata di corruzione e pretende che il sistema sia il più corrotto possibile. Tutto questo suscita invidia invece che indignazione.

Nel frattempo si delineano i contorni di una catastrofe economica senza precedenti, ma, almeno qui da noi, si continua come se niente fosse...

mercoledì 19 maggio 2010

Edoardo Sanguineti and the catastrophic optimism

The italian poet and writer Edoardo Sanguineti died yesterday and his death gives me the opportunity to remind his idea of "catastrophic optimism"

This idea resumes the need to reinforce personal optimism when dealing with crisis: in particular he highlighted the need to show more committiment in this period so close, in his view, to an imminent catastrophe.

Surely a global catastrophe (in environmental, economic and social terms) is next door: I can see actually very scarce optimism and a diffused apathy and total lack of awareness.

Sanguineti e l'ottimismo catastrofico

Con la morte di Edoardo Sanguineti è praticamente impossibile non ricordare il suo concetto di ottimismo catastrofico che, mai come in questi tempi di macerie e rovina, appare in tutta la sua validità ed attualità.



L'invito di Sanguineti a rafforzare il proprio ottimismo quanto maggiore è il periodo di difficoltà rappresenta una spinta importante anche se decisamente faticosa.

giovedì 13 maggio 2010

Guerre di religione

Ho sempre cercato accuratamente di evitare di trattare in questo blog questioni che hanno a che fare con la chiesa cattolica, integralismi, fondamentalismi di tutte le religioni nonostante i continui scandali, l'elevatissimo grado di intolleranza del monoteismo, l'asservimento della politica italiana ai poteri forti che generano consenso, la presa di posizione di retroguardia su tante questioni etiche e sociali. Se l'ho fatto, è stato per riaffermare la libertà del pensiero consapevole e di coscienza che spetta ad ognuno di noi nel rispetto della diversità di opinioni che troppo spesso, in nome di fantomatici dogmi e volontà divine, viene di fatto negata dal fanatismo e dalla stupidità pesudo religiosa. Insomma, come diceva il grande Simmaco, le vie per raggiungere la verità possono essere molte e diverse: bisogna aver il coraggio, l'intelligenza ed il buon senso di avere rispetto per chi ha deciso di intraprendere strade diverse.

In una società ottusa come la nostra di questi decenni, le scelte "altre" vengono guardate di traverso: anche per esperienza personale devo dire che su queste faccende spesso ci si scontra con un muro tostissimo di pregiudizi anche da parte di chi, a parole, sostiene di essere un progressista di larghe vedute.

Insomma, non sono solo le vecchiette che ti si mettono contro, ma anche chi potrebbe cominciare a ragionare con la propria testa, ma per paura di essere diverso, di non essere accettato dagli altri, di essere stigmatizzato come una nota stonata del coro, sceglie di rinunciare e rientra nei ranghi. Questo avviene con l'ora di religione o con la fantomatica "comunione" o con il matrimonio in chiesa: nessuno ci crede, non frega nulla a nessuno, ma è bene fare tutto questo per non sembrare strani, per non rinunciare alla festa e ai regali, per non fare sentire i bambini marginalizzati dagli altri. Ed infatti proprio questo succede: il bambino senza battesimo o comunione o che non partecipa all'ora di religione viene, più o meno esplicitamente, messo in un angolo e bollato come "paria". Gli altri bambini, magari non vanno mai in chiesa o bestemmiano dalla mattina alla sera, ma non importa: loro sono "regolari". Tutte queste famiglie contestano la chiesa cattolica, non frequentano la chiesa, hanno sempre da ridire su quello che dice il papa, sono separati o divorziati: però queste formalità vanno sempre rispettate. Sono proprio loro alla fine che rendono il cattolicesimo una scatola vuota.

Paradossalmente va meglio per i musulmani perchè loro "qualcosa ce l'hanno" (testuali parole di una mamma): ma tuo figlio che cavolo è?

Per questo noi chiamiamo l'Italia "Paese": perchè alla fine è proprio un paese.

Proprio in nome di questi principi ho apprezzato molto questo articolo apparso sul "Corriere della Sera" sulla spinosa vicenda dell'ora di religione che in Italia si riesce a gestire in un modo talmente assurdo e stupido che, se non presentasse implicazioni molto serie per la vita di tante famiglie, sarebbe degna solo di un sorriso ironico...

Mi piacerebbe sentire il parere o le esperienze di chi ha intrapreso queste strade "altre", di chi ha fatto scelte diverse, di chi, nonostante gli ostracismi e le piccole e grandi discriminazioni fatte spesso a danno dei propri figli, continua a rigare dritto.

mercoledì 12 maggio 2010

Auto-lesionismo

Che in Italia da tempo si sia smesso di ragionare con la propria testa è un fatto ormai acclarato. Ci sono fin troppi esempi che dimostrano che in ampi strati della società italiana si è totalmente smesso di riflettere e ragionare. Forse sarà colpa anche della deliberata deriva dell'istruzione, della ricerca scientifica e della cultura nel suo complesso: comunque si delega ad altri il compito gravoso di decidere, di scegliere, di pensare. Sintomi evidenti sono la mancanza di senso critico, l'assenza dell'indignazione e della responsabilità pubblica, l'adozione dell'apatia come stile di vita.

Ormai gran parte delle scelte dei nostri amati concittadini sono chiaramente etero-dirette: sono cioè progettate, predisposte e decise altrove. In breve, come dei veri e propri burattini, si vive in modo totalmente inconsapevole, facendo quello che altri vogliono che noi facciamo.

Vi sono tantissimi segni di questo anche nella quotidianità: in particolare relativamente all'automobile nei confronti della quale si è innescato un rapporto decisamente irrazionale.

Giorni fa percorrevo a piedi una strada di campagna, come faccio di solito per ritrovare pace e tranquillità, quando all'improvviso è sbucato da dietro una curva un grosso SUV che procedeva a velocità molto sostenuta. Mi sono accorto che al volante c'era una persona che conoscevo a cui ho chiesto: "Non sapevo che ti eri comprato un SUV". Lui mi ha risposto: "L'ho comprato perchè mi piace la natura e la campagna!"

Anche ad un bambino appare evidente la mancanza di un nesso fra SUV e Natura eppure il tizio in questione era proprio convinto di aver fatto una scelta ecologica anche perchè così appare nella pubblicità di queste stupidissime auto. Del resto quante volte ho visto al supermercato vicino a casa mia tantissime signore che prendono un gigantesco fuoristrada per fare la spesa (di solito una busta di roba) in un supermercato che dista appena 100 metri da casa loro? Ed il mio vicino di casa che prende l'automobile solo per buttare la spazzatura (distanza 200m)?

Già Ivan Illic nel libro "Elogio della bicicletta", che consiglio di leggere, dimostrava chiaramente la contraddizione totale di questo tipo di stile di vita che oltretutto è anche insostenibile da un punto di vista ecologico. Non ci si muove più: e siamo circondati da ciccioni grandi e piccini che pagano fior di quattrini per dimagrire ed andare in palestra, quando basterebbe magnare meno e camminare a piedi quando possibile. Non è follia questa?

Per capire l'assurdità di tutto questo può essere utile anche visionare questo interessante servizio di Report.

Non si tratta di mandare tutti a piedi o in bicicletta: sarebbe bello vedere semplicemente un po' più di intelligenza in giro. Tutto qui.

lunedì 10 maggio 2010

Crisis and luxury expenses

In this days there is great concern about economy above all for the countries in southern Europe: Greece is living in an economic and social chaos, Spain and Portugal are close to a dramatic economic collapse.

With regards to Italy, many italian politicians and ministers are continously declaring that everything is under control, budget is OK and, above all, a good level in private savings is a sort of life insurance for Italy.

Nonetheless, there are many questions still open. First of all, now these politicians are appreciating private savings as a safety tool when for decades they have tried (and they are still trying) to erode them inviting people to spend as much as possible to support domestic economic demand thus supporting economic growth. TV messages (TV is for many italians the sole information source) supported by commercials are always directed towards this goal: let's imitate celebrities and Vips, if you don't have a SUV you are out! If you don't have the latest cell phone, you are out! And so on.

In addition, Italy still detains a huge public debt, a political class with enormous costs and privileges, a widespread fiscal evasion, organized crime infiltrated everywhere, a no-limit corruption, individualism, greed and cinisism as lifestyles: it is impossible to remain quiet. In Italy the key-problem has not an economic nature. Rather than state budgets and financial markets. in Italy the entire society is ethically weak .

Within this dramatic scenario, many strange issues appear a real luxury objects: one of this is the problem of military expenses above all those direted to finance italian military mission abroad. There are no funds for social needs in Italy, but economic resources for the military expenses are always found.

While education, culture, environment or scientific research receive scarce resources (and probably they will receive even scarcer investments in the near future), Italy spends about 23 billions € in soldiers and weapons. We have no money, but we are still financing nonsense military missions abroad. You can see this report to have more datails about this issue (in italian).

Military missions have become for Italy a luxury expense maybe we cannot afford. It should be important to explain it also at international level and adopt the necessary measures to reshape our military participation.

Yet nothing similar is near to come. I'm sure that, when the crisis will turn even harder, when it will be necessary to make sacrifices and reduce costs, the same people will pay the final bill as usual: politicians will never reduce their wages, fiscal evasors will continue to make their business as usual and Italy will spend a lot of money in expansive military missions abroad. In the meantime public schools (only public schools of course) will be reduced in ruins or scientific research will progressively disappear.

C'est la vie!

La crisi e i lussi

Sono giorni questi di grande travaglio per le economie soprattutto dei Paesi dell'Europa Meridionale: la Grecia nel caos economico e sociale, la Spagna ed il Portogallo a forte rischio di tracollo.

Per quanto riguarda l'Italia molti esponenti politici e ministri continuano a rassicurarci che tutto va bene, i conti sono in ordine, grazie al cielo c'è un buon livello di risparmio delle famiglie a tenerci in piedi.

Eppure ci sono molti aspetti su cui riflettere. Prima di tutto ora si fanno gli elogi del risparmio delle famiglie quando si è cercato per anni (e si cerca ancora) di eroderlo in tutti i modi soprattutto invitando le persone a spendere il più possibile per sostenere i consumi e quindi la crescita. I messaggi che provengono dalla TV (per molti italiani unica fonte di informazione) supportati dalla pubblicità, dai film ("vacanze a..."), dalle sit com e dagli show erano: emulate i vip, divertitevi, spendete e spandete, non hai un SUV? Sei un cafone! Non vai in crociera? Sei un cafone! ecc... ecc...

Inoltre, un Paese con un debito pubblico spaventoso, con dei costi stratosferici della politica e dei privilegi delle caste che ruotano intorno ai palazzi, con una corruzione senza freni, con una dilagante evasione fiscale, con la criminalità organizzata infiltrata ovunque, il particolarismo diventato una moda, tutto questo di certo non dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Qui il problema non è economico: non sono i conti pubblici ad essere fragilissimi (o per lo meno non solo). E' l'intera società italiana che appare di argilla.

All'interno di questo triste scenario, rimangono però tanti veri e propri "lussi" del sistema: uno di questi è la contraddizione stridentissima delle spese militari, soprattutto quelle destinate alle missioni all'estero. Non si sa dove trovare i quattrini per rimettere in sesto le disastrate casse dello Stato, eppure in questo settore i soldi si trovano sempre e sempre di più.

Mentre la scuola, la ricerca scientifica, la cultura, l'ambiente non solo ricevono scarsissime risorse, ma saranno anche le vittime di un prossimo processo di razionalizzazione della spesa, in Italia si spendono oltre 23 miliardi di euro per la difesa. Secondo il rapporto di Altraeconomia "Il Caro Armato" siamo alla canna del gas eppure ci sono da finanziare 30 missioni militari all'estero! Per fare cosa precisamente? Nessuno lo sa.

Ulteriori dettagli sul rapporto possono essere visualizzati qui.

Mi viene da pensare che, con questi chiari di luna, forse le missioni militari italiane all'estero sono diventate un lusso che non ci possiamo più permettere. Bisognerà magari aspettare, che ne so, tempi migliori: bisognerebbe farlo capire ai nostri alleati, alla Nato: "Guardate, ora abbiamo dei problemini economici, ma promettiamo che quando le cose si aggiusteranno vedremo di esserci. Lo giuriamo!".

Ed invece no. Potete scommettere che quando si tratterà di imporre sacrifici, tagliare spese considerate inutili, quando si farà la caccia agli sprechi, toccherà sempre ai soliti rimetterci le penne: i parlamentari non ridurranno di un centesimo i loro stipendi, gli evasori fiscali la faranno sempre franca, i grandi cantieri costeranno sempre di più ed i lavori non finiranno mai, alle forze armate non mancheranno mai le risorse, ma della scuola pubblica (e solo quella pubblica) rimarrà solo l'ombra, la ricerca verrà ridotta in braghe di tela, e via discorrendo.

C'est la vie!

mercoledì 5 maggio 2010

Italian politicians go home! But not too literally...

The last italian scandal involving a (former) minister (he has presented yesterday his resignation) is evidencing once again the innatural relation between politics and the sense of limit in Italy.

First of all, there are many doubts about the way through which the entire story has been managed: at best, a dramatic ingenuity and stupidity, actually not suitable for a minister, clearly emerged which could be estremely dangerous in the conduction of ministerial duties. So I wonder if its better to be considered a stupid, a liar o a corrupted minister. (I don't know actually which one among these options the former minister has choosen...)

Another peculiar aspect of this affaire is that once again everything is focused on a house. It's not the first time that italian politicians are involved into strange affairs centered on luxury houses bought or given for rent at very (too) cheap prices. This people must have some problem: surely not economic problem but at least a psychological one.

It is true that in Italy the best way to speculate is to invest in the real estate sector but it seems to me that there is also a pathological relation with this symbol of stability which, in one way or another, materializes the desire for privileges. A luxury house, obtained thanks to a preferential "lane", becomes the expression of the privilege resulting from power as with the "palaces" or "manors" of the ancient Lords.

In conclusion it emerges the reality of an atavist misery and poverty, passed through centuries, generation after generation, which, after having grabbed money and power, finally find a vent: this is the umpteenth revenge of Mr Calò from the romance "The Leopard"...

Mandiamoli a casa! Ma non esageriamo...

Le ultime vicende che hanno interessato un (ex) ministro di questo governo riportano ancora una volta alla ribalta il rapporto innaturale fra la politica ed il senso del limite. Innanzitutto fa riflettere il modo in cui è stata gestita tutta la faccenda che, nella migliore delle ipotesi, ha evidenziato una presunta ingenuità e pressapochismo che mal si adattano ad un Ministro della Repubblica: una tale superficialità sarebbe molto pericolosa nello svolgimento di compiti così delicati come la gestione dello sviluppo economico. Non si sa quindi se è meno peggio passare per deficienti, bugiardi o per corrotti: e non si sa nemmeno quale di queste opzioni l'interessato abbia al momento scelto di intraprendere.

Un altro aspetto inquietante della questione è che ancora una volta al centro del contendere c'è sempre un immobile. Siccome non è la prima volta che i nostri politici, di qualsiasi affiliazione partitica, hanno problemi connessi a case (di proprietà o in affitto) o immobili vari (acquisto di appartamenti uso ufficio, ecc..., ecc...), viene da pensare che questa gente abbia dei seri problemi.

E' vero che uno dei modi migliori per speculare in Italia interessa sempre il "mattone"; tuttavia mi sembra anche che emerga un rapporto patologico con l'oggetto primario che in Italia materializza la sicurezza e, di conseguenza, attira il desiderio di privilegio: la casa.

La casa insomma è un elemento che materializza in modo tangibile il privilegio risultante dal potere come avveniva con i "palazzi" dei signori di una volta.

In conclusione emerge il panorama di una miseria atavica, trascinata di generazione in generazione, che, una volta messe le mani sul potere e sui soldi, trova finalmente uno sfogo: è l'ennesima rivincita dei Don Calò del "Gattopardo"...

martedì 4 maggio 2010

Gli italiani ed il gioco d'azzardo

L'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa ha recentemente diffuso alcuni dati interessanti sul fenomeno del gioco d'azzardo in Italia. Si tratta di dati che fanno riflettere sia sull'impoverimento materiale ed immateriale della nostra società e la patologizzazione di alcuni fenomeni, sia sul peso notevole che può esercitare un settore particolare che spesso ha fortissime connessioni anche con la criminalità organizzata.

Fa molto riflettere il dato relativo ai giovani (in particolare i minorenni) ed il gioco d'azzardo.

Di seguito riporto integralmente il testo del comunicato stampa.

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Il fenomeno è in crescita e interessa circa la metà degli studenti italiani, con un incremento maggiore tra le ragazze. Gratta e vinci, lotterie istantanee, scommesse sportive, lotto e superenalotto sono i giochi in denaro più praticati. I minorenni scolarizzati che scommettono illegalmente sono più di mezzo milione. I dati 2009 dell’Ifc-Cnr di Pisa indicano la maggiore diffusione in Campania, Basilicata e Puglia.
Il gioco d’azzardo è in forte aumento: cresce al ritmo del 13 per cento in un anno, 53 miliardi di euro puntati solo nel 2009, sempre più gli adolescenti coinvolti, come attestano i dati di uno studio su 40.000 studenti condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) all’interno del progetto “Il gioco è una cosa seria” dell’Asl To3 coordinato da Paolo Jarre.
“Dal 2008 al 2009 la percentuale di studenti tra i 15 e i 19 anni che dichiarano di aver giocato in denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi è aumentata dal 40% al 47%”, spiega Sabrina Molinaro, ricercatrice Ifc-Cnr e responsabile Espad (European school project on alcohol and other drugs) per l’Italia, “l’aumento maggiore è fra le ragazze, passate dal 29 al 36%, i maschi passano invece dal 53 al 57%. Tra questi studenti, nonostante il divieto di legge, circa 550.000 sono i minorenni, corrispondenti al 43% dei minori scolarizzati (dati 2009, in crescita rispetto al 38% del 2008)”.
Tra i ragazzi che hanno giocato denaro nell'ultimo anno, coloro che presentano un profilo di rischio totalmente assente rilevato mediante il South Oaks Gambling Screen Revised for Adolescents (Sogs-Ra) sono in diminuzione del 3% (dal 70 al 67%); in aumento quelli con un rischio basso (dal 19,6 al 22%), mentre rimangono invariati quelli con rischio patologico (11%).
Gratta e vinci e lotterie istantanee (34%, dal 28% del 2008), scommesse sportive (17%), lotto e superenalotto (cresciuti dal 9 al 14%) sono nell’ordine i giochi in denaro maggiormente praticati dagli studenti. Nello specifico, gratta e vinci/lotterie istantanee sono stati giocati dal 36% dei maschi e dal 32% delle ragazze.
In testa alla classifica per Regioni, al primo posto troviamo la Campania con il 57,8% degli studenti ‘giocatori’ (71,5% dei maschi contro il 45,6% delle femmine), seguono Basilicata con il 57,6% (69,4% maschi, 43,7% femmine) e Puglia con il 57% (68,7% maschi, 45,1% femmine). Sicilia, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria e Umbria si attestano oltre il 50%. Inferiori alla metà le percentuali di Emilia-Romagna (40,8%); Valle d’Aosta (41,1%); Liguria (41,6%); Piemonte (42,3%); Lombardia (43,5%); Toscana (43,4%). Agli ultimi posti Trentino (35,8%), Friuli Venezia Giulia e Veneto (36,3%). “Dai dati emerge che nelle regioni del Nord il fenomeno è meno diffuso rispetto al Sud”, conclude Sabrina Molinaro. Per quanto riguarda i contesti di gioco, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici non dedicati come bar, tabaccherie, pub (32%), case private (20%) e sale scommesse (12%). Il gioco virtuale (Internet, telefono cellulare) è utilizzato nel 7%, anche se una quota del gioco praticato nelle case private avviene tramite web.
Rispetto alla frequenza aumentano coloro che dichiarano di aver giocato più di 2 volte l’anno, passati dal 43% al 45%; quelli che riferiscono di aver giocato oltre 20 volte passano dal 13 al 14%; diminuiscono quelli che hanno giocato 1 o 2 volte (dal 44% al 41%). Rimane pressoché stabile, invece, l'importo delle giocate: il 6,5% degli studenti ‘giocatori’ dichiara di aver speso oltre 50 euro nell'ultimo mese.

Fonte: CNR

lunedì 3 maggio 2010

Shame

During these days, as usual in Italy, we have been interested by a large number of news about corruption of many politicians (again and again): these news instead of disdain have provoke dsolidarity among politicians and also envy in some common people. In addition, last night I have watched on TV the movie "VIdeocracy" adding further depressing elements in my already depressed mind.

Summing up all this, I have concluded that italian society has completely lost the concept of "shame". Many times I have suggested in this blog that the main problem of this unlucky society is to be deeply "catholic"; it means to be deeply hypocrite replacing the concept of "shame", remarkably characterizing the Ancient Roman Society, with the concept of "sin". While shame implies a public and civic responsibility towards a collectivity or a community on the base of personal dignity, "sin" implies a private relation with a subject who has the eventual power to cancel it (at certain conditions)

If shame shows a social dimension on the base of "hic et nunc" (here and now) principle, sin is a private affaire involving something standing "behind" (in spatial and temporal terms). In a society inspired by shame, you have a responsibility towards the others "now": you must solve your shame condition with a concrete "physical" action. In a society inspired by sin ethics are moved to abstract "meta-physical" actions i.e. with a conversation with a priest in a confessional and few prayers. A sinner trasfers his ethical troubles beyond his own living dimension for example in the perspective of a Paradise or Hell. You may regret and everything will turn as before. It's a problem between me and God (not between me and mankind).

This is the precondition for the double faced ethics in italian society unable to acknwledge shame and finding relief with sin. In this way "omnia licet". This explains also the critical role the Vatican plays in the italian society: notwithstanding the continuing scandals it maintains an immense power within the consciences of italian people. The Vatican promises an "unlimited warranty" for itself (the cases of paedophilia have been considered as sins rather than crimes thus moved in a meta-physical sphere) and for a political class without any principle or ethical value.

Further considerations about the idea of "shame" in the italian society con be found in this interesting article (in italian).

Vergogna!

In questi giorni siamo stati bombardati da molte notizie su (presunti/veri) fatti di malapolitica che spesso hanno stimolato solidarietà (invece che sdegno) da parte di molti esponenti politici e (in non poche persone cosiddette "qualunque") anche invidia (invece che rabbia). Oltretutto l'altra sera ho anche visto il film "Videocracy" che mi ha dato un'ulteriore tegolata sulla testa.

Quello che ho potuto mestamente concludere è che la nostra società ha totalmente dimenticato il significato della parola "vergogna": anzi spesso viene spiattellata in piazza come un mero slogan completamente svuotato del suo significato.

Più volte ho sostenuto in questo blog che il male primario di questa nostra sventurata società è di essere "cattolica" non in modo superficiale ma nel profondo ovvero nel modo più ipocrita possibile: essere cattolico nel profondo vuol dire rimozione del concetto di "vergogna", che invece connotava intimamente la società romana, per sostituirlo con quello di "peccato". Mentre la vergogna implica il giudizio "pubblico" quindi di una collettività nei confronti dei suoi membri sulla base della responsabilità civile e della dignità personale, il "peccato" prevede un rapporto privato con un soggetto terzo che ha il potere di eventualmente cancellarlo (a certe condizioni).

Se la vergogna ha una dimensione sociale e riguarda l'"hic et nunc" (qui ed ora), il peccato è un affare individuale e riguarda una sfera "oltre" (spaziale e temporale). In una società ispirata dalla vergogna si deve fare i conti con una responsabilità che si ha "ora" nei confronti degli altri: la vergogna si deve risolvere con un'azione concreta cioè "fisica". Nel peccato si può risolvere il tutto con un'azione astratta o meta-fisica ad esempio una conversazione nel confessionale e magari con tre avemarie: il peccatore sposta il tutto olre la propria vita ad esempio nella dimensione inferno-paradiso-purgatorio. All'ultimo momento ci si può pentire e tutto torna come prima... Poi me la vedrò con Dio (non con gli uomini)...

In questo si fonda la doppia morale della società italiana che non conosce la vergogna e si consola con il peccato. In questo modo "omnia licet" tanto alla fine si può sempre rimediare: questo spiega anche il ruolo notevole che ha il Vaticano nella società italiana che nonostante i continui scandali e lo svuotamento ormai quasi completo dell'idea stessa di cattolicesimo, mantiene un potere immenso nelle coscienze degli italiani. Il Vaticano promette una "garanzia illimitata" a sè stesso (i casi di pedofilia sono visti come peccati e non come reati spostati quindi nella dimensione metafisica) e soprattutto ad una classe politica senza principi, scrupoli e valori morali.

Ulteriori approfondimenti sul concetto di vergogna si possono trovare in questo interessante articolo.