martedì 31 maggio 2011

"Wir sind das Volk!"

Ho sempre sostenuto che l'Italia è fondamentalmente spaccata in due: da una parte c'è un'Italia di gente onesta, silenziosa, operosa mentre dall'altra c'è un'Italia di furbacchioni, speculatori, manager da due soldi, evasori fiscali e morali. In pratica c'è un'Italia parassitaria che prospera succhiando linfa ed energia dalla prima Italia. In breve il nostro Paese si regge sulla forza fisica e morale di questa piccola Italia sfruttata.

Di questa Italia indecente fatta di imbecilli palestrati, abbronzati/e di lampada 12 mesi/anno, perennemente con il bicchiere dell'Happy-hour in mano, con il SUV in quarta fila, griffati dalla testa ai piedi, con il pensiero (e non solo) sempre proteso verso la ragazzetta del momento ("carne fresca" la chiamava un tipo di mia sfortunata conoscenza), ebbene non abbiamo mai saputo che farcene.

Sembrerebbe arrivato il momento in cui tutto questo viene a galla.

Dopo questo ultimo week-end, infatti sembrerebbe che si cominci a pensare di sbarazzarsi di questa umanità opportunista e parassitaria. E' forse arrivato il momento del coraggio? Ci stiamo finalmente indignando?

Ho anche già detto che ormai è una lotta fra il bene ed il male: bisogna solo capire e scegliere da che parte stare. Sembrerebbe, anche in questo caso, che la gente stia allora cominciando a decidere da che parte stare.

Ritengo che, superato un certo limite di galleggiamento dell'indecenza, qualcuno si è messo la mano sulla coscienza e ha avuto il coraggio di dire: "basta: io non ci sto". E questo fa sì che a vincere non siano stati i partiti, ma la gente che si è finalmente riconosciuta in personalità degne di fiducia. Non è quindi una vittoria del centro-sinistra sul centro-destra, ma è un monito dei cittadini che hanno saputo riaffermare il loro diritto alla partecipazione politica.

Non si firmano quindi assegni in bianco: il fatto di consentire ad una classe politica di governare non significa che questa stessa classe politica sia autorizzata a fare quello che vuole in mio nome. La gente ti può sfiduciare in qualsiasi momento: "ricordati che sei un uomo" bisbigliava all'orecchio degli imperatori romani uno schiavo a ciò appositamente dedicato.

Il superomismo della politica italiana esce quindi fortemente ridimensionato: e ciò è valido anche per quella fetta del centro sinistra che ora festeggia nelle piazze. "Wir Sind das Volk!", il popolo siamo noi. Non dimenticatelo. E noi cittadini dovremmo essere i primi a non dimenticarlo mai.


Piccolo bilancio della politichella nazionale con un pizzico di polemica.

Qualcuno pensa che siamo al declino del berlusconismo. Non credo. Ci vuole ancora una dose massiccia di dignità, di onestà, di integrità: ancora non abbiamo raggiunto tali livelli. Con questa legge elettorale (che nessun partito intende modificare realmente) non c'è alcuna possibilità di rovesciare i sistemi feudali che controllano attualmente i partiti. Certo è però che queste elezioni amminstrative hanno indicato nuove personalità politiche che potrebbero pesare in futuro anche a livello nazionale.

La vittoria di De Magistris a Napoli potrebbe apportare una ventata di aria fresca anche dentro IDV. Finalmente un personaggio di peso che potrebbe cambiare molto anche all'interno del suo stesso partito di riferimento.

Già si comincia a vedere il primo fuggi-fuggi dal PDL. Gente che fino a sabato sbavava come i cani di Pavlov al solo sentire il nome "Silvio" già oggi, come fece il celeberrimo Pietro, dichiara di non aver mai sopportato il medesimo Silvio e di non averlo mai votato. Questa presa di distanza, così romanticamente "italica", sommerge di ridicolo questa gentucola che da un giorno all'altro riesce a convertirsi da un fascismo dei bei tempi andati (quello dei treni in orario per intenderci) o da uno pseudo efficientismo da dirigente d'azienda ad una profonda simpatia per il partito Radicale, per Vendola, per l'ambientalismo... Che spettacolo...

venerdì 27 maggio 2011

Riflessioni del venerdì

Gira che ti rigira è di nuovo venerdì. Ce ne sono tante di cose su cui riflettere. Le ultime dichiarazioni del Presidente del Consiglio al Presidente USA (spacciate per private davanti ad una telecamera: cosa non si fa pur di far parlare di sè...), i ballottaggi (con sedi di partito che "misteriosamente" prendono fuoco quasi per avvalorare con i fatti dichiarazioni di presunta collusione dell'avversario politico con gruppi violenti ed estremisti - della serie: "che vi avevo detto?"), gli arresti di amministratori locali corrotti.

Queste cose, più consone ai polli di Renzo di manzoniana memoria, fondamentalmente mi disturbano per la loro indecenza più che preoccuparmi: il profilo generale di questa umanità è così basso che veramente si fa fatica a stargli dietro.

Molto più interessante e importante è stata la presenza dei precari della ricerca durante la puntata di Annozero. Ecco in questo caso, a fronte di un'umanità senza cervelli come nel caso di cui sopra, ci si trova davanti ai "cervelli", soprattutto di giovani (ma non solo) , che spesso abbandonano questo relitto che affonda chiamato Italia.

Il paradosso di questi anni è quindi proprio questo. La politica italiana (di destra e di sinistra), pur di difendere la propria mediocrità è disposta a tutto: anche privare l'intera collettività nazionale dei suoi migliori talenti. Il risultato finale sarà (ma è già così purtroppo) che senza "intelligenze" anche un imbecille in questo scenario sembrerà un genio...

PS
Continuano a dire che non ci sono risorse per la scuola, la ricerca e l'università.

Non ci sono risorse?

E allora perchè un Paese con le pezze nel sedere continua ad essere presente nelle missioni militari internazionali? Perchè dirottiamo milioni di euro per le missioni militari (che sono costosissime) sottraendoli a settori vitali come la formazione di cittadini (ovvero la base per la creazione di una società ed un'economia decente)?

Perchè si investono tutti questi soldi in settori improduttivi come quello militare e poi non ci sono i soldi per i servizi essenziali?

Possibile che ci sia ancora qualche anacoluto che creda che gli ordinativi militari all'industria possano funzionare da volano per l'intera economia?

E che dire dei costi stratosterici della politica a tutti i livelli? Perchè ci devono essere ricercatori precari a 40 anni con 800 euro al mese e deputati a 20.000 euro? Perchè permettiamo tranquillamente che evasori, manager e birbaccioni vari si arricchiscano sulla pelle dell'intera collettività?

I soldi ci sono: bisogna solo distribuirli meglio... Perchè tolleriamo tutto questo?

lunedì 23 maggio 2011

Traslocare i Ministeri

In Italia non ci si annoia mai. E se si rischiasse di annoiarsi con una politica troppo seria e barbosa, ecco che a tempo di record ti inventano qualcosa per divertirti. Diciamo che si tratta dell'applicazione della mentalità televisiva alla politica: tenere sempre alto il livello di attenzione del pubblico.

La campagna elettorale per le amministrative, soprattutto in Lombardia, ha assunto toni grotteschi da grande fratello o da isola dei famosi: insulti, bugie, sparate, calunnie, pianti, schiaffi e botte, pizzichi, tirate di capelli. Tutto questo non fa altro che coprire di ulteriore ridicolo una classe politica che già non brilla per autorevolezza.

L'ultima idea di spostare dei Ministeri da Roma dovrebbe essere un ulteriore momento di riflessione.

Personalmente penso che avere un Ministero a Milano, a Bolzano, a Terni, a Cagliari o a Palermo non faccia una grande differenza: certo si tratta di operazioni costosissime e complicate soprattutto in un Paese che è famoso in tutto il mondo per la sua disorganizzazione profonda e capacità di sperpero di risorse economiche. Una cosa del genere sarebbe quindi un colossale "buco nero" capace di inghiottire tutto e tutti per i prossimi tre millenni a venire.

A parte questo però, quello che fa pensare non è l'idea di spostare degli uffici. Il problema è che venga tirata fuori questa questione in campagna elettorale per solleticare l'appetito di qualche elettore. Possibile che siamo ridotti a questo? C'è bisogno di essere allettati con qualsiasi cosa per strappare una preferenza? Abbiamo sentito quello che è stato promesso a Napoli: pensare che l'elettore italiano medio sia così miserabile è una cosa veramente umiliante.

Alt. Alt. Alt. Magari ti viene pure il dubbio però che l'elettore italiano medio sia proprio così miserabile da farsi convincere con i vetrini colorati e gli specchietti: allora per chi è fuori da codesta media, l'umiliazione è ancora più grande.

Del resto, nel mio paesello, con le elezioni amministrative, si è assistito al solito valzer di inviti a pranzo e cena, panini con porchetta e penne all'arrabbiata. La folla che si è accalcata per avere la propria parte da "magnà" (tipo "sportula" dei clientes romani) non è stata poi di piccole dimensioni. Ci sarebbe da dire: "Mamma mia, quanta gente affamata..."

Nel 2011 queste cose fanno ancora molta presa evidentemente. Elevare il panino con la porchetta a simbolo totemico delle elezioni come momento di massima espressione della volontà popolare, farebbe ridere se non ci fosse da piangere.

Eh sì, perchè tra il panino con la porchetta e la promessa di un ministero sotto casa o la legalizzazione degli abusi edilizi o l'assistenza erotica domiciliare (e chi più ne ha più ne metta) alla fine non è che ci sia tanta differenza. Sono alla fine tutte forme di umiliazione delle persone: magari qualcuno si trova pure gusto a farsi umiliare, ma non siamo tutti così... Chiediamo un po' di rispetto, di dignità e di decenza.

Ed è qui che si apre la seconda questione. Tutto questo fondamentalmente ci distrae. La nostra politica è tutta intenta a tessere trame, alleanze, sotterfugi e trabocchetti; è impegnatissima a "sputtanare", a calunniare, a creare tensione con insulti e provocazioni, ad escogitare oggetti di promesse sempre più roboanti.

Io personalmente desidererei che esponenti delle istituzioni e della politica apparissero in televisione solo per dirmi che cosa intendano realmente fare per le persone, le famiglie, le comunità di questa scalognatissima terra: in materia di economia e lavoro (soprattutto per i giovani), per combattere l'evasione fiscale e la corruzione, per la tutela dell'ambiente (che è alla sbando), in materia di energie rinnovabili e sostenibilità, per la difesa dell'integrità fisica e psicologica delle donne, per le categorie svantaggiate (i disabili), per l'infanzia, la scuola, la ricerca.

Personalmente rivolgo a questi signori il seguente appello: portate pure i ministeri dove volete (anche laddove la mia educazione mi impedisce di riferire il nome), ma cominciate a fare un minimo di quel qualcosa per cui ricevete quegli stratosferici e vergognosi stipendi che puntualmente noi tutti, poveri idioti, vi paghiamo mensilmente.

venerdì 20 maggio 2011

Urban Agriculture

One of the most frequent issue I discuss here is my attempt to denounce the urban aggression against the country and the invasion of buildigs and speculations in many rural areas. Our contryside is under attack too often in the general indifference.

I have often stated that one of the main cause of this situation is the incapability, unwillingness and irresponsability of too many local public administrators who should protect local public goods instead of selling them to speculators. We are thus suffering a proces of urbanization of the countryside: for this reason all the initiatives directed to ruralize our ugly cities and towns should be considered in a specific proper attention. One of these initiative is urban agriculture.

The term "urban agriculture" defines any form of agricultural production made inside an urban area, This includes food production (crop, livestock, dairy, mushrooms, etc.) aquaculture, flowers, etc. These produtions may involve small gardens or even great size production structures.

Urban agriculture is a reply to well defined food needs, but it also supports many other activities, such as improvements of the quality of life in many suburbs, social cohesion, entertainment activities, etc.

In the US and in many European countries urban agriculture is also a reply to the low quality of many food products sold in the supermarkets. For this reason people use all the spaces available: abandoned areas, terraces and so on.

In Italy urban agriculture is very diffused as well: above all in Rome, Turin, Neaples, Milan, Florence, Pisa, Bologna, Palermo and also in many small towns. At least 40% of italians are involved in these activities in small gardens, in terraces and other spaces for house productions.

For many italians, urban agriculture offers the possibility to have genuine food, but a lot of people finds that, manual agricultural works are good occasion to improve physical and mental health. Often many associations, schools and wise municipalities are joint together in many agricultural initiatives and projects held in urban areas where food production and environmental and social committment are strictly linked.

Urban agriculture implies a direct people participation to achieve greener and better urban areas involving in particular children and their families.

I would like to express my admiration to these persons who, with their initiatives, provide relevant contributions not only to improve the quality of life of our cities, but also contribute to a political and social change.

mercoledì 18 maggio 2011

Spazio all'Agricoltura Urbana


Uno degli argomenti ricorrenti di questo blog è la continua denuncia dell'aggressione urbana e dell'invasione della speculazione edilizia da parte di palazzinari sciacalli delle campagne e delle aree rurali. Insomma stiamo assistendo impotenti all'urbanizzazione massiccia delle nostre campagne, purtroppo e troppo spesso nell'indifferenza generale.

Allo stesso modo ho tante volte denunciato, come causa di tutto ciò, l'ignoranza, l'imperizia, il dolo di troppi amministratori pubblici locali che dovrebbero tutelare i beni pubblici locali invece di svenderli al primo impastatore di sabbia e cemento di passaggio. Parimenti ho spesso sostenuto che gli uffici tecnici dei comuni (grandi e piccoli che siano) sono diventati il vero snodo di potere della gestione della cosa pubblica locale: se c'è qualocsa che non va, ed il paesaggio che ci circonda è spesso un impietoso indicatore di questo degrado, frequentemente le responsabilità devono essere cercate proprio lì.

Se allora stiamo subendo l'urbanizzazione della campagna, devono allora essere tenute in grande considerazione tutte le iniziative che invece spingono alla ruralizzazione delle nostre orribili città. Tra queste iniziative devono essere segnalate l'agricoltura urbana e l'agricivismo.

Il termine “agricoltura urbana” si riferisce a qualsiasi forma di produzione agricola che viene effettuata all’interno di aree urbane o periurbane. Ciò comprende la produzione alimentare (vegetale o animale, casearia, funghi, ecc.), acquacoltura, piante medicinali o ornamentali, ecc. Queste produzioni possono essere realizzate nelle forme più svariate: dai piccoli orti alle strutture produttive di grandi dimensioni. L’agricoltura urbana non risponde solo ad esigenze alimentari ma sostiene molte altre attività come quelle legate al miglioramento della vivibilità dei quartieri, il rafforzamento della coesione sociale, attività ricreative e culturali.


Negli USA e in molti Paesi europei essa è diventata una moda anche per rispondere alla bassa qualità di molti alimenti commercializzati nelle grandi città. Spesso vengono coltivati tutti gli spazi disponibili o aree verdi abbandonate e occupate abusivamente, ma anche sui terrazzi si coltivano pomodori, insalate, fagioli e piselli.


Anche in Italia il fenomeno è molto più diffuso di quanto si creda e si sta consolidando ampiamente soprattutto a Roma, Napoli, Milano, Palermo, Pesaro, Bologna, Firenze, Pisa, Torino, ma anche in realtà cittadine più piccole. Si stima che quasi quattro italiani su dieci si dedicano alla cura del verde urbano in giardini, orti o terrazzi in genere in piccoli lotti tra i 40 e i 65 mq. Si tratta spesso di aree di proprietà comunale adibite ad orti e giardinaggio ricreativo: vengono assegnate in comodato ai richiedenti per produzioni familiari. In altri casi molte associazioni si organizzano per creare nuovi orti urbani e stimolare l’autoproduzione alimentare.


La motivazione principale è la speranza dei ottenere di cibi più genuini, ma per molti, tornare a dedicarsi alla terra, significa fare un’attività utile sia alla salute fisica che mentale. Associazioni ambientaliste, associazioni di cittadini, famiglie o singole persone, amministrazioni locali lungimiranti e le scuole frequentemente sono unite in molte iniziative congiunte e progetti che coniugano produzione alimentare ed impegno ambientale e sociale.


Su questi criteri si basa in particolare l’ "agricivismo” che implica una partecipazione attiva dei cittadini affinché gli spazi urbani siano più verdi e vivibili: creare legami sociali, rispondere a un fabbisogno locale alimentare, coinvolgere le parti più deboli delle società, insegnare ai bambini, che hanno un'idea industriale del cibo, da dove vengono le cose che si mangiano, sono gli obiettivi principali dell’agricivismo. In Internet è possibile trovare molte testimonianze di queste esperienze e informazioni ed è impossibile in questa sede riportarle tutte.

Cito, a mero titolo di esempio i seguenti siti:

Orto Diffuso (http://ortodiffuso.noblogs.org/),

Agricoltura Urbana (http://www.agricolturaurbana.info/),

Guerrilla Gardner (http://www.guerrillagardener.it/).


Anche nelle grandi città è quindi possibile rimboccarsi le maniche ed impugnare una zappa: sembrerà magari un’espressione di sentimentalismo ambientalista o di idealismo alimentare. A tutti coloro che già si dedicano a queste attività va la mia grandissima ammirazione perchè con questi piccoli gesti di riappropriazione della sfera pubblica da parte di tante comunità, si crea un contributo sostanziale per il cambiamento politico e sociale di tante aree urbane del nostro Paese.

mercoledì 11 maggio 2011

"Er Teremoto de Roma"

Questa mattina mio figlio (II media) è partito per una gita di istruzione a Roma. Due terzi dei ragazzi e delle ragazze delle varie classi coinvolte dalla gita in questione non hanno partecipato.

Molti genitori, per evitare di mandare i loro figli/figlie a questa gita, hanno escogitato le giustificazioni più fantasmagoriche: chi deve effettuare visite mediche specialistiche, chi ha delle improvvise allergie, chi deve svolgere improbabili tornei sportivi di ogni tipo, chi è caduto da cavallo (come la Pallavicini), chi è rimasto vittima di un'improvvisa letargia, chi è rimasto chiuso in un ascensore, chi è rimasto traumatizzato dalla visione di un film, a qualcuno è morto ripetutamente il nonno o la nonna, ...

Il dubbio viene però: non ci sarà mica il terrore per il fatidico terremoto di Roma dell'11 maggio? Direi che si potrebbe rispondere affermativamente: probabilmente qualcuno a casa sarà pure dovuto rimanere, ma nella strangrande maggioranza dei casi, sotto sotto, c'è la paura dell'annunciato terremoto.

Fermo restando che un terremoto è un evento che può sempre capitare (magari proprio oggi con mio figlio in gita a Roma...) e che predire la data esatta di un terremoto è una cosa estremamente implausibile e scientificamente improbabile, la paura e l'ansia che circondano questo evento fanno molto pensare. Per dire meglio, fa molto pensare quanto possa essere facile indurre ansia all'interno di una società fondamentalmente "debole", poco informata e vulnerabile al primo negromante di passaggio.

Francamente mi sembra l'ennesima conferma della scarsissima mentalità scientifica che alberga nelle menti di gran parte dei componenti la nostra società: una mentalità anti-scientifica che predilige sistematicamente la superstizione, il cartomante, l'oroscopo alla scienza, al pensiero razionale e filosofico, alla cultura, all'informazione.

Si tratta insomma di una forma di ignoranza profonda che nulla ha a che vedere con qualsivoglia livello di istruzione: non basta saper leggere e scrivere o avere un discreto livello di alfabetizzazione per non essere dei superstiziosi. Basta avere la capacità di mettere tutto da parte e far prevalere la parte più "infantile" che ciascuno di noi ha dentro di sè.

Questo spiega anche perchè nel nostro scalognatissimo Paese puntualmente il parere del prete magari prevale sempre su tutto, perchè poi alla fine tante persone finiscano imbrogliate da sedicenti santoni e guaritori, perchè tutto ciò che è scienza-istruzione-umanesimo-cultura-arte vengano considerate come faccende inutili e di secondaria importanza rispetto agli amuleti, ai santini, ai miracoli. Spiega poi perchè così facilmente così tante persone possano credere a promesse astruse anche a livello politico.

Il fantomatico terremoto di Roma dell'11 maggio 2011 alla fine sta mettendo a nudo quell'anima medievale che ancora si aggira per le nostre strade: pensare che ci sia ancora una parte di umanità in questa penisola che ancora non è passata attraverso l'illuminismo o il razionalismo farebbe anche ridere per il ridicolo se non facesse impressione. E pensare poi che questa stessa gente che crede a queste cose è anche la prima che si permette di criticare uomini e donne di altre culture per le loro tradizioni, i loro costumi e le loro credenze religiose...

giovedì 5 maggio 2011

Il Successore

E' un periodo bislacco per me.

Non ho voglia di scrivere, non ho voglia di pensare, non mi va di stare davanti al computer. Ho bisogno di spazi aperti, di aria, di vedere ed ascoltare persone intelligenti da cui imparare qualcosa: per questo rigetto la TV.

Sarà forse dovuto alle belle giornate di sole, alla natura che in questi giorni è bellissima, alla primavera, agli uccellini...

Fuori. Fuori. Aria. Aria...

Però ogni tanto qualche cosa attira la mia attenzione. Forse perchè totalmente agli antipodi di questo desiderio profondo di saggezza ed intelligenza, le cose cretinissime continuano ad attirare la mia curiosità.

L'ultima notizia sull'indicazione di un nuovo "delfino" del premier attira tantissimo la mia curiosità. Pensate un po': immaginare un successore ed una successione come avviene nelle case regnanti, nelle monarchie, nelle grandi imprese di famiglia... Fa comunque pensare ad un qualcosa di "privato" che passa di mano in mano. Francamente in politica non avevo mai sentito nulla di simile.

E poi successione a cosa? alla guida di un partito o alla carica di primo ministro?

Nel primo caso mi viene da pensare non tanto alla radiografia di un partito politico democratico all'interno di un sistema democratico, ma ad una struttura politica assolutistica in un sistema politico ingessato. Insomma mi vengono alla mente le dinamiche dei partiti comunisti dell'esteuropa durante gli anni della Cortina di Ferro. E' paradossale che colui che teme i comunisti come il diavolo poi alla fine si ispiri così tanto ai comunisti di stampo sovietico. Mi pare che l'influenza di Putin in questo caso si faccia molto sentire. La putinizzazione e russificazione della politica italiana, come stile e modello di fare politica, è quindi, secondo me, tradita da queste dichiarazioni.

Alla seconda ipotesi poi non posso nemmeno pensare. Possibile che siamo arrivati all'ereditarietà delle cariche istituzionali? Capolinea della democrazia?

Comunque siano le cose, mi sembra una dichiarazione (come le altre simili dette in precedenza su altri presunti "delfini") che dovrebbe far riflettere. Sono parole che non dovrebbero essere sottovalutate soprattutto nel loro significato più profondo.

La dicono lunga infatti su:
a) la considerazione della democrazia, del confronto, della dialettica e della selezione della classe dirigente anche all'interno di un partito (occhio a non essere sgraditi al sovrano...)
b) l'effettiva articolazione e dinamica interna di certi partiti politici (che alla fine tali non sono quindi)
c) il basso livello e profilo della politica italiana nel suo complesso con la privatizzazione, personificazione e la "leaderizzazione" dei movimenti politici (quanto piacerebbe anche agli altri leader politici fare lo stesso?)
d) il populismo come forma consolidata di governo
e) la stupidità diffusa nella società italiana che non si avvede del baratro ove ci sta spingendo questa modestissima classe politica.


Chiunque volesse aggiungere altri punti, mi faccia sapere che allungo l'elenco...

lunedì 2 maggio 2011

The Bin Laden's Death

The recent news about the Bin Laden's death have circulated very soon everywhere in the world.

Maybe it could be a strange historical coincidence, but this death has arrived in a particularly critical moment for the entire arab world. These countries are in fact under a phase of great change and transformation.

In brief this great process of change surely will embrace and involve also the end of this figure and the related consequences.

Can we now imagine a really different future for the whole world? Can we imagine an effective cohabitation among different cultures and a peaceful life for different communities? Can we imagine now a different way to use so many resources towards the survival of our planet Earth instead of terrorism and the fight against terrorism?

It could be fine to answer "yeah" to these questions and, like in the good old films, imagining a great happy end. On the contrary, I don't feel so optimist...

La morte di Osama Bin Laden

Le notizie sulla morte di Bin Laden hanno fatto subito il giro del mondo.

Sarà forse una strana coincidenza della storia, ma la morte di questo personaggio arriva in un momento veramente cruciale per l'intero mondo arabo. Si tratta di una parte di mondo in forte ebollizione e in fase di grandissimo cambiamento.

Insomma sembra che si sia attivato un processo di trasformazione di grandi dimensioni cui si inserisce anche la scomparsa di questa figura.

Possiamo ora immaginare un futuro veramente diverso per la convivenza di culture diverse, per la serenità delle comunità e magari concentrare maggiori risorse (invece che per il terrorismo e la lotta contro il terrorismo) per una vita decente per le persone e la sopravvivenza stessa di questo benedetto pianeta?

Sarebbe bello rispondere affermativamente a queste domande e, come nei bei film che si rispettano, immaginare un grande lieto fine. Invece non mi sento particolarmente ottimista...