mercoledì 23 dicembre 2009

Xmas thoughts

We are very close to the next festivities and hence I wish to express my personal "Xmas thoughts" also for the upcoming new year 2010.

My thoughts go to who has lost his/her job during these months above all as consequence of financial speculators and political and economic jackals of any kind who have accumulated with impunity a furtune on hundred of thousands of citizens' skin .

My thoughts go to has to paid the bill for whom has made business not risking his money, but using citizens' savings, paying the consequences of speculators' tricks and jokes of the "economy of nothing" deceiving hundred of thousands of citizens thanks to the lack of a system of rules (many times promised but never arrived)

My thoughts go to temporary workers hoping that they may have a serene festivities' time for a kind of life, always hanging by a thread, ususally with no serenity.

My thoughts go to suffer the effects of environmental degradation in the general indifference, to whom is enjoying these festivities in the abundance and excess, while the human existence is going at a foolish speed along a dead track. My thoughts go to those intoxicated by the air we breath, assaulted by magnetic fields, poisoned by junk food and dirty water, oppresed by a foolish climate. In brief my thoughts go to all of us...

Pensiero di Natale

Visto che ormai siamo prossimi alle festività natalizie, desidero esprimere il mio personale "pensiero di Natale" e l'augurio per il prossimo anno 2010.

Il mio pensiero va a chi ha perso il proprio posto di lavoro in questi mesi principalmente per colpa di speculatori finanziari senza scrupoli e sciacalli della politica e dell'economia di ogni sorta che hanno accumulato una fortuna sulla pelle di centinaia di migliaia di persone facendola pure franca.

Il mio pensiero va a chi ha pagato il conto salatissimo di chi ha fatto affari non rischiando i propri soldi ma con i risparmi degli altri, coloro che hanno pagato le conseguenze dei trucchi e dei sotterfugi dei venditori di fumo che hanno potuto ingannare, sapendo di ingannare, approfittando della mancanza di un sistema di "regole del gioco" che non è mai arrivato nonostante le tante promesse.

Il mio pensiero va ai lavoratori precari di tutte le categorie perchè possano trascorrere alcuni giorni di serenità di una vita appesa ad un filo che non ammette serenità.

Il mio pensiero va a chi subisce gli effetti del degrado dell'ambiente nell'indifferenza generale, coloro che brindano e mangiano a più non posso mentre il treno dell'esistenza di tutti corre impazzito senza freni lungo un binario morto. Il mio pensiero va a tutti quelli intossicati dall'aria che respiriamo, aggrediti dai campi magnetici che ci circondano, avvelenati da cibi e acqua sempre più scadenti, oppressi da un clima impazzito. Insomma il mio pensiero va a tutti noi...

lunedì 21 dicembre 2009

Ghost-houses in Italy


A recent police investigation has confirmed the "presence" of at least more than 1 ml ghost-houses in Italy. More than 500.000 of them have been discovered in the current year 2009. The larger part of these houses are the result of total construction abuses. The ghosts have been identified thanks to a confrontation between maps with the existing buildings and some air recognitions. From this, some anomalies emerged which often everyone knows (above all in small towns and villages) but noboby has never declared.

Just make a short walk in the countryside and in many rural areas in Italy one can see how easily can be to build a villa where before there were fields...

This is not only a problem of fiscal evasion. The issue is definitively wider. On the one hand all this confirms a total lack of a culture of the territory as economic, environmental and cultural resource. On the other hand it confirms once again that there are too many italians who too easily and too frequently violate any minimal rule at the base of the governance of the territory where they live and the quality of the landscape of the place around them.

Too often small municipalities prefer to "shut their eyes" and ignore what is happening because making these rules observed may become an umpopular policy eroding votes. Defending the territory, environment and landscape as well as the respect of the law may become something umpopular!

So, everyone feels free to do anything he/she wants: villas, countryhouses, pools, garages, chalets, wells etc. detroying and disarranging all, thus stressing landascapes and the countryside.

This cofirms also the enormous power focused on those local authorities devoted to construction licenses and governance: they may make controls, sanctions or avoid to do this.

A small advantage in the short run is obtained at the cost of huge disvantages in the long run in economic, environmental and social terms. And the final bill will be charged to local communities. As usual...

L'Italia delle case-fantasma


Sarebbero più di un milione le case che non risultano al Catasto. Nel solo 2009 sono state scovate più di mezzo milione di case fantasma: la maggior parte di queste case sono il frutto di abusi totali e passibili quindi di demolizione. E' bastato confrontare le mappe con gli immobili esistenti ed effettuare delle ricognizioni aeree per costatare che esistevano delle anomalie che spesso tutti conoscono (soprattutto nei piccoli Comuni), ma che nessuno aveva il coraggio di denunciare.

E sì! Perchè basta fare due passi in campagna e ci si accorge con quale e quanta facilità possono spuntare ville e villette laddove prima c'erano pascoli o campi coltivati o dove dovrebbero sorgere dei "ricoveri per attrezzi" per uso rurale.

In questo caso non si tratta solo di un problema di evasione fiscale. La questione è decisamente più ampia. Tutto questo conferma infatti da un lato la più completa mancanza di una cultura del territorio e dall'altra il fatto che esistono un bel po' di italiani, come se ci fosse bisogno di ulteriori conferme, che se ne infischiano altamente delle regole minime che governano l'uso del territorio e la qualità dei paesaggi. Spesso poi i piccoli Comuni chiudono un occhio ed anche due perchè far rispettare queste regole vuol dire adottare una politica impopolare e magari pestare i piedi a qualche elettore o potenziale tale.

La difesa del territorio diventa quindi una questione impopolare!

E quindi chi può costruisce ciò che vuole, dalla villa, alla piscina al garage fino ai pozzi, stravolgendo tutto... Basta appunto fare un giro per le campagne e vedere questo sbriciolamento abitativo sparso ovunque senza regole, nemmeno quelle estetiche.

Tutto questo poi riconferma ulteriormente il ruolo critico degli uffici tecnici dei Comuni che oggi detengono un potere enorme a livello locale: spesso sono gli artefici del degrado o della salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio e del territorio. Il tutto secondo il principio: i Sindaci vanno e vengono, l'ufficio tecnico resta.

Con buona pace dei cittadini...

giovedì 17 dicembre 2009

Copenhagen: see the experts' point of view from UCS

On the website of the Union of Concerned Scientists is posssible to see a number of interesting videos (in English) related to the environment experts' point of view about the climate summit in Copenhagen.

These videos can be found here.

Fotovoltaico innovativo: dal CNR importanti tecnologie per la green economy italiana


Riporto di seguito il testo di un comunicato stampa del CNR relativo ad un'importante tecnologia innovativa nel campo del fotovoltaico. Mi auguro che le istituzioni e gli impenditori si facciano avanti per cogliere questa occasione per dare un supporto sostanziale alla green economy italiana.

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‘Trasformare’ un elemento fotovoltaico in un altro, per ottimizzare le sempre più rare e preziose materie prime disponibili, ma anche per snellire tempi e costi di produzione. Quello che fino a ieri era un ambizioso progetto scientifico, oggi è una realtà grazie alla rivoluzionaria tecnica messa a punto dalla Dichroic Cell in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara e CNR-INFM (Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto Nazionale per la Fisica della Materia). Gli elementi alla base delle celle fotovoltaiche sono Silicio, Arseniuro di Gallio (GaAs), Fosfuro di Indio e Gallio (InGaP), ma soprattutto Germanio (Ge). Tutti rari e costosi, soprattutto il Germanio. Per aggirare questo ostacolo, la Dichroic Cell ha iniziato a sviluppare una metodologia del tutto innovativa, che mira a convertire un elemento costoso e raro come il Germanio in un altro elemento, il Silicio, più reperibile e meno dispendioso. Il procedimento si basa sull’utilizzo di un macchinario ultratecnologico, il reattore L.E.P.E.C.V.D. (Low Energy Plasma Enhanced Chemical Vapor Deposition), che lavora come una sorta di forno in grado di depositare il Germanio sul Silicio e di consentire appunto la ‘trasformazione’ di un elemento nell’altro. In base alle previsioni formulate, attraverso questa sofisticatissima tecnologia è possibile abbattere il costo del substrato delle celle fotovoltaiche di oltre il 60%. Una riduzione dei costi che diventa del 30% quando si prendono in esame le celle fotovoltaiche più costose, con substrato in puro Germanio. Quella impiegata dal gruppo di ricercatori è una tecnologia davvero sofisticata, il cui sfruttamento commerciale ha preso avvio in ambito aerospaziale negli anni ’90 per applicazioni esclusivamente orientate a tale settore. La grande intuizione della Dichroic Cell e del gruppo di ricerca pubblico-privato è stata quella di trasferire dall’ambito aerospaziale a quello terrestre una metodologia altamente sofisticata e dai costi proibitivi, riuscendo a renderla applicabile ad un’economia per uso terrestre su scala industriale. Gli straordinari risultati di questa ricerca sono stati tenuti secretati fino ad oggi, e finalmente dallo scorso settembre Dichroic Cell ha iniziato a produrre e a vendere i primi Substrati Virtuali, risultato di una tecnologia che ha quindi disponibilità di materiali, costi ed efficienze per soddisfare sino al 10% del fabbisogno energetico nazionale. “Coraggiosi imprenditori, soprattutto veneti, hanno investito negli studi e nella ricerca applicata dell’Università di Ferrara - spiega Federico Allamprese Manes Rossi, Amministratore Unico della Dichroic Cell S.r.l. – I laboratori messi a disposizione da CNR-INFM hanno portato alla realizzazione di una tecnologia strategica e all’avanguardia, valida non solo per il settore fotovoltaico, ma anche per quello aerospaziale e dell’automotive. La lungimiranza dello scorso e dell’attuale governo sta consentendo di portare all’industrializzazione questa iniziativa, patrimonio esclusivo della nostra nazione”. La tecnica, del tutto rivoluzionaria e messa a punto per la prima volta in Italia, consente realmente al team di scienziati di guidare l’innovazione tecnologica del fotovoltaico nel nostro Paese e nel Mondo. Come afferma Patrizio Bianchi, economista industriale e Rettore dell’Università di Ferrara, “questa rivoluzionaria scoperta, messa a punto con la collaborazione del nostro Dipartimento di Fisica, conferma come la nostra sia davvero un’Università di ricerca e come, in questo ambito, svolgiamo una funzione di sperimentazione e traino dell’intero sistema nazionale. Abbiamo lavorato intensamente sulla ricaduta industriale della nostra ricerca e sulla creazione d’impresa”. Altra voce autorevole dell’Università di Ferrara è quella del Prof. Giuliano Martinelli, Direttore del Dipartimento di Fisica e coordinatore scientifico del gruppo di ricercatori. “Ritengo - osserva il Prof. Martinelli - che l’investimento fatto da Dichroic Cell in questa innovativa ricerca sia stato davvero lungimirante. Ora mi auguro che gli Enti di riferimento mostrino, non solo nelle proclamate intenzioni, ma anche nei fatti, la stessa lungimiranza. In primis, promuovendo l’accesso al ‘Conto energia’ anche per i sistemi a concentrazione, ritenuti particolarmente idonei per la produzione di energia su larga scala. Questo potrebbe cancellare o limitare le perplessità di istituti finanziari e altri potenziali investitori, per ora restii a riversare le proprie risorse in una tecnologia che, non avendo accesso all’incentivo, di fatto soffre di carenza di mercato. Solo così i risultati della ricerca potranno rapidamente trasferirsi in una realtà industriale in grado di apportare un importante contributo al nostro fabbisogno energetico, fornendo un prodotto di alto valore commerciale per la nostra esportazione, in particolare nel bacino del mediterraneo”. Attualmente, tra tutti i dispositivi fotovoltaici presenti sul mercato, le celle solari basate su composti con substrato in Germanio hanno mostrato la più alta efficienza di conversione. Celle solari multigiunzione basate su questi materiali hanno ormai raggiunto efficienze record di conversione di oltre il 39% , mentre nell’immediato futuro è prevedibile che vengano raggiunte efficienze superiori al 40%. “Energie rinnovabili ed efficienti, oltre che alla portata di tutti: con questo obiettivo il Consiglio Nazionale delle Ricerche si cimenta da anni” - tiene a sottolineare il Presidente del CNR, Prof. Luciano Maiani - “Ogni progresso in tal senso costituisce dunque un passo in avanti verso un traguardo tanto ambizioso quanto strategico per il Paese. La scoperta di una tecnica in grado di ottenere una maggiore efficienza delle celle fotovoltaiche, risparmiando sui materiali, rappresenta in tal senso un successo di cui i ricercatori del CNR-INFM, in collaborazione con quelli dell’Università degli Studi di Ferrara e della Dichroic Cell, possono andare orgogliosi. In più, la sinergia tra impresa, Università ed Ente pubblico rimarca ancora una volta l’importanza strategica del dialogo tra pubblico e privato, per il benessere e la ricchezza dell’Italia. Oltre che per il progresso e il futuro della ricerca”.

lunedì 14 dicembre 2009

Strange times in Italy

It is surely quite worrying the fact that a person with a mental disease may hurt a Prime Minister (whoever he is). It is also warrying that all this may happen so easily.

If the Prime Minister is Mr Silvio Berlusconi anything may turn even more complicated because he has a relevant massmedia role and he showed, and still shows, a primary capability to divide italian society.

This event thus highly contributes todivide Italy and to make even more spectacular the "circus" of italian politics.

It is rather pathetic to see how this event has been exploited by italian political parties: the Prime Minister has not been a victim of a terrorist assault or an act of political violence. Nonetheless the political propaganda has immediately exploited the case against all the adversaries and enemies.

In Italy we are living a strange moment. The problem is not this episode per sè but rather the domino effect now in progress...

Qui tira una strana aria...

Certamente che una persona con problemi psichici colpisca il Presidente del Consiglio (chiunque esso sia) costituisce un fatto preoccupante. Che poi ciò avvenga con una relativa facilità è un fatto altrettanto preoccupante.

Quando poi a subire un atto di violenza è una figura a massima penetrazione mass-mediatica come Silvio Berlusconi, tutto diventa ulteriorimente più preoccupante anche perchè viene tirata in ballo una figura che ha avuto, ed ha tuttora, la capacità di dividere in modo netto la società italiana.

Questo episodio non fa altro quindi che dividere ulteriormente questo sfortunato Paese e spettacolizzare ancora di più quel circo equestre che è divenuta la politica italiana.

Al di là di tutto, fa abbastanza pena vedere come si sia cercato immediatamente di sfruttare questo triste episodio per fini politici e di partito: il premier non è stato vittima di un attentato terroristico o di un atto di violenza di matrice politica eppure immediatamente si confeziona il "pacco propagandistico" e lo si rispedisce all'avversario politico del momento.

Certo in Italia si respira un'aria strana, non tanto per l'episodio in sè ("ricordati che sei un uomo" diceva un piccolo schiavo alle spalle degli Imperatori Romani) ma per l'effetto domino che si sta scatenando in queste ore...

giovedì 10 dicembre 2009

The Terra Madre Day


Terra Madre celebrates today a day devoted to the central role of food and its traditions. Global Events involving communties worldwide are organized to understand and share a "culture of food" as expression of human respect for Earth and her resources.

More info here and here

Il Terra Madre Day


Terra Madre celebra oggi una giornata dedicata alla centralità del cibo e delle tradizioni che esso coinvolge. Eventi globali che coinvolgono comunità in tutto il pianeta per conoscere e rivalutare la "cultura del cibo" come espressione del rispetto dell'uomo per la Terra e le sue risorse.

Maggiori informazioni su questo link

mercoledì 9 dicembre 2009

A bad weather in Copenhagen

Even if I'm very busy these days, I'm trying to follow the conference in Copenhagen. I must say that I'm not particularly optimist: well maybe I'm definitively pessimist...

I think that there is no real intention by Governments and politicians to take any real serious and adequate initiative to deal with the current environmental crisis. They are still looking for a compromise between economic and environmental needs without suggesting and immediately implementing a development model for mankind capable to act a a real change.

Apart some isolated action from some Scandinavian country and despite the evidence of the current catastrophic situation (which some idiot still denies), the entire issue is not cosnidered seriously yet.

We are still waiting: we are still discussing... At time is running out...

We all perfectly know that politicians, above all the italian ones, are expressions of powerful lobbies and mafias (oil, chemicals, drugs, mass-media, weapons, etc.). We all know that the interests of these groups have a complete priority over any social, health or environmental need. Money always prevails in any political decision...

What can we expect from this kind of people?

As I have already written here, all of us must do our bit: we cannot wait for someone else intervention. We cannot delegate anything to others. We can do a lot through our everyday choices, we must be aware and informed (we must READ, READ, READ)

We must focus our lives on the idea of "take care" and "respect": for the environment, for other people, other cultures, other ideas...

Without respect there is no future...

Tira una brutta aria a Copenhagen

Nonostante sia molto impegnato in questi giorni, sto seguendo, come posso, la conferenza di Copenhagen. Devo dire che non sono particolarmente ottimista riguardo alle conclusioni di questo meeting. Anzi devo dire che sono decisamente pessimista...

Non vedo alcuna reale intenzione dei Governi e dei politici di prendere alcuna iniziativa decisiva e seria per fare fronte all'emergenza ambientale in corso. Ancora si cerca un compromesso fra ragioni economiche e necessità ambientali senza proporre ed adottare un modello di sviluppo per l'umanità che rappresenti una cesura con quello fino ad oggi adottato.

Stiamo ancora discutendo. Stiamo ancora aspettando. Ed intanto il tempo corre...

A parte qualche iniziativa totalmente isolata di qualche Paese scandinavo e nonostante ormai l'evidenza della catastrofe in corso (che qualche povero imbecille ancora nega), ancora non si riesce a prendere sul serio l'intera problematica.

Che i politici, compresi quelli italiani, siano espressione di lobbies e mafie potentissime (chimiche, petrolifere, farmaceutiche, mass media ecc...) è fin troppo chiaro. Che gli interessi di questi gruppi di potere siano di gran lunga prioritari rispetto a qualsivoglia ragione ambientale o sociale è altrettanto evidente. Il denaro prevale sempre in ogni decisione politica.

Da questa gente che cosa ci possiamo aspettare?

Come ho già scritto altre volte, dobbiamo, ciascuno di noi nel nostro piccolo, fare la nostra parte e non aspettare che siano gli altri a decidere per noi: possiamo fare molto con le nostre scelte quotidiane, approfondendo queste tematiche (dobbiamo LEGGERE!!!!), rifiutando di farci abbindolare con le collanine e gli specchietti...

Dobbiamo riscoprire il significato di prenderci cura anche dei luoghi dove vivamo e riscoprire il significato di "rispetto" per l'ambiente, per le persone, per le idee...

Senza "rispetto" non c'è futuro.

giovedì 3 dicembre 2009

L'Italia ed Internet

L'IIT-CNR ha recentemente presentato le conclusioni di un'interessante ricerca circa la diffusione dei domini internet .it

Di seguito riporto il relativo comunicato stampa
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Bologna e Milano sono le province italiane con più utenti ‘evoluti’ della Rete, seguite da Bolzano, Pistoia e Rimini. Tra le regioni, il Trentino-Alto Adige conferma la propria leadership, staccando Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio. Sono alcuni dei dati salienti dello studio sulla diffusione di Internet in Italia, elaborato dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr), da cui si evince che esistono 289 domini .it ogni 10 mila abitanti.
La ricerca, unica a livello europeo per metodologia, si basa infatti sui dati del Registro .it (l’anagrafe dei domini a targa ‘italiana’, gestita dallo stesso Iit-Cnr) e mette a confronto i nomi a dominio registrati in rapporto ai residenti maggiorenni ma anche ad enti e imprese. “Il risultato è una radiografia accurata della diffusione della rete e, in particolare, del suo uso più evoluto e consapevole”, osservano Maurizio Martinelli e Michela Serrecchia, i curatori dello studio. “Il possesso di un dominio evidenzia che l’utente intende sfruttare al meglio le opportunità offerte da Internet e non si limita a una fruizione sporadica o passiva”.
Lo studio dell’Iit-Cnr ha assunto come riferimento 1.429.009 domini .it per i quali è stato possibile risalire alla tipologia dell’assegnatario e ha calcolato quale indice della diffusione di Internet a livello generale, ovvero senza tenere conto delle tipologie dei registranti, un ‘tasso di penetrazione’ (TP) di 288,87 domini ogni 10mila abitanti.
Ma la prima sorpresa viene dal confronto per macro-aree: il tasso di penetrazione maggiore è nel Centro Italia (354,48), davanti al Nord (340,82) e al Sud (180,51). Diversa, ovviamente, è la situazione riguardo al numero di domini .it registrati, dove il Settentrione accentra il 54,35% del totale, lasciando il 24,34% al Centro e il 21,31% al Sud.
In testa alla classifica per regioni, il Trentino Alto Adige con un TP di 457,99 (che però conta solo il 2,61% dei domini registrati), davanti a Lombardia (TP 381,31 ma con il 21,48% dei nomi a dominio), Emilia Romagna, Lazio e Toscana. Nessuna regione del Meridione compare tra le prime dieci: la prima è l’Abruzzo, in tredicesima posizione (TP 240,61), mentre in coda alla classifica compaiono Sicilia (156,34), Basilicata (146,56) e Calabria (140,5).
Sul fronte delle province, sempre nella graduatoria generale, Bologna conquista il primato con un TP di 602,73 pari a 49.665 domini, seguita da Milano, il cui TP di 535,15 vale 175.446 domini. Seguono Bolzano (533,67) e Pistoia (465,59). La Toscana piazza nella top ten anche Firenze (settima: TP 428,49), Pisa (ottava con 392,71) e Siena (decima: 362,05). In coda alle province c’è purtroppo solo il Sud: tutte le ultime venti posizioni, con in coda Crotone (TP 114,22), Caltanissetta (108,44) ed Enna (104,77, pari a 1.471 nomi registrati).
“Il sistema utilizzato dall’Iit-Cnr ha permesso”, proseguono Martinelli e Serrecchia, “di estrapolare delle graduatorie specifiche che individuano i nomi a dominio censiti dal Registro .it ogni 10mila abitanti o ogni 100 imprese ed enti, effettuando anche un raffronto con l’analoga ricerca condotta nel 2004”. Va detto subito che le aziende registrano la grande maggioranza dei domini .it: nel campione utilizzato, 910.694 contro i 392.383 assegnati alle persone fisiche, 55.234 agli enti no-profit e 46.458 ai liberi professionisti.
Tra le imprese primeggia ancora Bologna che dalla nona posizione rilevata nell’indagine del 2004 raggiunge la vetta (TP 45,42: ovvero quasi un dominio ogni due imprese), sorpassando Milano (seconda con un TP di 37,64) e Bolzano (36,57). Tra le regioni, al primo posto le aziende del Trentino Alto Adige (TP 32,57) davanti alla Lombardia (TP 28,53), che però è prima in termini assoluti con 214mila domini, quasi un quarto del totale di settore, e ad Emilia Romagna e Lazio.
Roma ‘caput Internet’, invece, tra le persone fisiche (TP 143,40, pari al 12,33%) dove sorprende l’enorme balzo in avanti di La Spezia, che recupera sessanta posizioni piazzandosi seconda (TP 140,08), seguita da Rimini (134,33) e Bolzano (121,81). La graduatoria amplifica le differenze territoriali: le province più meridionali tra le prime 20 sono Pescara in 14esima posizione (TP 88,05) e Ascoli Piceno (83,51), ventesima; lo sono invece 17 delle ultime venti posizioni. A livello regionale il Lazio è in testa con un tasso di penetrazione del 124,89 e il 14,73% di domini registrati, davanti a Trentino-Alto Adige (TP 105,27), Toscana (TP 95,78) e Lombardia (TP 86,29 ma primato quantitativo con il 17,70% dei domini di persone fisiche).
“Abbiamo inoltre zoomato alcuni dettagli di categorie significative”, osservano i ricercatori Iit-Cnr. Tra i liberi professionisti, le province con i più alti tassi di penetrazione sono Livorno (18,31), Milano (17,47), Bologna (15,83) e Caserta (15,24). Tra le prime venti città altre quattro toscane: Lucca, Siena, Firenze e Pisa. Tra le regioni, Trentino-Alto Adige nuovamente al primo posto con 10,79 davanti a Lazio, Lombardia, Toscana.
Sul fronte degli enti no profit, Roma tiene banco con un TP 56,10 e il 12,73% dei domini registrati, davanti a Milano (44,68), Frosinone (34,95) e Firenze (32,32). Da non trascurare Napoli (settima, TP 30,78) e Bari (dodicesima con 25,28). Tra le regioni trionfa ancora il Lazio (TP 47,29 e 15,30%), che quasi doppia Lombardia (TP 27,55 ma il 16,71% dei domini) e Toscana (23,94 e 7,95%). Nel no profit la Campania si piazza quarta (TP 23,91).
La sfida degli enti pubblici promuove a livello provinciale Aosta (TP 13,05), davanti a Prato, Bologna e Bolzano. La Valle d’Aosta domina anche tra le regioni, staccando Trentino-Alto Adige (TP 10,31) e Molise (TP 8,25).
Infine, i maintainer, cioè proprio gli operatori che registrano i domini .it per conto terzi: 2.496, di cui 2.321 italiani e 175 stranieri. L’analisi dell’Iit-Cnr ribadisce il primato toscano, già emerso nel 2004, con una media di circa 3.000 domini registrati per ciascuna delle 192 sigle Mnt, le società del settore, pari a un totale di 576.224 domini .it, superando Sardegna (2.281 domini per ciascuno dei 26 maintainer) e Abruzzo, con 43 maintainer e una media di 1.245 domini. “Una leadership sicuramente favorita dalla presenza a Pisa del Registro .it e da alcune delle società storicamente più dimensionate”, concludono Martinelli e Serrecchia. La rilevazione, in questo caso, è stata fatta su un totale di 1.593.960 domini presenti nel database del Registro.

I dati completi dellp studio possono essere visualizzati qui

martedì 1 dicembre 2009

Stupro di Montalto di Castro: dalla parte delle Donne. Sempre.

Inserisco il link per vedere il video della manifestazione svoltasi domenica scorsa a Montalto di Castro (VT) relativa al drammatico caso di stupro svoltosi nel "ridente" centro della maremma laziale.

I guai della Ricerca Italiana

Riporto integralmente il testo di questo articolo apparso sulla newsletter "Il Foglietto" di Usi RDB Ricerca.

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Precari della ricerca arrampicati sui tetti per difendere posto di lavoro e dignità
di Adriana Spera

Ogni giorno il governo va ripetendo che "l'Italia sta per uscire dalla crisi e ne uscirà meglio degli altri paesi europei". Un'affermazione che forse può valere per gli speculatori finanziari che, permanendo l'assenza degli strumenti di tutela dei piccoli risparmiatori, tante volte preannunciati all'inizio della crisi e mai approntati, hanno ripreso le loro attività parassitarie.

La realtà che viviamo è un'altra, ogni giorno abbiamo notizia di fabbriche che chiudono e che licenziano personale. La disoccupazione è crescente e non investe solo il settore privato. Con la "riforma" Gelmini hanno perso il lavoro migliaia di insegnanti precari. Con la "riforma" dell'università, ve ne saranno molti altri. Con i provvedimenti di Brunetta, anziché la stabilizzazione dei precari della ricerca, avremo la dispersione di un patrimonio prezioso di sapere e di competenze, visto che molti lavoratori - dopo anni di attesa, di contratti atipici espliciti o mascherati da borse di studio e/o assegni di ricerca - si ritroveranno disoccupati. Nelle dinamiche negative che attraversano il mondo del lavoro, v'è un minimo comune denominatore nelle figure di soggetti che agiscono come veri e propri "liquidatori" delle eccellenze produttive.

Le vicende delle società Eutelia e Alcoa, che hanno occupato le prime pagine dei giornali la scorsa settimana, ne sono l'esempio lampante. Due imprese, che sono e possono essere strategiche per il paese, sono a forte rischio di chiusura. Ma i "liquidatori" sono in agguato anche nel settore pubblico e la vicenda dell'Ispra, anch'essa nei giorni scorsi sulle prime pagine dei media, ne è un esempio. Si decide di non dare più alcuna opportunità di lavoro a ricercatori, e non solo, con competenze ed esperienze indispensabili per affrontare i problemi ambientali del paese, il tutto per fornire occasioni di profitto a società private. Ma a quale prezzo e con quali garanzie?

Ai lavoratori dell'Ispra, che coraggiosamente sono saliti sul tetto del loro Istituto per rendere pubblica la loro sacrosanta vertenza, va il merito di aver messo in luce queste dinamiche aberranti e immorali, generate da scelte governative padronali, che stanno sottraendo energie e risorse strategiche alla collettività, in nome del profitto di pochi, che hanno anche il grave demerito di cancellare il futuro di questo paese. Ai padri di questa scellerata politica va tutta l'avversione della gente onesta e per bene del nostro paese che, senza se e senza ma, è schierata compatta dalla parte dei tanti lavoratori che difendono posto di lavoro e dignità.

lunedì 30 novembre 2009

"Home Made Italy"

I've found this interesting article (unfortunately only in italian) on the italian website "la Voce" about some peculiar aspects of Italian society. In particular this article is focused on those energies and time Italian families devote to themselves which often are translated into real products and services never considered by GDP.

Considering the great volume of home made activities within italian families the resulting importance and economic weight of this peculiar sector is definitively very relevant.

A precise analysis of this phenomenon is the central focus of the book "L'Italia Fatta in Casa (Home Made Italy)" by Alberto Alesina and Andrea Ichino where a quantifications of this economy is provided together with a description of strenght/weakness for-and-against of this particular aspect of our society.

L'Italia Fatta in Casa


Ho trovato questo interessante articolo sul sito de "la Voce" su alcuni aspetti che rendono il nostro Paese decisamente peculiare. Si tratta del tempo e delle energie che le famiglie italiane dedicano a loro stesse che si traducono in veri e propri servizi e prodotti che sfuggono completamente a qualsiasi forma di contabilità nazionale.

Tutto questo è il contenuto di un libro "L'Italia Fatta in Casa" di Alberto Alesina ed Andrea Ichino in cui si prova a fornire una quantificazione di questa economia domestica ed alcune risposte su punti di forza e di debolezza di questo aspetto così particolare della nostra società.

mercoledì 25 novembre 2009

The VII International Forum on Environmental Information in Viterbo

The VII International Forum on Environmental Information will be held in Viterbo (Central Italy) with the involvement of hundreds journalists from more that 50 countries to discuss the situation of environmental information worldwide and its contributions to improve quality of life and environment.

This forum, organized by Greenaccord, is titled "A changing climate. Facts, stories, people" and it is directed to highlight the worst effects of the current climate changes.

During the Forum it will be prepared a memorandum to be presented to the next Copenaghen summit.

Viterbo: il VII forum Internazionale Informazione Salvaguardia della Natura

Dal 25 al 28 novembre, presso la Domus di La Quercia (VT) si tiene il VII Forum internazionale dell’informazione per la salvaguardia della natura, che vedrà decine di giornalisti accreditati da ogni parte del mondo per discutere e fare il punto sulla divulgazione ambientale e sull’apporto che il giornalismo dà, a livello globale, per il miglioramento della qualità della vita.

Il Forum, organizzato da Greenaccord, avrà per tema “Il clima che cambia. Fatti, storie, persone” ed è diretto ad evidenziare l’urgente necessità di adottare misure efficaci per arginare gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici in atto.

Molte voci, soprattutto dal mondo agricolo e della pesca dei paesi in via di sviluppo, testimonieranno le crescenti difficoltà della loro attività di produttori di cibo, causate da cambiamenti climatici già gravi nei loro paesi.

Di fronte a 120 giornalisti provenienti da tutto il mondo verrà rivolto il grave allarme in particolare ai rappresentanti delle nazioni che si riuniranno a Copenaghen dal 7 al 18 dicembre per unire la loro voce a quella di scienziati di fama internazionale che saranno presenti al Forum di Greenaccord.

E' prevista la sottoscrizione di un memorandum che sarà consegnato a Copenaghen a Rajendra Patchauri, premio Nobel per la pace e presidente dell’Ipcc (l’organismo dell’Onu che coordina gli studi sui cambiamenti climatici), in cui si chiede di non perdere altro tempo e definire una road map concordata e vincolante per una completa decarbonizzazione dell’economia entro il 2050.

martedì 24 novembre 2009

C'è chi può e chi non può...

Leggo sul notiziario "Il Foglietto" di USI RdB Ricerca e riporto integralmente


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Aumenti del 330 per cento per il presidente dell’Istat
I rarefatti frequentatori della pagina internet www.istat.it/istat/organizzazione/comunicazionilegali/ sono saltati sulla sedia lo scorso mercoledì, quando hanno letto che il compenso annuo per il presidente dell’Istat è stato elevato da 92.962 euro lordi a 300 mila euro.

L’incremento record del 330 per cento è stato deciso con un Dpcm del 4 agosto scorso, registrato
qualche settimana fa dalla Corte dei conti. Enrico Giovannini, dunque, sale in cima alla classifica dei presidenti degli enti di ricerca quanto a compenso, che risulta essere quasi doppio rispetto a quello percepito da Luciano Maiani (174mila euro) al vertice di un ente, il Cnr, con un numero di addetti che è 4 volte quello dell’Istat, i cui dipendenti, ora, si aspettano almeno il raddoppio dello stipendio.
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Complimenti.

Se penso ai tanti precari della ricerca, ai loro contratti sempre appesi ad un filo e ai loro scarsi stipendi mi viene la pelle d'oca...

lunedì 23 novembre 2009

The Italian National Atlas of Rural Areas

Recently the Italian National Atlas of Rural Areas has been released: this is a very interesting and important document about the non urban side of Italy which too often remains excluded by the wider debate on national development and far from the media focus.

This is also an useful tool which, among others, may represent a relevant analytical base to understand those potentials linked to the green economy in Italy at present, also for a scarce consideration by politicians, not yet consolidated like in other european contruies and in US.

On this link (in italian) it is possible to download the entire document.

L'Atlante Nazionale dei Territori Rurali

E' stato recentemente pubblicato l'Atlante Nazionale dei Territori Rurali, un documento molto interessante ed importante che offre un quadro della situazione di quell'Italia non urbana che molto spesso viene poco considerata dai media e dal dibattito sullo sviluppo nazionale.

Si tratta di uno strumento che, fra le altre cose, può rappresentare una base analitica utile alla comprensione delle potenzialità della green economy nel nostro Paese che ancora, anche a causa della scarsa considerazione da parte della politica, non riesce ad affermarsi come meriterebbe e come accade in altri Paesi europei e negli USA.

Su questo link della Rete Rurale Nazionale è possibile scaricare il documento.

venerdì 20 novembre 2009

Acqua Bollente: il parere di Beppe Grillo

Continua la lotta per difendere il bene pubblico acqua dalla speculazione, dai politici e dai manager privati.

Personalmente non ho nulla in contrario ad adeguamenti delle tariffe del bene acqua cui gli italiani danno sempre poco valore: il problema è l'incapacità gestionale strutturale di questa risorsa, in un Paese come l'Italia dove non esiste trasparenza, dove elevatissimo è il livello di corruzione, dove molto stretto è il legame fra politici e affaristi senza scrupoli.

Abbiamo tanti, troppi esempi di gestione "impazzita": i rifiuti, l'energia, le reti telefoniche, le assicurazioni, i farmaci. In tutti questi casi i cittadini sono in una condizione di "sofferenza" a causa di un'asimettria nei rapporti fra politica, privati e cittadini.

Qualcuno riesce ad immaginare cosa potrebbe accadere se nella privatizzazione dell'acqua si infiltrasse la Mafia o la Camorra come avviene per i rifiuti?

Inserisco questo video di Beppe Grillo con le sue considerazioni a riguardo.

Beppe Grillo: in difesa dell'acqua pubblica


lunedì 16 novembre 2009

Hot Water!

While in Rome the Fao summit is about to take place (with some discouraging premises see this article) in Italy we are still struggling for some obvious rights.

In this case, public "water" is at stake which, step by step, is moving from the dimension of "right" to the "business" one.

Italian operators slam “privatisation” decree

See also this article in italian

It is always important to remind that private subjects managing public goods seek to achieve a "private economic interest" highly influencing the consumers' budget. There are two possibilities to achieve profits from an industrial management of water : a) reducing costs (with a consequent decrease in service quality) - b) increasing bills.

The water privatization process in Italy is taking place while many associations and organizations are trying to promote sensibilisation campaigns for public water: Italy is the first country with the highest consumption levels of bottled water 65% of which in plastic bottles (9 bls plastic bottles wasted every year)

Instead of directing adequate investments for the efficiency of water pipelines, fighting water wasting, to support sensibilisation campaigns for a better use of water at home, as usual in Italy private managers are considered synonym of efficiency, the only way to bring efficiency to the system.

Do not forget the enormous political interests hidden in this process...

Con l'acqua alla gola!

Mentre a Roma si apre il vertice Fao a colpi di chiacchiere (invito a leggere questo scoraggiante articolo apparso su "Repubblica"), in Italia stiamo ancora combattendo per difendere dei diritti da definire a dir poco ovvi.

Si tratta del bene comune "acqua" che un passo alla volta sta scivolando, dalla dimensione del "diritto", a quella del "business".

Vi invito a leggere questo importante articolo apparso sul sito di AltraEconomia perchè in questo caso, come in molti altri, la tecnica utilizzata è sempre la stessa: far arrivare il minor numero di informazioni possibile ai cittadini per farli ritrovare con le decisioni già prese ed i giochi fatti.

E' sempre bene ricordare che dei soggetti privati che gestiscono un bene pubblico lo fanno e lo faranno sempre cercando un interesse che non può essere altro che economico che si ripercuote alla fine sulla tariffa e, quindi, sull’utente finale. Per poter trarre profitto dalla gestione (di tipo “industriale”) del bene acqua o si riducono i costi, con conseguente riduzione dell’efficienza del servizio, o si aumentano gli introiti, con conseguente aumento delle tariffe.

Il processo di privatizzazione dell'acqua avviene mentre da più parti si tenta di mettere in atto una campagna di sensibilizzazione sull'uso dell’acqua del rubinetto: l'Italia è il maggior consumatore al mondo di acqua in bottiglia di cui il 65% è commercializzata in bottiglie di plastica (ovvero circa 9 miliardi di bottiglie di plastica da smaltire ogni anno).

Invece di investire sull'efficienza delle reti idriche, sulla lotta agli sprechi, sulla sensibilizzazione per un uso intelligente e razionale di questa risorsa, come sempre si affida il tutto ai privati pensando che siano gli unici capaci di apportare efficienza al sistema.

Per non parlare dei giganteschi interessi economici e politici che sono in ballo...

mercoledì 11 novembre 2009

A country of Tax evaders

I here enclose the full text of an interesting article, from the newsletter "Il Foglietto" of the italian organization "Usi Rdb Ricerca" (my english translation), about a survey on tax evasion in Italy. Considering the date reported below I actually wonder: what kind of economic development Italy is presently fostering? Can someone label all this "economic development"?


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In Italy tax evasion is soaring. Italy confirms to be the european top class country for tax evasion thanks to a 51,2% percentage of not declared incomes. During the first 10 months in 2009, tax evasion increased of 11,7% reaching the amount of 369 bls € per year. 144 bls € is the amount of value subtracted to public budget per year. These data result from a survey made by KRLS Network of Business Ethics for the Association of the Italian Taxpayers on the base of the information provided by the european tributary police services.

In the list of tax evasion, Italy is followed by Romania (42,4% percentage of not declared incomes), Bulgaria (39,3%), Estonia (37,2%), Slovakia (34,5%).

In Italy, the main sectors of tax evasion are industry, bank, insurance, trade, crafts and professional activities.

Un Paese di Evasori

Riporto integralmente il seguente articolo tratto dalla newsletter "Il Foglietto" dell'Usi Rdb Ricerca. Con questi dati come si può parlare di sviluppo economico in Italia? O meglio, che razza di sviluppo economico sta perseguendo l'Italia?

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Cresce l'evasione fiscale in Italia che si conferma primatista europeo con il 51,2% del reddito imponibile non dichiarato. Nei primi dieci mesi del 2009, l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 11,7% ed ha raggiunto l'ammontare di 369 miliardi di euro l'anno. In termini di imposte sottratte all'erario siamo nell'ordine dei 144 miliardi di euro l'anno. E' quanto emerge da un'indagine effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto dell'Associazione contribuenti Italiani condotta su dati divulgati dalle Polizie tributarie degli Stati europei.

Nella speciale classifica degli evasori, l'Italia è seguita da Romania (42,4% del reddito imponibile non dichiarato), da Bulgaria (39,3%), Estonia (37,2%), Slovacchia (34,5%). In Italia i principali
evasori sono gli industriali seguiti da bancari e assicurativi, commercianti, artigiani, professionisti.

lunedì 9 novembre 2009

Berlin 1989-2009: small and great lessons

The celebrations for the 20th anniversary of fall of the Berlin Wall are at their peak: many films and documents presented, many discussions and reflections about that great historical event.

There are many lessons history indicated from that event: the end of the great ideologies, the Michail Gorbacev's role, the end of the USSR, the role of Solidarnosc, etc. But in my opinion there are also many other lessons to learn, maybe less outstanding, but surely worth remembering.

I'm taking this opportunity to add some small personal considerations about this event even because I've got the opportunity to see directly what happened in those years before, during and after the end of the Berlin Wall.

I frequently travelled to the German Democratic Republic (GDR) from 1988 to 1995 thanks to the activity of an international social organization (NGO) and I was able to see those events and to talk with many people in East Germany during those years.

I can remember how people screamed in the streets in Lipzig, Dresden or East Berlin the slogan "Wir sind das Volk" (We are the People!): I still remeber with great impression, the assault of the GDR citizens to the Czechoslovakian and Ungarian embassies to find shelter, or the long queues of Trabant cars near the Czechcoslovakina border...

What the meaning of this?. People was massively abandoning GDR prefering to live in other countries of the eastern block where relevant reforms were already adopted rather than to live in their home country governed by an immobile political class. People was asking to regain an active poltical role no longer bearing immobilism, corruption, hypocrisy of those politicians. Citizens, peacefully, deny their political class totally and systematically and peacefully underlined their complete distance from a political class unable to look at the future in which, as a whole, citizens refuse to recognize themselves.

I remeber also the great support the Evangelical Church provided to the opposition spontaneous groups foundamentally asking more justice, reforms, dignity and freedom rather than the end of the GDR.

"Wir sind das Volk!". This the great lesson we should learn from the 1989's events but in Italy we have a very limited memory for this kind of lessons and do not learn anything from our and others' history.

Yet the end of the Berlin Wall demonstrated how no political system can survive when indecency, injustice and stupidity reach unacceptable levels.

Without a violent revolutions, terrorism and bombs, people in East Germany, thanks only to the force of mistrust and dignity, showed what can happen when citizens take possessions of politics and decide to stop acting as puppets.


Berlino 1989-2009: lezioni piccole e grandi

Sono entrate nel vivo le celebrazioni per i venti anni della caduta del Muro di Berlino. Tanti i filmati proposti, tanti i commenti e le considerazioni e le riflessioni su quell'evento di grande portata storica.

Tante sono le grandi lezioni della storia che sono state apprese da quel fatto: la fine delle grandi ideologie del XX secolo, il ruolo di Michail Gorbacev, l'influenza di movimenti come Solidarnosc, ecc... Eppure vi sono alcuni aspetti, forse meno eclatanti, che in una giornata come questa sono secondo me altrettanto degni di essere ricordati.

Con l'occasione voglio approfittare infatti per aggiungere qualche mia modestissima considerazione su questo evento anche perchè ho avuto la fortuna di seguire in prima persona l'apertura del Muro che rappresentò la fine di un processo che si era avviato tempo prima.

Frequentavo la DDR e Berlino Est sin dalla metà del 1988 fino al 1995 grazie alle attività di una Onlus e ho avuto l'occasione di osservare quanto accadeva e di parlare con tante persone della Germania Est durante quel periodo.

Ricordo infatti come la gente gridasse per le strade di Lipsia, Dresda e Berlino lo slogan "Wir sind das Volk!" (Noi siamo il popolo!); ricordo ancora gli assalti dei cittadini della DDR alle ambasciate cecoslovacche ed ungheresi, le lunghe file di Trabant al confine fra DDR e Cecoslovacchia.

Che cosa significava tutto questo? La gente stava abbandonando la DDR in massa preferendo fuggire in altri Paesi dell'Est dove le riforme erano state già avviate piuttosto che rimanere in un Paese governato da una classe politica immobile. La gente rivendicava un suo ruolo politico attivo e non tollerava più l'immobilismo, la corruzione, l'ipocrisia di quella classe dirigente. I cittadini, pacificamente, smentivano la propria classe dirigente in modo totale e sistematico ed altrettanto pacificamente prendevano le distanze da una classe politica incapace di guardare al futuro in cui, in blocco, non si riconoscevano più.

Ricordo il grande sostegno che la Chiesa Evangelica dette ai gruppi spontanei che fondamentalmente chiedevano riforme, giustizia, dignità e libertà e non la fine della Repubblica Democratica Tedesca.

"Wir sind das Volk!". Questa è la grande lezione di storia che la caduta del muro di Berlino dovrebbe insegnare a tutti. In Italia da molto tempo questo concetto è stato completamente dimenticato. Eppure la storia ci ha fatto vedere come nessun sistema politico, nemmeno il più totalitario (come era quello della DDR) può sopravvivere quando quando l'indecenza, l'ingiustizia, l'immobilismo e l'ottusità raggiungono livelli inaccettabili.

Senza una rivoluzione violenta, senza bombe ed atti di terrore, la popolazione della Germania Est, con la sola forza della delusione e della dignità, dimostrò al mondo cosa può accadere quando i cittadini si riappropriano della politica e smettono di agire come semplici marionette...

mercoledì 4 novembre 2009

Cross in Italian classrooms, Italian schools crucified

The European Court of Human Rights in Strasbourg, accepting the suit of an italian citizen with finnish origins, ruled that:
"The presence of the crucifix...could easily be interpreted by pupils of all ages as a religious sign and they would feel that they were being educated in a school environment bearing the stamp of a given religion", "This could be encouraging for religious pupils, but also disturbing for pupils who practised other religions or were atheists, particularly if they belonged to religious minorities". According to the verdict, the Italian state is to "refrain from imposing beliefs in premises where individuals were dependent on it...and was required to observe confessional neutrality in the context of public education, where attending classes was compulsory irrespective of religion, and where the aim should be to foster critical thinking in pupils."

Italian catholic groups and movements reacted immediately to this with the Education minister Mariastella Gelmini who is appealing against the ruling. She said crosses in class "symbolized our tradition". The Vatican of course has negatively considered the decision of the court.

In my opinion I think that all this is rather grotesque. First of all the italian education system, destroyed after decades of polilitcal mismanagement in material and immaterial terms, represents the sad scenario of this drama. In Italy we consider the critical importance of education when discussing about crucifixes understimating its essential role for the national social and cultural development when investments, programs, structures, activities, etc. are at stake.

Secondly, in my opinion when a religion depends only on some symbols, whose inner sense is completely ignored, (cricifixes, turbans, veils, food, etc.), it means that this is a religion essentially weak.

If someone believes to see his/her faith at risk for the absence of a cross in a classroom, it means that his/her faith has vanished long ago. This kind of religion is only an external phenomenon made only of prohibitions, condemnations, imagines, rituals and formulas whose sense is completely unknown for a large part of believers: these are only tools of social regulations.

A culture or a religion which consider the removal of a cross from a classroom as a threat are fundamentally an immobile culture and a religion.

Classrooms should eventually host a plurality of religious symbols from different religions whose sense and meaning should be clearly explained: otherwise these important expressions of the human spirituality become only furniture.

Our society is deeply changed: if we are not able yet to consider this plurality, it is better not to have any religious symbol in our schools.

With regards to this, I wish to remeber Claude Lévi-Strauss one of the greatest thinker of our times...

Crocefisso a scuola, la scuola in croce

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo accogliendo il ricorso presentato da una cittadina italiana, ha stabilito che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla «libertà di religione degli alunni".

Immediate le reazioni del mondo cattolico italiano con in prima fila il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che ha annunciato che il governo ha presentato ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

Il Vaticano ovviamente ha bocciato la sentenza mentre da più parti si è sostenuto che il crocefisso rappresenta un simbolo importante della nsotra identità culturale.

Personalmente ritengo che ci sia qualcosa di grottesco in tutto questo. Innanzitutto la scuola italiana, ridotta in macerie sia materialmente che immaterialmente, fa tristemente da sfondo a questa commedia: ci si ricorda dell'importanza formativa della scuola per il crocefisso per dimenticare questo ruolo critico all'interno della società quando si tratta di investire sostanzialmente in strutture, programmi, attività, ecc...

Inoltre penso che quando una fede religiosa si aggrappa solo a dei simboli, di cui spesso se ne ignora il significato, siano essi crocefissi, veli, turbanti, cibi, ecc... vuole dire sostanzialmente che si tratta di una religione decisamente debole.

Se qualcuno teme di vedere indebolita la propria identità culturale o la propria fede per la sparizione di un crocefisso in un'aula scolastica vuol dire che probabilmente la sua fede si è volatilizzata da un pezzo. La religione in questo modo rimane un fenomeno "esterno" fatto solo di divieti, condanne, immaginette, rituali e formule il cui significato è ignoto alla gran parte dei cosiddetti fedeli rimanendo soltanto degli strumenti di regolazione sociale.

Una cultura ed una religione che vedono la rimozione del crocifisso nelle scuole come una minaccia sono una cultura ed una religione immobili...

Allora le aule scolastiche ospitino una pluralità di simboli religiosi delle varie religioni (non solo quelle abramitiche), di cui si deve spiegare il senso, altrimenti questi importanti simboli della spiritualità dell'uomo diventano semplicemente degli elementi di arredo.

Altrimenti che non ce ne sia alcuno...

Con l'occasione, approfitto per ricordare Claude Lévi-Strauss che di queste cose se ne intendeva...

martedì 3 novembre 2009

La Ricerca Scientifica Italiana ed il 5 per mille

Ho trovato questo interessante articolo sul "Foglietto" di Usi Rdb Ricerca che riporto integralmente.
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Enti di ricerca, briciole dal 5 per mille e maglia nera per l’Istat con 130 euro
di Biancamaria Gentili

Se il “5 per mille”, come molti ritengono, è una sorta di auditel per i tanti organismi pubblici e privati che ogni anno si candidano a ricevere elargizioni, grosse o piccole, da parte del popolo dei modelli 730, per gli enti pubblici di ricerca non c’è da stare molto allegri. Il 30 ottobre, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato, anche per gli enti di ricerca che hanno chiesto l’«obolo», i risultati delle dichiarazioni presentate dai contribuenti nel 2007, per i redditi dell’anno precedente. Chi può, si fa per dire, cantare vittoria è il Cnr che, a fronte di 3.875 «oboli» (meno della metà del personale) ha incassato 239.817 euro (con un + 43.000 rispetto all’anno precedente). Al secondo posto, largamente staccato, l’Istituto di fisica nucleare (Infn), con 1.053 erogazioni e 68.506 euro. Medaglia di bronzo per l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf): 43.093 euro, frutto di 672 donazioni. Al 4° posto, l’Istituto superiore di Sanità con 42.551 euro e 714 oblatori. Al 5°, l’Ogs di Sgonico (Trieste) con 26.670 euro versati da 478 contribuenti. Davvero deludenti i risultati conseguiti dagli altri enti di ricerca che si sono messi in vetrina. L’Agenzia spaziale italiana di euro ne ha totalizzati 8.922; l’Inrim di Torino, 7.491; l’Ingv di Enzo Boschi, 5.172 frutto di 85 contribuenti sensibili alla ricerca in campo sismico; la Stazione Zoologica di Napoli si è fermata a quota 4.580, con una flessone di circa il 25% rispetto all’anno precedente; analoga flessione per l’Apat (ora Ispra) che ha racimolato soltanto 4.497 euro rispetto ai 5.597 dello scorso anno; l’Istituto per la montagna (ora Eim) è sceso da 7.551 a 4.165. In discesa anche il Centro Fermi di Antonino Zichichi (da 3.414 a 2.348).

Molto atteso era il risultato dell’Istat che nel 2007, sotto la guida di Luigi Biggeri, si era cimentato nella competizione per la prima volta. Il risultato è stato disastroso, facendo conquistare all’istituto la maglia nera. Nelle casse dell’ente sono finiti appena 130 (dicasi: cento-trenta) euro, grazie a 3 ignoti quanto arditi contribuenti. “Ma come è possibile - si sono chiesti increduli alla segreteria di Usi/RdB - che l’Istat abbia ottenuto un simile risultato? Con un presidente, un direttore generale, 18 direttori centrali e 60 capi servizio, a sottoscrivere, per spirito di corpo, sarebbero dovuti essere almeno in 80. O ci sono stati brogli o la credibilità dell’ente, anche tra i vertici, è pari a zero”.

Per altri 7 enti di ricerca: Cra, Inea, Inran, Infs,
Insean, Isfol e Invalsi, è scattata l’esclusione dalla competizione per problemi burocratici. Peccato per l’Invalsi, che dopo aver racimolato 85 euro lo scorso anno, questa volta aveva ottenuto un risultato boom: 1.082 euro!

venerdì 30 ottobre 2009

Rural-Nursery

In crisis times like these it is essential to find alternative job and income opportunities above in those areas where there are a lot of potential opportunities, but the actual ones are effectively scarce: like rural areas.

Multifunctionality in agriculture is surely a critical strategy for existing farms and above all for the new ones for young people and women who may find, in rural economies, job opportunities.

Among the potential possibilities offered by agricultural multifunctionality, also services for children in rural areas may play a relevant role: this is the case of rural nurseries.

With regards to this it has been recently released the following document (in italian) describing the current situation in Italy about this kind of services, some useful ideas about how to start such initiatives, contributes, norms and regulations and some pilot experiences already in progress in Italy.

Gli Agro-Asili


In tempi di crisi è importante individuare opportunità di impresa e di lavoro soprattutto in quelle aree dove le opportunità potenziali sono molte, ma quelle reali sono effettivamente poche, come appunto le aree rurali. La multifuzionalità delle imprese agricole è certamente una strategia importante per le imprese esistenti e soprattutto per quelle nuove attivate da giovani e da donne che possono trovare, nelle economie rurali locali, possibilità di fare impresa e di avere un lavoro.

Tra le possibilità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura si delineano anche i servizi di cura per l’infanzia: si tratta degli Agro-Asili.

A tale proposito, l'ONILFA e Rete Rurale Nazionale hanno predisposto un documento su "Gli standard minimi dei servizi di cura per l'infanzia nelle Regioni e nelle Province Autonome italiane: alcune idee su come progettare tali servizi nelle aree rurali". In questo documento viene offerta un'interessante panoramica sull'argomento, alcune esperienze pilota già realizzate e, soprattutto alcune indicazioni e contributi per la realizzazione di queste strutture.

Maggiori informazioni posso essere ottenute qui.

martedì 27 ottobre 2009

Stupro di Montalto: qualcuno mi aiuti a capire...

La vicenda dello stupro di una ragazza a Montalto di Castro (prov. di Viterbo) sta assumendo i contorni di una vicenda veramente inquietante dove si è persa completamente la ragione e il senso più elementare della decenza e dell'umanità.

Intanto vi consiglio di vedere questo video che sicuramente ha un discreto valore sotto il profilo sociologico ed antropologico.

Consiglio inoltre di leggere questo articolo anche per illustrare la gravità dell'intera vicenda.

Francamente, dopo aver visto il video, non sono stato in grado di articolare a caldo un pensiero che sia uno...

lunedì 26 ottobre 2009

Eat Locally!

Considering the impossibility to think about italian politics in this sad period (the recent news are totally out of my modest intellectual reach) I do want to give complete space to the local dimension.

We all can do real politics not through conventional political parties (whose activity is a complete failure) but rather with our everyday choices, our habits, our lifestyles and models we present to our children. Making politics means mainly to show our capability to "cooperate" and "working together" through associations, groups, committes of any kind: even the more apparently simple or banal association may act as a critical contribution for the reconstruction of a sense of community the present Fiction Ideology is trying to erode.

"Politics" in Italy is likely to be a sort of unavoidable desease of our times or a collateral effect of this kind of modernity (like a social diabetes): thus I believe it's better to focus our efforts and attention in something we can concretely do in our homes, street, district, village, city or town: catch your broom and work!

Live locally and more space to this local dimension.

I have found quite interesting the results of a survey conducted in Italy about the diffusion of local food products: about 54% of the contacted people prefer local products rather than large companies' food and the percentage of italians buying food directly in a farm is progressively increasing. More info (in italian) about this survey may be found here.

All this evidences that an awareness about the unsustainability of many consumption models (among which food consumption models) is finally taking place also in Italy.

Eat locally means to renounce to buy food traveling in trucks for long distances: these trucks pollute the air we breath and consume a lot of fossil fuels

Eat locally means to support local economy and those producers working in the same area where we live

Eat locally means to support small producers operating ofter under the pressures of big distribution companies.

Eat locally means to buy often seasonal healthier products with better economic conditions for consumers and producers being the long chain of intermediaries eliminated or reduced.

Eat locally means to know who has produced the food we eat.

Of course all this does't imply a conflict with big production and distribution companies but acknowledging a critical importance also to these forms of production and social relations.

In brief, it could be a paradox, but also when eating we can do "politics"...

Sempre più "Cibo Locale"


Vista l'impossibilità di riflettere in questo momento sulla politica nazionale (dato che le ultime notizie di cronaca vanno ben oltre la mia modesta capacità intellettiva), intendo dare spazio completo alla dimensione locale.

La vera politica la facciamo tutti noi non tanto con le tessere o le adesioni a questo o a quel partito, ma con le nostre scelte quotidiane, con le nostre abitudini, con gli stili di vita e con i modelli che tendiamo a prospettare ai nostri figli. La vera politica è soprattutto la capacità che riusciamo a dimostrare di "cooperare" e di "lavorare insieme" attraverso le associazioni, i gruppi o i comitati di qualsiasi tipo: anche le forme di associazionismo apparentemente più banali sono un contributo essenziale alla ricostruzione di un senso comunitario-identitario che la "Fiction Ideology" sta progressivamente erodendo.

Visto che la "grande politica" ormai bisogna sopportarla quasi come un male necessario del nostro tempo (una specie di diabete sociale), allora concentriamo i nostri sforzi e la nostra attenzione su quello che possiamo fare nel nostro condominio, nel nostro quartiere, nel nostro villaggio, nel nostro paese, nella nostra città: una sorta di "puliamo il mondo di Legambiente". Armiamoci di ramazza e diamoci da fare.

Largo quindi a "locale" e alle notizie che parlano di "locale".

Interessante a questo proposito mi è risultata quindi la notizia sui risultati dell'indagine Coldiretti/Swg sulla diffusione dei prodotti alimentari locali in Italia. Il 54% degli italiani preferisce acquistare i prodotti locali rispetto ai prodotti di marca: allo stesso modo risulta in progressiva espansione la percentuale degli italiani che acquista i prodotti alimentari direttamente dal produttore. Maggiori dettagli sull'indagine possono essere reperiti qui.

Questa notizia evidenzia che una certa sensibilità verso l'insostenibilità di certi modelli di consumo (tra i quali quelli alimentari) finalmente si sta diffondendo anche in Italia.

Mangiare locale significa rinunciare ad acquistare prodotti (spesso non di stagione) che hanno viaggiato nei camion per centinaia di chilometri: camion che consumano un mare di gasolio ed inquinano terribilmente l'aria che respiriamo.

Mangiare locale significa sostenere l'economia locale, ovvero i produttori che lavorano nel nostro territorio.

Mangiare locale significa sostenere dei piccoli produttori che spesso operano sotto ricatto della grande distribuzione.

Mangiare locale significa spesso acquistare prodotti di stagione più sani con una tutela economica maggiore per il consumatore e per il produttore perchè viene accorciata o eliminata una lunga serie di intermediari.

Mangiare locale significa conoscere chi ha prodotto il cibo che mangiamo.

Non si tratta certamente di alimentare uno scontro con la Grande Distribuzione Alimentare o con le grandi industrie alimentari o le grandi compagni di produzione agricola, ma di dare dignità a queste forme di produzione e di vendita complementare.

Insomma, potrà sembrare un paradosso, ma anche a tavola si possono fare delle importanti scelte politiche...

martedì 20 ottobre 2009

Against the policy of "profiteering": a Nobel Prize to the Economy of "Common Good"

We are living in Italy in a period characterized by the ligitimation of "profiteering" as a tool of Government and dehumanization of our society.

In economy it has allowed the diffusion of parassitic forms of financial growth totally disconnected to real production with a legal cannibalization of the savings of many citizens, families and firms for the advantage of few managers. Profiteering as government tool allows in Italy to justify also tax evasion as an economic model or the huge enrichment of some economic sectors damaging others with remarkable increases in economic inequality and injustice. De-humanization makes us just "users" or "consumers" having some value only when acting as such before going back in the darkenss of oblivion.

For environment issues, this form of government allowed, and still allows, the legal cannibalization of natural resources to support an indefinite growth thanks to finite resources and to generate energy necessary to support such an irrational growth.

In social issues, this has allowed, and still allows, to look at people only as "numbers": when talking about unemployment nobody can see the humanity hidden within these numbers or the fate of persons and families whose lives are put at risk with a simple sign of a pen or a digit on a computer. This de-humanization is the base of a cannibalization of entire components of our society.

In politics, "profiteering" as form of government is expressed by a vulgarization of politics making it a TV extravaganza. Politics are a grotesque parody where "fiction" and ridicule caricatures prevail over ethics and responsibility. Citizens may take part in the "res publica" only as voters: yet "representation" doesn't mean "participation" and all this drives to the "Majority's Dictatorship".

The final goal of the profiteering politics is to split our society into sigle atomized de-humanized individuals: communities, as social and economic protection net, must be destroyed. This explains also why public education is under attack in Italy as well as any other expression of the "public dimension". The progressive success of the philosophy of profiteering explains also the deep crisis of those political movements which for decades were based on community and, on the contrary, the success of those have used the idea of community only as sectarian and discriminatory principle.

For this reason, in this blog I have always tried to underline how important can be the promotion of the concept of "community" as critical net for a social, psychological and economic support for persons and families. Similarily, I have always tried to emphasize the importance of those initiatives directed to create "relations" and "links" in opposition to the philosophy which on the contrary is directed to destroy relations and to atomize society.

This is the reason why I have very appreciated that professor Elinor Ostrom has been awarded the 2009 Nobel Prize in Economic Sciences. Professor Ostrom has devoted her research activity mainly to the analysis of economic governance, especially the commons and cooperative behaviours.

I thus suggest the reading of this article (in italian) released on the italian website "La Voce" and this link of the Indiana University dedicated to Elinor Ostrom.

Contro la politica dello sciacallaggio: il Nobel per l'economia del Bene Comune

Viviamo in un periodo caratterizzato dalla legittimazione dello sciacallaggio come forma di governo e strumento di disumanizzazione della nostra società.

In economia ha consentito la realizzazione di forme parassitarie di crescita finanziaria totalmente scollegate dalla produzione reale con la cannibalizzazione dei risparmi di milioni di cittadini e di imprese. Lo sciacallaggio come forma di governo permette anche di giustificare l'evasione fiscale come modello economico o l'arricchimento spropositato di alcuni settori economici a danno di altri. La disumanizzazione generata dallo sciacallaggio trasforma le persone in "utenti" o"consumatori" che acquistano valore solo nel momento in cui espletano le loro funzioni di "uso" e "consumo" per poi tornare nell'oblio.

Nelle questioni ambientali questa forma di governo ha consentito e consente tuttora la cannibalizzazione delle risorse naturali per sostenere una crescita indefinita e produrre energia necessaria a questa crescita.

Nelle questioni sociali ciò ha consentito e consente tuttora di guardare alle persone come numeri: quando si parla di centinaia di migliaia di disoccupati o di precari non si vede mai l'umanità che si nasconde dietro questi dati, non si vede la sorte di persone e di famiglie intere la cui vita viene messa a repentaglio da un semplice tratto di penna. Questa disumanizzazione permette quindi la cannibalizzazione di componenti intere delle nostre comunità.

In politica, lo sciacallaggio come forma di governo si esprime nella volgarizzazione della politica, nella sua spettacolarizzazione. La politica diviene una parodia grottesca con il prevalere della "fiction" e la ridicolizzazione dell'etica. I cittadini intervengono nella "res publica" solo in quanto elettori; "rappresentazione" non significa "partecipazione" e tutto ciò conduce alla "dittatura della maggioranza".

Il fine ultimo della politica dello sciacallaggio è quello di scomporre la nostra società in singoli individui atomizzati e disumanizzati: le comunità come strumento di protezione economica e sociale devono essere distrutte. Questo spiega l'accanimento contro la scuola o contro tutto ciò che è pubblico ed il progressivo successo della filosofia dello sciacallaggio spiega anche la crisi di quei movimenti politici che per decenni si sono fondati sul concetto di "comunità" ed il successo di quelli che invece a questo principio oggi fanno riferimento (anche se sottoforma di gruppi settari e discriminatori).


Per questo motivo, in questo blog ho sempre cercato di sottolineare l'importanza della difesa del concetto di "comunità" come rete critica di supporto sociale, psicologico ed economico per le persone e le famiglie. Allo stesso modo ho sempre cercato di evidenziare l'importanza di tutte quelle iniziative che tendono a creare "relazioni" da opporre a quella filosofia che invece mira a distruggere tali relazioni ed ad atomizzare la società.

Per tale ragione ho molto apprezzato l'assegnazione del Premio Nobel a Elinor Ostrom che da anni dedica i suoi studi all'importanza cruciale dei "beni comuni", al ruolo essenziale della gestione comunitaria e dei comportamenti cooperativi.

Suggerisco, a tale proposito, la lettura di questo articolo apparso sul sito "La Voce" ed il link dell'Indiana University dedicato ad Elinor Ostrom.



lunedì 19 ottobre 2009

Nobody is innocent...

I've read the unabridged text of the Roberto Saviano' document titled "Lettera all'Italia Infelice" published on the Italian weekly magazine "L'Espresso" (here it is possible to read the abridged version in italian).

I've got to say that this is a very hard document: for its contents and the topics Roberto Saviano as usual describes very clearly, for the accusations he sends and the hopes he stimulates, for the questions he poses and the answers he suggests, for the meaning and sense of a sensitive concept like "freedom" in an unhappy and anaesthetized country like Italy in these sad years...

I have read this letter as a sorrowful and vibrant accusation: surely against a political class which is a parody of a political class. But the hardest accusation, in my opinion, is directed to all of us as co-responsible of this situation.

This responsability doesn't emerge within the great political debates but above all within the relations among private citizens and between the private and the public spheres. It means: a responsibility in the everyday life and choices made by two different facets of Italy delineated in the Roberto Saviano's letter.

There is one Italy made of tax evasion, corruption, bribes, based on individualism and cynicism, on the idea "mors tua vita mea", preying Saints but avid and interested only to money. But there's also another Italy: honest, frank, sincere available to offer time and money for a community. This Italy, which the Liberti's hypocrisy and opportunism is trying to push into an indian reservation, is probably the only real essential resource in this country.

Nonetheless, it is not possible to think that even this kind of Italy is not responsible for what is going on here. We all are responsible also for what we have not choosen because we all are an essential component of the situations around us.

I think that this is the essential core of the "strategy of the anaesthesia" in progress: it is important that people believe that "I've nothing to do with this", others are responsible for this. Press freedom is someone else business, immigration is someone else affaire, as well as the intorelance against omosexuals, violence against women and children... The only really important thing is to have a big mall around and vulgar TV programs to stay at home.

The philosophy of "It's not my business" is the philosophy of immaturity justifying the existence into life of an entire political class which, finally, treats us like children...

Even those contrasting this absurd status quo should consider that they are not here for a bad luck case: they are responsible also for what they have not choosen. We re all responsible, there are no innocent: this is the central core of a real committment toward a community as a responsible and aware political committment.