martedì 17 marzo 2009

Il G8 dell'Agricoltura


Si terrà giovedì 19 marzo a Roma il primo vertice mondiale agricolo dei Paesi appartenenti al G8.
Secondo quanto riportato dai comunicati stampa, questo appuntamento verterà sui temi della sicurezza alimentare, dei prezzi, della fame e della salvaguardia dell’ambiente con l’obiettivo di fermare le speculazioni e garantire cibo sicuro al giusto prezzo alla comunità internazionale. I lavori si concluderanno con la firma della dichiarazione comune che verrà presentata ai Governi ed ai Parlamenti dei Paesi del G8.

Ritengo che sia molto importante che, proprio in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando oggi, si riportino al centro del dibattito nazionale ed internazionale temi come agricoltura, alimentazione, ambiente e energie alternative e le loro interrelazioni.
Proprio perché ci troviamo a fronteggiare gli effetti dell'azione di un’economia effimera, che si basa sulla speculazione e sulla filosofia dei vantaggi della truffa, credo che sia essenziale parlare di settori dell'economia reale, come l'agricoltura che certamente presenta delle notevoli problematicità, ma che comunque detiene notevoli opportunità e possibilità di sviluppo.

Non bisogna dimenticare infatti che l’agroalimentare è il secondo comparto produttivo del Paese, una voce rilevante del “Made in Italy” nei mercati internazionali e rappresenta, anche con il suo indotto, un importante volano di sviluppo per l’economia nazionale e per tante economie locali del nostro Paese. Allo stesso modo non si devono dimenticare tutte le opportunità che possono derivare da un'agricoltura "sostenibile" dall'agroenergie, ai campi fotovoltaici ed eolici, dall'agricoltura biologica alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio rurale.

In Italia è ancora molto diffusa l'opinione che lo sviluppo economico possa essere portato avanti solo dall'industria manifatturiera: sviluppo economico avanzato è sinonimo di micro-elettronica, IT e nanotecnologie. Eppure non è così: è possibile creare sviluppo, occupazione e redditi anche da settori "tradizionali". Non ci si deve "vergognare" dell'economia agricola e rurale.

Molte possibilità di creazione di nuova occupazione e attività imprenditoriali possono essere infatti connesse al settore agricolo soprattutto quando l'agricoltura e le attività rurali possono agire come volano per lo sviluppo locale con la creazione di circuiti locali di imprese dell'artigianato, dell’industria di piccola scala, dei servizi, della ristorazione e del turismo “tipico”.

Un'agricoltura attenta ai temi dell'
economia agricola locale, della sicurezza alimentare, degli aspetti etici, salvaguardia del territorio e delle tradizioni rappresenta pertanto un presupposto fondamentale per un efficace progetto di sviluppo locale.

Promuovere il territorio non significa quindi spendere soldi in sagre paesane e depliant: la politica locale deve essere un interlocutore valido e agire come "dinamo" in modo da valorizzare realmente potenzialità attuali e tacite dei sistemi locali e la ricchezza della specificità dei luoghi del nostro Paese.


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