Da parte delle organizzazioni dei produttori, delle associazioni dei consumatori e di qualche politico "illuminato" è partita una campagna di sensibilizzazione e di pressione affinchè non si arrivi, con la ratifica della Camera, alla abrogazione definitiva dell'articolo 1 della legge n.286 del 1961 secondo il quale le bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia, comunque derivanti da essenze di agrumi non possono essere colorate se non contengono anche succo di agrumi in misura non inferiore al 12 per cento.
Molteplici sono i livelli che il danno derivante da questa assurdità può investire.
Innanzitutto è una contraddizione in termini il fatto che l'Italia, uno dei principali Paesi produttori di arance, approvi una norma che di fatto consente la realizzazione di bevande al gusto di arancia senza arance. La Coldiretti ha stimato che "l'eliminazione totale della soglia del 12% farebbe sparire dalle tavole circa 120 milioni di chili di arance all'anno prodotti in 6.000 ettari di agrumeti, con danni evidenti per consumatori e produttori". Soprattutto nel meridione.
Per non parlare poi del fatto che si produrrebbero delle "finte" bevande naturali ai danni dei consumatori e si abbasserebbe inevitabilmente la qualità di questi prodotti.
Insomma bisogna seguire questa questione con particolare attenzione anche in considerazione del silenzio assoluto dei grandi media su questa vicenda. In pratica nessuno ne sa niente...
Un tempo si diceva: "siamo alla frutta..." A quanto pare, magari fosse veramente così.
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