lunedì 8 settembre 2008

Politici di noi stessi

E’ sempre più difficile parlare in Italia di etica ed economia soprattutto quando un’intera classe politica ci ha convinto per decenni che tutto può essere comprato con i soldi. La mancanza in Italia, salvo poche rare eccezioni, della figura dell’ “imprenditore” in senso shumpeteriano rimpiazzata dalle gesta di certi grandi manager, dirigenti e pseudo-industriali, ha dimostrato che la corruzione dei potenti può essere un dato accettabile per un sistema economico e sociale e che certe manovre possono rimanere occulte. Il caso dell’Alitalia dimostra invece che corruzione, incompetenze, intrusioni della politica possono corrodere, rovinare e demolire non solo un’azienda ma anche un intero sistema economico e sociale. La faccenda Alitalia è quindi un preoccupante esempio di come funzionano qui le cose come ad esempio nel caso degli esuberi. Probabilmente da un punto di vista prettamente economico questo concetto di “esubero” non fa una grinza. Nessuno tuttavia si interroga sulle modalità con le quali sono stati generati questi esuberi e sulla guerra fra poveri che sarà sicuramente partita per chi dovrà finire nella percentuale infausta. Tutti noi dobbiamo fare dei sacrifici e probabilmente tutti i cittadini si faranno carico dei debiti di questa azienda, ma questi sono accettabili se i sacrifici li fanno tutti. Quando vedo i nostri politici abbronzantissimi appena rientrati dalle loro splendide residenze estive e dai loro yacht che mi dicono di stringere la cinghia allora la politica dei sacrifici e dei tagli non va più bene. Che una fetta consistente della società italiana debba pagare il conto di questi signori e dei loro “amici”, che come sempre privatizzano i profitti e socializzano le perdite, mi sembra una cosa intollerabile. Allora mi chiedo: in Italia non abbiamo bisogno di tanti diritti, ma almeno il diritto di non essere presi per i fondelli lo dovremmo pretendere. In questo caso, come del resto come sempre, la cosa più grave è che noi tutti (i cosiddetti senza-potere) abbiamo permesso a questi signori di privarci di tutto: dignità, affetti, famiglia, tempo, lavoro, religione, creatività, ecc… Siamo diventati incapaci di creare, di pensare, di inventare e di delineare progetti per il futuro di qualsiasi tipo. Come abbiamo potuto permettere che ciò avvenisse? Come permettiamo che ciò continui ad avvenire con la demolizione di tutto ciò che è pubblico (ambiente, scuola, sanità, sicurezza, sistemi sociali, ecc…)? Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare questo tipo di politica al suo destino e considerarla alla fine come un male necessario: dobbiamo diventare i politici di noi stessi, i parlamentari della nostra comunità prendendoci finalmente cura in modo diretto intanto delle migliaia delle piccole cose della nostra vita quotidiana. Non deleghiamo ad altri la gestione della nostra vita e liberiamoci del vincolo di ricatto e di complicità che ci lega a questa gente…

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