martedì 23 settembre 2008

La Chiesa ed i Pagani



Pubblico di seguito il seguente commento che ho inviato tempo fa via email alla rivista L’Espresso in risposta ad una nota di Eugenio Scalfari. Questo commento non è stato pubblicato e non ha ricevuto risposta alcuna.

Ho letto con molta attenzione la nota di Eugenio Scalfari apparsa tempo fa sull’Espresso dal titolo “La Chiesa e i Pagani/3”. Devo dire che non solo solito prendere la parola su questi argomenti, ma ho ritenuto valesse la pena scrivere due righe per puntualizzare una spinosa questione e fare luce su alcuni pregiudizi ancora molto diffusi. Tutto ciò che è immorale, popolare, volgare, idolatra e immondo è “pagano” ed Eugenio Scalfari usa infatti il termine “pagano” per descrivere la frangia più eticamente degradata, popolaresca e rozza della politica nostrana stigmatizzando questi individui come “Pagani del Basso Impero” proprio per indicare il peggio del peggio. Capisco perfettamente ciò che Eugenio Scalfari intendesse dire; tuttavia mi ha impressionato quanto profondamente radicati siano certi pregiudizi all’interno della nostra cultura fino ad investirne anche le figure di spicco. Probabilmente si alludeva alla figura di certi “liberti” già all’epoca dileggiati da Petronio nel suo Satyricon o presi di mira nelle satire di Giovenale, famosi per la mancanza di scrupoli, l’assenza di qualsiasi principio morale, amanti dell’ostentazione, disposti ad arricchirsi con qualsiasi mezzo e privi di qualsivoglia valore religioso: paradossalmente furono proprio costoro che si fecero trovare pronti a convertirsi rapidamente ed in massa al cristianesimo soprattutto quando ciò divenne particolarmente conveniente proprio in quegli anni del Basso Impero in cui la Chiesa affilò le sue armi del potere e sperimentò sulla pelle di tanti nostri antenati quella intolleranza e violenta crudeltà evangelizzatrice che è stata poi applicata con successo nei confronti di altre culture fino a tempi molto recenti. In quegli anni del Basso Impero furono proprio i pagani a dare lezione di tolleranza e di moralità in un mondo in completo sfacelo pagando per questo quasi sempre con la propria vita (in particolare le donne) e finendo nel dimenticatoio dei vinti. Oggi come ieri, la Chiesa si appoggia, per affermare il suo potere politico, sugli stessi liberti che, ben lungi dall’essere pagani, semmai hanno sempre rappresentato e rappresentano tuttora il carattere più perverso e tipico di questo cristianesimo di casa nostra. Non bisogna poi dimenticare i tanti tarli che sono presenti purtroppo anche nelle altre religioni abramitiche e che da allora si sono trascinati fino ad oggi con conseguenze drammatiche: il degrado ambientale per l’incapacità di riconoscere l’Anima Mundi, la mancanza di rispetto per le donne, per gli omosessuali e per tutte le culture “altre”, il fanatismo religioso e via discorrendo fino alla violenza cieca e furiosa (come nel caso della cosiddetta Terra Santa). Insomma i panni sporchi andrebbero lavati in casa propria ed il termine “pagano” (nato effettivamente in un senso dispregiativo) paga anche lo scotto, oltre che di pregiudizi secolari, di una deriva totale della cultura classica. Questa precisazione mi sembra quindi il minimo che si possa fare nel rispetto di coloro che, magari culturalmente discendendo dalle prime vittime di questo sistema di potere, sono spesso e per definizione in prima fila nella difesa della Natura e dei valori della tolleranza e di tutto ciò che è “plurale”.

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