martedì 2 febbraio 2010

Un Paese alla Deriva

Da parecchio tempo e da più parti si denuncia l'assenza totale in Italia di una politica economica degna di questo nome. Assistiamo continuamente in Tv e sulla stampa a discussioni infinite su questioni il più delle volte di secondaria o nulla importanza, mentre i nodi critici della società italiana continuano a rimanere irrisolti: il problema del lavoro, l'ambiente, lo smantellamento progressivo della giustizia e dello Stato di diritto, l'evasione fiscale, la scuola pubblica, la ricerca scientifica, la sanità pubblica, ecc...

Il tutto avviene per fare in modo che ciascuno si arrangi da sè: in Italia la regola del "lasciar fare" è diventata un assioma indiscutibile. In questo modo chi ha i mezzi economici ed una discreta dose di cinismo riesce a cavarsela alla faccia del signore di turno come ai bei tempi degli Asburgo, del Papa Re, degli Spagnoli, degli Angioini o degli Aragonesi. Chi non ce la fa o non si sente disposto ad accettare questo sistema diventa un peso della società: diventa un vero e proprio "dis-adattati".

Non c'è rispetto per l'infanzia, per la malattia, per la disabilità, per la miseria, per l'immigrazione, per le donne: questi sono considerati dei freni al regolare svolgimento della politica fatta solo di "happy hours".

Il principio condiviso è diventato perciò: "lasciamo che il Padrone di turno faccia ciò che vuole, purchè ci si lasci in pace di fare quello che vogliamo e come vogliamo". Questo criterio si è talmente radicato nelle coscienze di gran parte della società italiana, che oggi anche i provvedimenti più ovvi necessari ad una convivenza civile minima e decente sono diventati impopolari. Ormai digeriamo tutto purchè ci lascino in pace di fare "gli affaracci nostri" (per non dire di peggio...)

Tanto per farci un'ulteriore dose di ottimismo, riporto di seguito il testo integrale di questo interessante articolo apparso sulla newsletter di Usi Rdb Ricerca a firma di Rocco Tritto che fa il punto sulla drammatica situazione italiana con riferimento anche a nuove forme di spreco, di occupazione politica e dispersione del pubblico denaro.

Si salvi chi può...

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Emergenza lavoro e risorse mal utilizzate
di Rocco Tritto


La vera emergenza dell’azienda Italia sembra essere non solo quella occupazionale ma anche quella finanziaria. Non perché le pubbliche risorse scarseggino, anche se senza l’ignobile piaga dell’evasione fiscale potrebbero essere di gran lunga superiori, ma per il cattivo uso che se ne fa.

L’ultima dimostrazione lo sciagurato governo in carica l’ha fornita nei giorni scorsi quando ha deciso di istituire due enormi carrozzoni, Protezione spa e Difesa spa, due società per azioni (interamente possedute dal Tesoro) che verranno gestite con modalità private. Un copione già tristemente sperimentato con la Rai, che in aggiunta annualmente mette le mani nelle tasche dei malcapitati italiani per esigere un canone immorale. Ebbene, codesto governo anziché prendere di petto la vera emergenza che è quella occupazionale, si dedica ad altro. In primis, i problemi giudiziari del premier e, poi, il Ponte sullo Stretto, le centrali nucleari e, ora, le due mega spa.

Operazioni che assorbiranno decine e decine di miliardi che un governo responsabile avrebbe dovuto dirottare a favore dei lavoratori, con una forte riduzione delle imposte che mensilmente taglieggiano le misere buste paga; dei disoccupati, con la istituzione di un reddito sociale; dei pensionati, i cui assegni mensili nella gran parte sono al di sotto dei livelli minimi disopravvivenza; dei servizi essenziali come casa, sanità e scuola. Di riflesso, anche le parti datoriali dal licenziamento facile e spesso ricattatorio, avrebbero tratto giovamento dal rilancio dei consumi.

Con una manciata di milioni, infine, un governo serio avrebbe dovuto potenziare gli organi di controllo della spesa. Corte dei conti, in testa. Che invece è alla resa.

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