venerdì 5 febbraio 2010

Dall'"attimino" al "quelle che sono..."


Oggi voglio scrivere due righe per parlare di "sciocchezze" vere (non le solite assurdità fuori dalla normale immaginazione di cui parlo nei miei post come il degrado etico ed ambientale del nostro Paese).

Da un po' di tempo mi sono accorto che la terribile parola "attimino" sta progressivamente passando in secondo piano. I cretini però non stanno mai con le mani in mano: oggi infatti sta dilagando l'uso dell'espressione "quelle/quelli che sono...", "quello/quella che è..."

L'uso di questa espressione ormai sfiora decisamente il ridicolo: soprattutto politici e giornalisti (categorie entrambe molto sensibili allo scimmiottamento patologico) la adoperano in un modo talmente esasperante che, se qualche sventurato si sofferma a notare quante volte essa viene ripetuta, si finisce quasi per impazzire.

"Vorrei descrivere quelle che sono le condizioni...", "il ministro ha parlato di quella che è la sua opinione...", "E' stato presentato quello che è il piano di risanamento..."

Santo cielo! La lingua italiana è già tristemente nota per essere spesso inutilmente prolissa: ci mancava anche questa manifestazione di idiozia linguistica per allungare un brodo già terribilmente acquoso del blabla politichese e giornalistico.

Rimaniamo ora in attesa dell'esplosione di altre forme come ad esempio il "il taldeitali si è detto..."

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