mercoledì 9 dicembre 2009

Tira una brutta aria a Copenhagen

Nonostante sia molto impegnato in questi giorni, sto seguendo, come posso, la conferenza di Copenhagen. Devo dire che non sono particolarmente ottimista riguardo alle conclusioni di questo meeting. Anzi devo dire che sono decisamente pessimista...

Non vedo alcuna reale intenzione dei Governi e dei politici di prendere alcuna iniziativa decisiva e seria per fare fronte all'emergenza ambientale in corso. Ancora si cerca un compromesso fra ragioni economiche e necessità ambientali senza proporre ed adottare un modello di sviluppo per l'umanità che rappresenti una cesura con quello fino ad oggi adottato.

Stiamo ancora discutendo. Stiamo ancora aspettando. Ed intanto il tempo corre...

A parte qualche iniziativa totalmente isolata di qualche Paese scandinavo e nonostante ormai l'evidenza della catastrofe in corso (che qualche povero imbecille ancora nega), ancora non si riesce a prendere sul serio l'intera problematica.

Che i politici, compresi quelli italiani, siano espressione di lobbies e mafie potentissime (chimiche, petrolifere, farmaceutiche, mass media ecc...) è fin troppo chiaro. Che gli interessi di questi gruppi di potere siano di gran lunga prioritari rispetto a qualsivoglia ragione ambientale o sociale è altrettanto evidente. Il denaro prevale sempre in ogni decisione politica.

Da questa gente che cosa ci possiamo aspettare?

Come ho già scritto altre volte, dobbiamo, ciascuno di noi nel nostro piccolo, fare la nostra parte e non aspettare che siano gli altri a decidere per noi: possiamo fare molto con le nostre scelte quotidiane, approfondendo queste tematiche (dobbiamo LEGGERE!!!!), rifiutando di farci abbindolare con le collanine e gli specchietti...

Dobbiamo riscoprire il significato di prenderci cura anche dei luoghi dove vivamo e riscoprire il significato di "rispetto" per l'ambiente, per le persone, per le idee...

Senza "rispetto" non c'è futuro.

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