martedì 20 ottobre 2009

Contro la politica dello sciacallaggio: il Nobel per l'economia del Bene Comune

Viviamo in un periodo caratterizzato dalla legittimazione dello sciacallaggio come forma di governo e strumento di disumanizzazione della nostra società.

In economia ha consentito la realizzazione di forme parassitarie di crescita finanziaria totalmente scollegate dalla produzione reale con la cannibalizzazione dei risparmi di milioni di cittadini e di imprese. Lo sciacallaggio come forma di governo permette anche di giustificare l'evasione fiscale come modello economico o l'arricchimento spropositato di alcuni settori economici a danno di altri. La disumanizzazione generata dallo sciacallaggio trasforma le persone in "utenti" o"consumatori" che acquistano valore solo nel momento in cui espletano le loro funzioni di "uso" e "consumo" per poi tornare nell'oblio.

Nelle questioni ambientali questa forma di governo ha consentito e consente tuttora la cannibalizzazione delle risorse naturali per sostenere una crescita indefinita e produrre energia necessaria a questa crescita.

Nelle questioni sociali ciò ha consentito e consente tuttora di guardare alle persone come numeri: quando si parla di centinaia di migliaia di disoccupati o di precari non si vede mai l'umanità che si nasconde dietro questi dati, non si vede la sorte di persone e di famiglie intere la cui vita viene messa a repentaglio da un semplice tratto di penna. Questa disumanizzazione permette quindi la cannibalizzazione di componenti intere delle nostre comunità.

In politica, lo sciacallaggio come forma di governo si esprime nella volgarizzazione della politica, nella sua spettacolarizzazione. La politica diviene una parodia grottesca con il prevalere della "fiction" e la ridicolizzazione dell'etica. I cittadini intervengono nella "res publica" solo in quanto elettori; "rappresentazione" non significa "partecipazione" e tutto ciò conduce alla "dittatura della maggioranza".

Il fine ultimo della politica dello sciacallaggio è quello di scomporre la nostra società in singoli individui atomizzati e disumanizzati: le comunità come strumento di protezione economica e sociale devono essere distrutte. Questo spiega l'accanimento contro la scuola o contro tutto ciò che è pubblico ed il progressivo successo della filosofia dello sciacallaggio spiega anche la crisi di quei movimenti politici che per decenni si sono fondati sul concetto di "comunità" ed il successo di quelli che invece a questo principio oggi fanno riferimento (anche se sottoforma di gruppi settari e discriminatori).


Per questo motivo, in questo blog ho sempre cercato di sottolineare l'importanza della difesa del concetto di "comunità" come rete critica di supporto sociale, psicologico ed economico per le persone e le famiglie. Allo stesso modo ho sempre cercato di evidenziare l'importanza di tutte quelle iniziative che tendono a creare "relazioni" da opporre a quella filosofia che invece mira a distruggere tali relazioni ed ad atomizzare la società.

Per tale ragione ho molto apprezzato l'assegnazione del Premio Nobel a Elinor Ostrom che da anni dedica i suoi studi all'importanza cruciale dei "beni comuni", al ruolo essenziale della gestione comunitaria e dei comportamenti cooperativi.

Suggerisco, a tale proposito, la lettura di questo articolo apparso sul sito "La Voce" ed il link dell'Indiana University dedicato ad Elinor Ostrom.



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