venerdì 28 ottobre 2011

Piove nella Terra del Caos

Piove e vengono giù le case, paesi interi, montagne che franano, torrenti che straripano. Ogni volta che si addensano delle nuvole, in Italia, Nord-Centro-Sud, la mente va subito al rischio di una catastrofe. Quando tira un po' di vento e magari ci sono due gocce di pioggia ci si prepara a contare le possibile vittime. Cose da matti. Cose semplicemente da matti.

Se non fosse per il fatto che ci sono stati dei morti, che intere comunità sono state travolte e stravolte e che molte famiglie hanno perso la casa, ci sarebbe da ridere e da piangere insieme per la rabbia. Non è possibile, non è immaginabile: la cosa cretina è stare sempre ad affrontare il solito medesimo problema senza risolverlo mai. Tipico del "Made in Italy". Improvvisare, tirare a campare, lasciare correre...

Abbiamo una classe politica e dirigente (di qualsiasi schieramento, alleanza, aggregazione, formazione partitica) che chiaramente ci invita a farci gli affaracci nostri a patto che noi tutti consentiamo a questi signori di farsi gli affari loro. Su questo patto perverso si fonda la sopravvivenza di questo sistema di inganni e truffe chiamato pomposamente "Repubblica Italiana", ma che altro non è che la "Terra del Caos". Ma alla fine lo scotto lo pagano sempre i soliti. "Facciamoci solo gli affari nostri: di tutto il resto chi se ne frega": questo è tutto. Ma quando si parla di territorio non è pensabile farsi solo gli affari propri, perchè ogni sfregio che affibbiamo al territorio, in nome della speculazione edilizia, del diradamento dei boschi, della gestione senza logica dei luoghi, in breve in nome degli "affari nostri" ci torna puntalmente indietro come un boomerang con tanto di interessi. La terra non è qualcosa che si lascia violentare impunemente: nemmeno da dei furboni come gli italiani. 

Quando mi guardo intorno nelle campagne devastate dalle villette o nelle città deturpate da orrori edilizi, quando vedo la illogicità delle strade, la mancanza di spazi verdi , marciapiedi o di piste ciclabili, penso che tutto questo sia l'immagine più  evidente di una politica (e di politici) semplicemente criminali o (nella migliore delle ipotesi) incompetenti. E questi criminali agiscono liberamente ed impunemente grazie al fatto che gli abitanti stessi li hanno votati e li hanno scelti. Non sono mai stati puniti, ma semplicemente e coninuamente rieletti. Mi rendi invivibile il luogo dove vivo ed io ti premio pure. Mi tagli tutti i boschi sulla montagna che sovrasta il paese ed io ti rieleggo. Mi trasformi i fossi ed i torrenti in fogne ed io ti vengo anche a chiedere qualche favore. Perchè gli abitanti di un qualsiasi paesino dell'Olanda, della Germani,a della Francia, della Danimarca, devono vivere infinitamente meglio di noi? Perchè ci accontentiamo sempre di questa mediocrità, di questo schifo, di questa politica di bassissimo profilo umano? Perchè permettiamo alla "politica con la pappagorgia" di rendere i luoghi dove viviamo e la nostra stessa vita quotidiana una porcheria?

Siamo in una gabbia mentale molto pericolosa: il peggio è che nessuno sembra avere la benchè minima intenzione di uscire da questa prigione. Ci va bene così...
 
Il dissesto è quindi un grandissimo businees: non solo fai quello che ti pare, ma poi magari scattano le emergenze con le deroghe, la protezione civile ed i soldoni. Ma chi ci protegge dalla protezione civile? Ora che poi i comuni non hanno più un quattrino, le catastrofi sono una benedizione del cielo! A questo siamo arrivati...

L'Italia è così mal ridotta che alla fine dobbiamo sperare in una serie di colossali catastrofi naturali che demoliscano tutte le ferite che abbiamo apportato alle nostre terre, al nostro patrimonio naturale-ambientale e a quello culturale-artistico-archeologico: villettopoli, quartieri orribili, strade inutili, ponti e viadotti osceni, aree industriali raccapriccianti con file e file di capannoni vuoti, discariche abusive e rifiuti buttati ovunque... Speriamo che uno tsunami o un terremoto spazzino via tutto per far cessare questa lenta agonia e poter ricominciare tutto daccapo...

Bisogna cominciare a pensare alla demolizione dello schifo che si è accumulato in questi decenni e progettare la ricostruzione con "criterio ed intelligenza" (risorse sempre più scarse ahimè): uno schifo che poi continua ad accumularsi senza sosta. Non solo è brutto da vedere, ma questo schifo offende il paesaggio e mette a repentaglio l'assetto strutturale del territorio e di conseguenza le nostre stesse vite. 

Visto che poi siamo in tempi di crisi, invece di pensare stupidamente che l'edilizia senza regole possa rilanciare la crescita economica, bisognerebbe immaginare una grande strategia per creare business dalla demolizione, ri-progettazione e ri-costruzione dei paesaggi, dei borghi e delle città orribili che decenni di politica corrotta ed incompetente ci hanno lasciato in eredità.

Il restauro del territorio ci darebbe paesaggi più belli: e magari non dovremo più contare le vittime del primo temporale autunnale...

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