mercoledì 12 ottobre 2011

United for Global Change

"Uniti per il Cambiamento Globale" non è solo uno slogan: è diventata un'urgente necessità. E questo è particolarmente vero in questo periodo dato che vediamo gli effetti del degrado etico, economico, ambientale e sociale dell'intero pianeta scorrerci costantemente davanti agli occhi.

Bisogna infatti comprendere le forti interconnessioni fra situazioni ed avvenimenti che toccano dimensioni diverse e che avvengono in realtà diverse. Tutto infatti è collegato. Tutto è collegato ad una cultura economica di rapina e di saccheggio ambientale ed umano che stanno contaminando tutti gli aspetti della vita. Della nostra vita. 

Il disastro ambientale che sta devastando ampie aree del Pacifico nella Nuova Zelanda è l'ennesima conferma  delle conseguenze nefaste sul'ambiente dell'economia del petrolio: su questo fronte non ci si riesce, nonostante i grandi progressi tecnologici, a sganciarci  dalle pressioni delle lobbies dell'industria chimica. Ogni giorno l'industria ci rifila un nuovo tipo di telefonino o di tablet, ma non riusciamo a disporre di tecnologie sostenibili diffuse sul fronte energetico. La pressione della speculazione economica e finanziaria è talmente forte che la ricchezza enorme di pochi si produce a danno dell'intera umanità. 

Ma anche nel piccolo della realtà italiana vediamo come agiscono gli stessi meccanismi. L'attuale corto-circuito del governo è l'ulteriore prova di come gli interessi della società italiana, alle prese con una grave crisi economica, contino infinitamente meno degli interessi di poche lobbies e gruppi di potere: questa crisi, sicuramente di livello globale, è stata acuita dall'incapacità, imperizia, dolo e indifferenza criminale di un'intera classe politica il cui unico fine è quello di perpetrare all'infinito la propria esistenza in vita danneggiando l'intera società.

Abbiamo urgente bisogno di un grande, grandissimo cambiamento. Per questo riporto la notizia dell'appuntamento a Roma sabato 15 ottobre, alle ore 14, in piazza della Repubblica, per dare corpo a un grande corteo di “indignati”, che raggiungerà Piazza San Giovanni.



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