venerdì 21 ottobre 2011

La Fragilità del Potere

La morte di Gheddafi devo dire che mi ha lasciato un po' perplesso. C'è qualcosa che mi lascia interdetto e che non so spiegare bene. Forse dipende dal fatto che questo personaggio è stato in tempi recentissimi dal nostro governo trattato con tutti gli onori (in alcuni casi anche con una deferenza viscida): pochi mesi fa la sua tenda era piantata a Roma ed un numero consistente di signorine (espressione della mejo gioventù di questi anni luridi) stava lì che, per pochi spiccioli, faceva la fila fuori dal suo accampamento romano per ascoltare una sua lezione. 

Passare in un brevissimo lasso di tempo da tutto questo alle immagini del suo volto e del suo corpo impregnato di sangue e crivellato i colpi, non può che lasciare senza parole. 

Fa riflettere innanzitutto la totale vacuità del potere in tutte le sue forme e declinazioni. Nel caso di Gheddafi certamente c'è la figura di un dittatore violento che con altrettanta violenza ha cercato di soffocare nel sangue l'ondata di opposizione al suo regime. Ma qualsiasi uomo politico, anche di un regime democratico o pseudo tale, dovrebbe riflettere sulla fragilità delle basi su cui si fonda il potere politico soprattutto nel caso di figure non limpide, eticamente discutibili, corrotte, colluse con poteri oscuri o con la criminalità. 

Quando si perde la semplicità, la schiettezza, l'onore, il senso della vergogna e la dignità si sviluppa un senso di arroganza che, quando le cose vanno per il verso giusto, ti fanno sentire sul tetto del mondo. Ma più ci si spinge in alto, o si crede di essere così in alto, più rovinosa e catastrofica sarà la caduta. Un conto è cadere da un gradino, un altro è rotolare giù per un'intera rampa di scale... 



Altra cosa su cui riflettere è la solita figura da voltagabbana e parafieni ipocriti che questo governo ci costringe a fare. L'atteggiamento servile riservato a Gheddafi all'epoca non ha fatto onore ai nostri politici ed ora, con la morte dello stesso Gheddafi, questo servilismo sporca ancora di più una coscienza zozzissima. La politica italiana ora dovrebbe solo tacere per evitare ulteriori imbarazzanti figuracce. Vederli ora in TV o sentirli nelle interviste pontificare sul ruolo dell'Italia e sul "ve lo avevo detto...", "la giusta fine di un dittatore..." è tra il ridicolo, il demenziale e l'osceno. Questi signori certamente contano sulla memoria cortissima di gran parte dei nostri concittadini che, già scarsamente o malamente informati, sono pronti ad ingoiare tutto ed annuire costantemente con la testa (come in cagnolini che un tempo si mettevano sui pianali delle auto...)
 
C'è un'Italia però che è di gran lunga migliore della sua classe politica e dirigente, dei suoi partiti e dei suoi dignitari di corte: un'Italia che non merita tutto questo... E non si può rimanere sempre indifferenti....



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