martedì 31 maggio 2011

"Wir sind das Volk!"

Ho sempre sostenuto che l'Italia è fondamentalmente spaccata in due: da una parte c'è un'Italia di gente onesta, silenziosa, operosa mentre dall'altra c'è un'Italia di furbacchioni, speculatori, manager da due soldi, evasori fiscali e morali. In pratica c'è un'Italia parassitaria che prospera succhiando linfa ed energia dalla prima Italia. In breve il nostro Paese si regge sulla forza fisica e morale di questa piccola Italia sfruttata.

Di questa Italia indecente fatta di imbecilli palestrati, abbronzati/e di lampada 12 mesi/anno, perennemente con il bicchiere dell'Happy-hour in mano, con il SUV in quarta fila, griffati dalla testa ai piedi, con il pensiero (e non solo) sempre proteso verso la ragazzetta del momento ("carne fresca" la chiamava un tipo di mia sfortunata conoscenza), ebbene non abbiamo mai saputo che farcene.

Sembrerebbe arrivato il momento in cui tutto questo viene a galla.

Dopo questo ultimo week-end, infatti sembrerebbe che si cominci a pensare di sbarazzarsi di questa umanità opportunista e parassitaria. E' forse arrivato il momento del coraggio? Ci stiamo finalmente indignando?

Ho anche già detto che ormai è una lotta fra il bene ed il male: bisogna solo capire e scegliere da che parte stare. Sembrerebbe, anche in questo caso, che la gente stia allora cominciando a decidere da che parte stare.

Ritengo che, superato un certo limite di galleggiamento dell'indecenza, qualcuno si è messo la mano sulla coscienza e ha avuto il coraggio di dire: "basta: io non ci sto". E questo fa sì che a vincere non siano stati i partiti, ma la gente che si è finalmente riconosciuta in personalità degne di fiducia. Non è quindi una vittoria del centro-sinistra sul centro-destra, ma è un monito dei cittadini che hanno saputo riaffermare il loro diritto alla partecipazione politica.

Non si firmano quindi assegni in bianco: il fatto di consentire ad una classe politica di governare non significa che questa stessa classe politica sia autorizzata a fare quello che vuole in mio nome. La gente ti può sfiduciare in qualsiasi momento: "ricordati che sei un uomo" bisbigliava all'orecchio degli imperatori romani uno schiavo a ciò appositamente dedicato.

Il superomismo della politica italiana esce quindi fortemente ridimensionato: e ciò è valido anche per quella fetta del centro sinistra che ora festeggia nelle piazze. "Wir Sind das Volk!", il popolo siamo noi. Non dimenticatelo. E noi cittadini dovremmo essere i primi a non dimenticarlo mai.


Piccolo bilancio della politichella nazionale con un pizzico di polemica.

Qualcuno pensa che siamo al declino del berlusconismo. Non credo. Ci vuole ancora una dose massiccia di dignità, di onestà, di integrità: ancora non abbiamo raggiunto tali livelli. Con questa legge elettorale (che nessun partito intende modificare realmente) non c'è alcuna possibilità di rovesciare i sistemi feudali che controllano attualmente i partiti. Certo è però che queste elezioni amminstrative hanno indicato nuove personalità politiche che potrebbero pesare in futuro anche a livello nazionale.

La vittoria di De Magistris a Napoli potrebbe apportare una ventata di aria fresca anche dentro IDV. Finalmente un personaggio di peso che potrebbe cambiare molto anche all'interno del suo stesso partito di riferimento.

Già si comincia a vedere il primo fuggi-fuggi dal PDL. Gente che fino a sabato sbavava come i cani di Pavlov al solo sentire il nome "Silvio" già oggi, come fece il celeberrimo Pietro, dichiara di non aver mai sopportato il medesimo Silvio e di non averlo mai votato. Questa presa di distanza, così romanticamente "italica", sommerge di ridicolo questa gentucola che da un giorno all'altro riesce a convertirsi da un fascismo dei bei tempi andati (quello dei treni in orario per intenderci) o da uno pseudo efficientismo da dirigente d'azienda ad una profonda simpatia per il partito Radicale, per Vendola, per l'ambientalismo... Che spettacolo...

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