mercoledì 29 aprile 2009

La tragedia delle "consulenze".

In questo blog ho spesso rimproverato alla classe politica nostrana , a tutti i livelli, di non condividere i sacrifici che molti nostri concittadini (non tutti per la verità...) stanno sopportando a seguito della recessione generale in termini di contrazione del potere d'acquisto, perdita del posto di lavoro, ulteriore precarizzazione, ricatti, miseria...

A questo fenomeno di ingiusta distrubuzione dei sacrifici secondo il quale alcuni pagano il conto salato per altri che continuano a festeggiare come se nulla fosse si deve aggiungere la perdurante sopravvivenza del fenomeno delle "consulenze" nella Pubblica Amministrazione.

Il ricorso eccessivo ed ingiustificato al supporto di consulenze esterne dovrebbe essere un indicatore di inefficienza dell'organizzazione che vi ricorre ed una manifestazione, quando ciò avviene senza freni ed impunità (nonostante i continui richiami e le sanzioni della Corte dei Conti) di come Enti ed Istituzioni Pubbliche siano gestiti come una proprietà privata dai propri vertici dirigenziali.

La questione delle consulenze si delinea come un universo multilivellare e sfaccettato che un puntuale editoriale di Rocco Tritto su "Il Foglietto" dell'USI RdB Ricerca ha saputo ben descrivere nelle sue implicazioni e che condivido di seguito con voi.
____________________________________________________________________


"Si succedono i governi, cambiano i ministri della Funzione pubblica, ma l’andazzo è sempre lo stesso in materia di consulenze nella pubblica amministrazione. Il ricorso sfrenato agli incarichi esterni, dalle dubbie se non inconsistenti motivazioni, non trova freno, neppure dopo qualche esemplare sentenza emessa dalla Corte dei conti che ha condannato in via definitiva alcuni amministratori a rifondere ingenti somme all’erario. A farne le spese non è solo il contribuente,ma anche il lavoratore dipendente il quale si vede “sostituito” nelle sue funzioni o mansioni da un “esterno” che, a volte, ne sa molto meno di lui che deve anche subire l’onta di essere definito “fannullone”. Eppure, tutti sembrano essere d’accordo sul fatto che il ricorso alle “risorse” esterne deve essere un evento eccezionale e straordinario e, in quanto tale, da motivare congruamente. Nella realtà, se ne fa un uso sconsiderato. A volte, per simulare illecitamente veri e propri rapporti di lavoro subordinati, spesso anche per elargire favori, senza alcun ritorno per l’ente.Una consuetudine tutta italiana, ben recepita da tutte le forze politiche, contrastata quasi sempre a titolo personale da rarefatti politici fuori dal coro o, meglio, “fuori moda”, che si battono con grande coraggio e che, poi, sono quelli che effettuano le segnalazioni alla Corte dei conti per i provvedimenti di rito. Neppure il momento di grande crisi, come è quello che il Paese sta vivendo, ha spinto il governo a mettere un freno a una deplorevole moda che nel 2007 è costata alle casse dello Stato 2,5 miliardi di euro. In compenso, i nomi dei consulenti sono consultabili on line. E se qualcuno li va a spulciare rischia di provocare le ire dell’ente che li ha pubblicati".

Nessun commento: