venerdì 24 aprile 2009

Energia Rinnovabile in Agricoltura: quali prospettive?

Si è tenuto ieri a Venezia il forum Internazionale "L'Energia di Domani" organizzato da Coldiretti.

Coldiretti, durante questo meeting, ha presentato uno studio secondo il quale la produzione di energia rinnovabile originata dalle attività agricole in Italia dovrebbe triplicare nei prossimi dieci anni con la creazione, anche nell'indotto, di circa centomila posti di lavoro. Secondo questo studio il ruolo delle rinnovabili agricole italiane dovrebbe passare dall'attuale 2% all'8% nel 2020 per un totale di 15,5 milioni di tonnellate petrolio equivalente (MTEP) prodotte.

Il contributo maggiore (70%) di questa quota dovrebbe provenire dalle biomasse di orgine legnosa, dalle colture erbacee, dai residui agroalimentari e dai reflui degIi allevamenti. Il 20% potrebbe essere il contributo dei biocarburanti ed un 10% dal solare, eolico ed idroelettrico.

Questi dati sono stati formulati anche sulla base degli impegni e degli orientamenti che i Ministri agricoli degli otto Paesi piu' sviluppati hanno definito al G8 agricolo di Treviso. In quella sede è stata chiaramente espressa la volontà di dare maggiore impulso alla produzione di energia rinnovabile da biomasse con migliori connessioni fra il settore energetico e la produzione agricola,

La coldiretti ha rilevato che una sostanziale incentivazione alla produzione di energia da biomasse è connessa al decreto attuativo del cosiddetto collegato alla finanziaria 2007 (legge 29 novembre 2007, n. 222) che il Ministero delle Politiche Agricole sta per emanare per organizzare il sistema di finanziamenti espressamente destinati alla produzione di energia elettrica da biomasse agricole e forestali.

Il provvedimento riguarda, in particolare, specifici incentivi (una tariffa omnicomprensiva di 0,30 €/kW in "conto energia" e un moltiplicatore del valore dei certificati verdi di 1,8) per la produzione di energia da biomasse agricole all'interno di intese di filiera o di filiere corte (70 km di distanza tra luogo di produzione della biomassa e luogo di trasformazione energetica).

La coldiretti ha evindenziato in particolare l'importanza di questa "filiera corta" (70 km) in quanto criterio che garantisce la riduzione delle emissioni da trasporto che caratterizzano i grandi impianti alimentati con biomassa importata e ottenuta in modo non sostenibile (deforestazione, sostituzione di coltivazioni a fini alimentari, ecc.).

Speriamo che si riesca a recuperare il tempo perduto e che finalmente in Italia si possa addivenire alla nascita di un vero settore energetico verde...

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