martedì 7 aprile 2009

Impressioni "rurali" sul terremoto


Sono rimasto molto colpito dal gran numero di vittime che questo terremoto ha causato: finora circa 175. Mi hanno impressionato le immagini di distruzione, il dolore dei parenti delle vittime, lo smarrimento della popolazione...

C'è però qualcosa che mi ha impressionato particolarmente. La distruzione quasi completa di tanti piccoli borghi rurali.

Vivo in un piccolo Paese del Centro-Italia, non molto dissimile da quelli investiti dal terremoto. Come quelli abruzzesi distrutti ieri, anche questo è un antico borgo medievale costruito su uno sperone di roccia, composto da un intricato sistema di vicoli stretti e piccole piazze circondate da antiche case fatte di pietra. Molti degli edifici del borgo vecchio risalgono al XI o al XII secolo.

Sono case fatte di sassi, appoggiate l'una all'altra abbarbicate sulla roccia a strapiombo su una forra. E da queste parti il 90% dei borghi è costruito in questo modo; vecchi paesi fatti di sassi e legno arrampicati sui monti.



La mia domanda è quindi questa: quanta Italia rurale è fatta di sassi come i piccoli borghi dell'Abruzzo? Quante case meno antiche e moderne sono sempre fatte di sassi e comunque senza il rispetto delle norme di costruzione anti-sismiche? Quanti altri paesi e paesini dovranno essere rasi al suolo al prossimo terremoto mentre intere famiglie stanno dormendo?


Per questo motivo, voglio lanciare una proposta-provocazione: perchè, invece di consentire l'ampliamento di ville e villette del 20% o del 30% in caso di ricostruzione, non si mettono a disposizione risorse vere per (ri)costruire le case dei centri rurali con criteri antisismici?

Ogni commento è il benvenuto.

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