giovedì 29 gennaio 2009

Subsidizing Inertia

Italian car industry is waiting for a 3ooml € plan necessary for its rescue. This action is likely to be justified first of all to rescue thousands jobs at risk and the consequent fate of as many families at risk to be thrown in the nightmare of poverty.

Yet I wonder: are these subsides an effective and efficient tool to face the collapse in car sales? What are these 3000ml € really subsidizing?


It is true that car industry at international level is coping with a particularly severe crisis. It is also true that all those productive sectors dealing with consumers' goods are coping with a similar problems: not only FIAT hence. Italian case shows however specific peculiarities: our economy and politics have never look at innovation as a priority. Even in the current crisis, which should stimulate innovation, creativity and competitiveness as critical tools for firms' and the related jobs surviving, innovation is never really at stake.

What's the percentage of these subsides to be directed to firms' innovation, research and development toward the production of really innovative cars?

Italian car industry is claiming subsidies just to make the "existing" survive without any consideration for the future. They are trying to finance "inertia" and postponing the effective solutions of these issues "one day"...

Even in this case, the negative effects of severe distortions in our productive tissue are clearly emerging: free market is good for others, but it is rejected when liberalizations may threaten privileges hampering at any occasion, with the support of italian politicians, the definition and implementation of development strategies and paths really innovative and sustainable.

It is important not to forget that many components and sectors of italian economy are still massively "addicted", too much depending on the favours of powerful subjects. Too many firms do not rely on their own capabilities (well knowing that it is completely no-use) because they hope in someone' protection: surely italian firms acknowledge the importance of quality and capabilities but, in the meantime, it is better to be provident with "right contacts" in order to have special attentions and pokes. While advanced economies are based on "knowledge", it Italy we rely on "acquaintance"; "know who" rather than "know how". Furthermore, italian firms try always to privatize profits and socialize costs.

These perverse mechanisms show everyday their bill and as usual, when recessive crisis are triggered, the weakest social sectors in our communities have to heaviliy pay for it. Nonetheless, italian politics, which stimulates these perverse mechanisms in economy, keep on dealing with these conditions with emergency short term measures with scarce or no attention for long term processes.

Italian economy and politics have not understood yet we are coping with the agony of forms of economic develoment based on "oil": we are facing the exhaustion of an entire system being however unable in Italy to adequately replace it. The possibility to let forms of innovative economy emerge are linked to research (in technologies as well as in social sciences) and to those political forces capable to recognize the change potentials today totally blocked by conservative positions of the "oil" economy. We've got in Italy a XVIII century political class still discussing in terms of looms and gears, based only on "know who" logic and this political class will continue, notwithstanding formal declarations, to look at education, university and research only as "costs" in the State budget.

It is thus necessary to avoid that these rescue plans will be translated into a clear renounce, unwillingness and inability in italian politics, in the name of a confusing idea of "liberalism", to provide economics with a "democratic" direction.

A crisis period is always a provocative moment because crises force us to cope with problems and to solve inertial pushes. This crisis may thus represent a chance for political and economic changes. So taday the urgent problem in Italy is to opt for the emerging of "something new" in politics and economy or keep on surviving as usual (maybe waiting for a miracle...)

Sussidiare l'inerzia


L'industria automobilistica italiana è in attesa di quei 300 milioni di euro necessari al suo salvataggio. Questo intervento sembrerebbe giustificato in primo luogo per tutelare decine di migliaia di posti di lavoro a rischio e la conseguente sorte di altrettante famiglie che potrebbero finire al di sotto del livello di povertà.

Bisogna tuttavia chiedersi: questi sussidi sono uno strumento sufficiente per fare fronte alla contrazione della vendita di automobili? Questi 300 milioni di euro cosa vanno a sussidiare realmente?

E' indubbiamente vero che l'intera industria automobilistica mondiale sta affrontando un momento di crisi particolarmente severo. E' vero poi che tutti i settori produttivi che producono beni di largo consumo sono in crisi: non solo quindi la FIAT. Il caso italiano però presenta delle peculiarità specifiche: basta pensare che la nostra economia e la nostra politica non hanno infatti mai guardato all'innovazione come una priorità. Anche in questo momento di crisi, che dovrebbe stimolare la creatività, l'innovazione e la competitività come strumenti indispensabili alla sopravvivenza delle imprese e dei relativi posti di lavoro, l'innovazione non viene mai chiamata realmente in causa.

Quanta percentuale di questi sussidi è destinata alla ricerca e sviluppo di auto realmente innovative?

Si chiedono sussidi per far sopravvivere l'esistente senza una minima considerazione per il futuro. Si finisce con il finanziare "l'inerzia" e a rimandare la soluzione effettiva dei problemi "quanto prima".

Anche in questo caso si delineano gli effetti nefasti di distorsioni gravi che connotano il nostro mondo produttivo: si invoca il libero mercato per gli altri, ma ci si chiude a testuggine quando le liberalizzazioni possono minacciare posizioni di privilegio, e si impedisce in ogni occasione, con l'alleanza della politica, l’individuazione di percorsi di sviluppo innovativi realmente sostenibili.
Non dobbiamo dimenticare che molte componenti della nostra realtà economica sono ancora drogate e troppo dipendenti dai favori del potente di turno. In troppe imprese non si fa affidamento sulle proprie forze e sulle proprie capacità (e si sa di non poterci contare) perché si spera sempre nella protezione di qualcuno; si riconosce l’importanza del merito e della qualità, ma intanto è meglio essere previdenti con dei contatti giusti per avere un occhio di riguardo e delle spintarelle. Mentre le economie avanzate si fondano sulla “conoscenza” qui si fa ancora affidamento sulle “conoscenze”, non sul “know how” ma sul “know who”. Si cerca sempre poi di privatizzare i profitti e socializzare i costi.

Di tutti questi meccanismi perversi ci arriva in continuazione il conto e come al solito quando si innescano delle spirali recessive sono sempre le fasce più vulnerabili delle nostre comunità che vengono colpite più duramente. Tuttavia la politica, che alimenta questo sistema perverso in economia, continua a tamponare la situazione con provvedimenti di emergenza di breve periodo con scarsa attenzione per i processi di lungo periodo.

L'economia e la politica italiana non hanno ancora compreso che ci troviamo di fronte all’agonia dello sviluppo economico basato sul petrolio: stiamo di fatto assistendo al tramonto di un intero sistema e sembriamo impreparati a rimpiazzarlo adeguatamente. Le possibilità di far emergere forme di economia del futuro sono connesse alla ricerca scientifica e a quelle forze politiche capaci di riconoscere i germi e le potenzialità del cambiamento oggi represso dalle posizioni in difesa dell’economia del petrolio. Una classe politica settecentesca, che ancora ragiona in termini di telai e di ingranaggi e che conosce solo il “know who” invece del “know how”, continuerà a guardare, nonostante le belle dichiarazioni verbali, alla scuola ed alla ricerca come settori non prioritari e come “voci di costo” nei bilanci.

Bisogna evitare che dietro i sussidi salva-imprese si nasconda di fatto la rinuncia e l'incapacità della politica, in nome di un concetto confuso di liberismo, a dare una direzione “democratica” all’economia e alle forze che oggi agiscono al suo interno.

Un periodo di crisi è sempre un momento "provocatorio" perchè ci obbliga ad affrontare problemi e a vincere le spinte inerziali. Per certi versi questa crisi rappresenta anche un'importante occasione di cambiamento politico ed economico. Mai come ora la questione è quindi legata alla scelta fra consentire al "nuovo" di emergere sia in politica che in economia o tirare a campare come sempre sperando, in questa terra di santi, magari in un "miracolo"...



martedì 27 gennaio 2009

Italian Research Projects for Energy Efficiency

The American President Obama has launched his Green New Deal directed to reduce CO2 emissions starting from relevant interventions in car industry: the aim is the development and production of new car generations with low emission and low fuel consumption.

Nothing similar in Italy. Italian car industry is rather claiming for State aids to support the production of conventional cars showing again its myopia in terms of innovation, environment and health protection.

President Obama has also asserted that any policy directed to a renewal and restructuring of the american productive base can be achieved only thanks to the support of scientific research: it means generating innovation, advanced technological products and servcies, competitiveness, high skilled job opportunities.

The link between scientific research and production in Italy is extremely underestimated or ignored. Italian politicians have always considered this link as a low profile issue! Nevertheless Italian Research has achieved in this field interesting results also according to a commercial point of view. This condition is confirmed by the positive evaluations many projects presented by the National Research Council of Italy (CNR) have recently obtained. Some of these projects are:

A) MICROGEN30 Project, presented by the Institute for Membrane Technologies (ITM-CNR) whose goal is the creation of a micro-generation system (30 kWel) to efficiently produce energy and heat. The project is directed also to develop an innovative membrane reactor to produce and separate particularly pure hydrogen.

B) Design and development of a new generation of low energy consumption home appliances.

C) PIACE Project for energy micro-generation at home and parallel energy generation from renewable resources. This system will be controlled by a specific software capable also to optimize temperature and energy flows also on the base of weather conditions and energy fees.

lunedì 26 gennaio 2009

Progetti CNR in tema di Efficienza Energetica


Il presidente USA Obama ha iniziato il suo "New Deal Verde" diretto a ridurre le emissioni di CO2 cominciando da sensibili interventi nell'industria dell'auto per spingere i produttori a sviluppare e commercializzare nuove generazioni di veicoli a basse emissioni e bassi consumi.

In Italia nulla di tutto questo. Anzi l'industria automobilistica nostrana chiede aiuti per sostenere la produzione di auto "convenzionali" dimostrando ancora una volta la distanza da concetti come innovazione, rispetto per l'ambiente e per la salute delle persone.

Il Presidente Obama ha più volte sostenuto che la campagna di rinnovamento della base produttiva americana non può essere conseguita senza l'apporto strategico della ricerca scientifica: questo vuole dire generare innovazione, prodotti tecnologici avanzati, competitività, posti di lavoro qualificati.

Il nesso ricerca-mondo produttivo in Italia è del tutto sottovalutato se non ignorato. La politica ha sempre considerato tale legame come una questione non prioritaria. Eppure la ricerca scientifica nazionale non sta di certo con le mani in mano. Lo dimostrano ad esempio i progetti in materia di efficienza energetica messi a punto dal CNR e la valutazione estremamente positiva che tali progetti hanno ottenuto.

Nei primi sette posti della graduatoria di merito nell'ambito del Bando Efficienza Energetica di Industria 2015, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha infatti piazzato sei progetti come ad esempio i seguenti:

A) Progetto MICROGEN30, presentato dall’Istituto di tecnologie delle membrane (ITM-CNR) di Rende (Cosenza): ha come obiettivo principale quello di realizzare un sistema di microcogenerazione di piccola-media taglia (30 kWel) per la produzione di energia elettrica e riscaldamento, alimentato a gas naturale e basato su celle a combustibile. Il progetto deriva dalla collaborazione tra diverse industrie (ICI Caldaie, SCAME SISTEMI, SIEL, Exergy Fuel Cells, WTK, SIRAM, SEAL, IRS e D'Appolonia) e centri di ricerca quali ENEA, Politecnico di Milano. Il ruolo dell'ITM-CNR è quello di progettare e sviluppare un reattore a membrana innovativo per la produzione e separazione di idrogeno ad elevata purezza.

B) Progetto per lo studio, progettazione e sviluppo di una nuova gamma di elettrodomestici, caratterizzata da tecnologie innovative mirate a una notevole riduzione dei consumi energetici (-30%) e dell'impatto ambientale. L’obiettivo è quello di sviluppare in tre anni una gamma di quattro linee di prodotto: conservazione e preparazione cibo, pulizia indumenti, pulizia stoviglie. In particolare l'Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (ISOF-CNR) di Bologna intende utilizzare le tecnologie Electron Beam e Processi di Ossidazione Avanzata per la trasformazione di detergenti in molecole non tossiche, in modo rapido ed efficace. Numerose le imprese coinvolte dal progetto tra cui Indesit, ST Microelectronics, CETMA, STE, MECCANO, SYNOPSIS CONSULTING, BENCO, ALTER, FERIOLI, TEKNISOL). Oltre al CNR sono coinvolti il Politecnico di Torino, Politecnico di Milano ed ENEA. L’importo previsto è di 20 milioni di euro.

C) Progetto PIACE del Dipartimento Energia e Trasporti (DET) del CNR prevede lo sviluppo di una piattaforma di microcogenerazione all’interno dell’ambiente domestico e la generazione parallela di energia da fonte rinnovabile. A governare questa piattaforma sarà un hardware-software specifico in grado di ottimizzare i flussi termici ed elettrici e capace di gestire la complessità dell’impianto, accedendo in tempo reale a informazioni sulle previsioni del tempo e alle tariffe energetiche o a qualunque altra informazione utile per un ottimale funzionamento degli impianti. Partner del Progetto, insieme al DET-CNR, sono Riello, Lafert, IRCA, Inoxveneta, Valdadige Costruzioni, Centro Ricerche FIAT, Enìa Progetti, Electrolux Italia, Meta System, SARET, Reway, Costruzioni Motori Diesel, Treviso Tecnologia, Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM), Università degli Studi di Trieste, di Padova e di Firenze, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino. L’importo del progetto è di 23 milioni di euro.

I progetti del CNR selezionati dal Bando Efficienza Energetica di Industria 2015 vedono anche la presenza di altri Istituti CNR: ITC-Istituto tecnologie della costruzione, ISMN-Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati, INOA-Istituto nazionale di ottica applicata, IMM-Istituto per la microelettronica e i microsistemi, INFM-Istituto nazionale per la fisica della materia.

Violence Against Women in Italy

In these days, italian media have been focused on many news about several cases of violence against women. The severity of these events, their quick succession, the kind of the proposals suggested by italian politicians to cope with these crimes and the negligent irony with which the italian prime minister has commented these facts ("we should have as many soldiers as the number of pretty girls...") push us to deeply think on the decency of italian society. I don't want to discuss neither these ironical words nor the related political controversies. If someone believes that increases in the number of soldiers and policemen in the streets can solve the problem, he is surely a day dreamer. Policemen and soldiers will always arrive too late when the crime has been already done...

As I have already said, these facts are surely dramatic and their severity may focus media and public opinion attention for a while. Unfortunately the everyday violence against women, happening in the home of workplace silence, very rarely catch our attention even if about these private facts we are often well informed (my nighbours, my colleagues, my friends, my relatives, ...). In these contexts (my dining room, my office, my bed room, ...) soldiers and policemen cannot enter...

It is important to state always and again that violence against women is a violation of a human right. This violence can get the most various shapes and forms (exclusion, lack of respect, incapability to see women as human beings, denigration, ecc...): unfortunately italian society under this point of view is particularly indecent. In too many contexts italian women suffer heavy forms of exclusion and violence (exclusion from politics, from job opportunities, etc.) because women in italy are considered "unable": being politically incapable, politics is a men's affaire, being incapable to be a CEO, this remains a men's domain. This condition condition results also in religion: Italy is a catholic society and in catholicism women has a secondary and passive role because they are "unable". They may be sadistic saints or a nobody: in the worst cases they are demonized because they may embody the absolute evil.

A culture which costantly remove our nature as "persons" will always generate an indecent society which humiliate its citizens, above all the weaker groups, making them "statistics", consumers or users.

The rapes at the core of these recent news are thus the most evident and final events of a long series of humiliations italian women are forced to suffer everyday within this indecent society and for which we all are responsible...

A description of this issue in Italy may be find in this report (in italian and in english) which provides a partial framework of the problem being based on a servey: the partiality of the issue is also the consequence of the fact that the victims, often for fear and prejudices, not always have the courage to accuse these criminals.

Violenza contro le Donne

In questi giorni i media nazionali hanno dato risalto ad una serie di notizie su terribili episodi di violenza contro le donne. La gravità di questi fatti, la loro rapida successione, le proposte di intervento per contrastare tali episodi e la superficiale ironia con cui questi fatti sono stati commentati dal presidente del consiglio fanno veramente molto riflettere sulla decenza della società italiana. Non voglio commentare le parole ironiche del premier nè tantomento entrare nelle relative polemiche. Ritenere poi che con l'incremento della presenza di militari nelle strade si possa fronteggiare il problema è una pia illusione. Polizia e militari arriveranno sempre troppo tardi ovvero dopo che la violenza è stata prerpetrata.

Come ho già detto in altre occasioni, questi eventi sono effettivamente gravi e la loro gravità riesce ad attirare per un po' l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica. Purtroppo la violenza quotidiana contro le donne che avviene nel silenzio dentro le mura domestiche o sui luoghi di lavoro non arriva quasi mai alla nostra attenzione, anche se di questi fatti spesso ne siamo tutti a conoscenza. In questi contesti ovviamente i soldati non possono entrare...

Dobbiamo sempre affermare che la violenza contro le donne è e rimane una violazione di un diritto umano. Questa violenza può assumere le forme più varie (esclusione, mancanza di rispetto, incapacità di vedere la donna come un essere umano, denigrazione, ecc...): purtoppo la società italiana sotto questo profilo è particolarmente "indecente". Ancora in troppi contesti le donne subiscono forme pesanti di violenza e di esclusione (esclusione dalla politica, dal mondo del lavoro, ecc...) perchè in Italia sono ancora considerate di fatto delle "incapaci": siccome non sono capaci di fare politica ci devono pensare gli uomini, siccome non ne sono capaci non possono fare le dirigenti e ci devono pensare gli uomini. Questo avviene anche nella vita religiosa: nel cattolicesimo le donne hanno un ruolo totalmente passivo e subalterno perchè "non sono capaci". O sono delle super-sante-sadiche o sono delle nullità o (peggio) sono demonizzate ovvero incarnano il male assoluto.

Una cultura che ci sottrae costantemente la nostra natura di persone genererà sempre delle società indecenti ovvero società che umiliano i loro componenti, soprattutto quelli più deboli, rendendoli "statistiche", dei meri consumatori e degli utenti.

Lo stupro di cui parla la televisione non è altro quindi che l'evento più eclatante e terminale di una lunga serie di umiliazioni che le donne sono costrette a subire tutti i giorni in questa società indecente di cui tutti siamo in qualche modo colpevoli...

Un quadro del problema della violenza contro le donne in Italia è esposto nel rapporto Istat (in italiano ed in inglese) dove ovviamente si delinea uno scenario relativamente parziale della problematica sia perchè si tratta di un'indagine basata su un campione di donne sia perchè, come effetto collaterale di questi crimini, le donne molto spesso finiscono nella trappola della paura e del pregiudizio che impedisce di denunciare i criminali.

venerdì 23 gennaio 2009

Sustainable Energy: a meeting in Florence

"Energy" is a particularly urgent issue in Italy: it is urgent to reduce the dependance from abroad imports, protect environment, develop new energy sources, support economic dynamics, efficiency and productivity. Surely agricultural, forest and livestock productions can play a relevant role in this context i.e. in the generation of bio-energy with important impacts for many rural areas in terms of firms' development and jobs' creation. In the meantime CO2 emissions in Italy have increased for about a 12% since 1990.

Sustainable energy and energy efficiency may thus represent a relevant opportunity under many points of view: job creation, environment protection, economic and social development. In addition, the topic "sustainable energy" is likely to be an issue where the cooperation between firms, civic associations and scientific research may play a critical role.

These issues are at the core of the workshop will be held today in Florence organized also by the Institute of Applied Physics of the National Research Council of Italy (IFAC-CNR) and the Florence Industrial Association during which also the network Energethica will be presented.

Further info, the workshop's programme and contacts also to obtain the workshop's proceedings can be obtained at this link.

Energie Sostenibili: Appuntamento a Firenze


Il problema "energia" nel nostro Paese è sempre più impellente: bisogna ridurre la dipendenza dall’estero, tutelare l’ambiente, sviluppare nuove fonti energetiche, assicurare vitalità economica, coniugare efficienza e produttività. In questo ambito non irrilevante è il ruolo delle produzioni agricole, zootecniche e forestali per la generazione di bioenergia e bioprodotti con importanti ricadute in termini occupazionali e produttive per tante aree rurali del nostro Paese. Intanto, secondo i dati di Legambiente, le emissioni di CO2 sono cresciute in Italia di oltre il 12% rispetto al 1990.

Le energie rinnovabili e sostenibili e l'efficienza energetica rappresentano quindi un'importante opportunità sotto molti punti di vista: ambientale, economico, sociale, occupazionale. Si tratta inoltre di un settore ove la collaborazione fra imprese, cittadini e centri di recerca svolge un ruolo critico.

Di questi argomenti si discute oggi a Firenze al Workshop organizzato dall'IFAC-CNR (Istituto di Fisica Applicata) e da Confindustria Firenze durante il quale verrà anche presentato il circuito Energethica.

Ulteriori informazioni, il programma del workshop ed i contatti per eventualmente richiedere gli atti possono essere ottenuti a questo link.

mercoledì 21 gennaio 2009

Youth and Agriculture


In the USA they are celebrating the beginning of a new era with President Obama, who, among others, shows the peculiarity being particularly young.

On the contrary in Italy "gerontocracy" is a typical feature of our society at any level and sector: politics, economy, culture, university, etc. Unfortunately italian agriculture suffers the same problem as well.

It is true that the scarce presence of young farmers is a problem affecting the Euroepan Union as a whole: the average farmers' age in the EU-15 is about 56 years - it means an age when in other economic sectors people usually get retired. Young farmers (less than 35 years) cover a 6.4% in EU-15 showing little increases when considering data for EU-25.

Within this scenario, Italy shows difficult conditions: less than 4% among italian farmers are under 35. In Italy farmers' age is so high that (maybe just jumping an entire generation) their successors are already too old.

This situation results from multiple causes among which an excessive farm fragmentation. In Italy resources to support young farmers in their activities and stimulate the birth of new "young" farms are an urgent need. In the same time, it is important to cancel or at least reduce those fiscal privileges to false farms: effective and efficient controls are thus necessary to solve this kind of problem which acts as a real entrance barrier for young farmers.

Furthermore, in Italy we have the dramatic problem of the difficult relations between farmers and bureaucracy requiring a lot of time and money generating also mistrust towards public institutions. If someone intends to become a farmer, above all if a young man/woman, he /she has to cope with a heap of problems. Young people are bureaucracy's best victims: some researches have highlighted that they have to submit a 23 kg pile of documents: forms, invoices, authorizations, certificates, permits, licenses, etc. to be added to neverending queues, explanation requests, useless training courses (maybe useful only to the courses' organizations), technical surveys, too many days spent in the banks, in the administrative or post offices, etc. If a young farmers can resist to this, he has then to cope with the administrative problems related to farm management (further documents, licenses, forms, taxes, reports, etc.). Additional problems arise for those opting for organic agriculture where controls, authorizations, tests, forms are even more complicated.

The consequences of the lack of young farmers in italian agriculture may involve different levels: young farmers are naturally more inclined to innovation (it is extremely difficult to talk about techological innovation to a 80 years old farmer, believe me!). Furthermore, if lacking a generation change, a progressive abandoning of land will be an unavoidable process with relavant economic, social and environmental effects for many rural areas in Italy.

At present an Observatory for Young Farmers is available in Italy (in italian language only) contacting the following link.

martedì 20 gennaio 2009

I Giovani e la Campagna


Gli Stati Uniti oggi festeggiano l'inizio di una nuova era con il nuovo Presidente Obama che, tra le altre cose, ha la caratteristica di essere particolarmente giovane.

Al contrario la gerontocrazia è una tipica caratteristica della società italiana a tutti i livelli ed in tutti i settori: politica, cultura, economia, università, ecc...

Purtoppo anche la nostra agricoltura non è da meno.

E' vero che l'assenza di giovani in agricoltura è un problema che interessa tutta l’Unione Europea: l’età media dei contadini nell’UE-15 si attesta sui 56 anni cioè in una età in cui negli altri settori di solito si va in pensione. E' invece del 6,4% la percentuale dei giovani con meno di 35 anni nell’UE-15; la percentuale migliora solo leggermente se si considera l’UE-25.

In questo scenario l’Italia si trova in una condizione difficile: in genere meno del 4% dei conduttori agricoli ha meno di 35 anni. L’invecchiamento della nostra agricoltura è evidenziato dalla crescita dell’età fra tra i due ultimi censimenti (da 57,9 a 59,0 anni) e l’età degli agricoltori è così alta che (a meno che non si salti una generazione) anche i loro successori sono già troppo vecchi.

Le cause di questa situazione sono molteplici e non da ultimo deve essere messa sul piatto della bilancia anche l’eccessiva frammentazione delle nostre imprese. Certo è che la nostra agricoltura è decisamente vecchia e il ricambio generazionale appare come un’urgente priorità: servono pertanto risorse per facilitare la crescita dimensionale e qualitativa delle “vere” imprese condotte da giovani e per stimolare il ricambio generazionale nelle imprese già dimensionate con l’ingresso nel settore di nuovi imprenditori con adeguate competenze professionali. Nello stesso tempo bisogna avere il coraggio di abolire o perlomeno limitare i troppi privilegi fiscali e contributivi di quelle aziende agricole “finte” che fungono come vere e proprie barriere d’ingresso: l’alternativa potrebbe essere l’estinzione della nostra agricoltura per morte naturale.

Vi sono poi le difficili relazioni fra agricoltura e burocrazia che portano via tempo e denaro e contribuiscono a generare un senso di sfiducia verso le istituzioni. Chi intende diventare un imprenditore agricolo, soprattutto se giovane, incontra infatti un mare di difficoltà. Sono proprio i giovani le vittime preferite della burocrazia che impone loro una vera e propria odissea: c’è chi parla di quasi 23 kg di carta composta da domande, moduli, attestati, ricevute, autorizzazioni, certificati, ecc… da sommare alle file interminabili, alle spole da uno sportello all’altro, alle richieste di chiarimenti, ai corsi di formazione (spesso utili solo a chi organizza i corsi), alle costose perizie dei tecnici, alle giornate passate in banca, dal notaio o all’ufficio postale. Se un giovane riesce a resistere a questo muro di adempimenti, deve poi fare i conti con i problemi della gestione dell’impresa anche questa fatta di timbri, perizie, documenti, bollettini, moduli ecc… Per non parlare di chi ha scelto di optare per l’agricoltura o la zootecnia biologica dove fra controlli, verifiche e autorizzazioni la faccenda si complica in modo esponenziale.

Le implicazioni della carenza di giovani in agricoltura possono essere molteplici. Innanzitutto i giovani sono più sensibili all'innovazione tecnologica (difficile parlare di innovazione ad un contadino di 80 anni...) ed inoltre se manca un ricambio generazionale sarà inevitabile l'attivazione di un processo di progressivo abbandono delle terre con pesanti implicazioni sociali, economiche ed ambientali per tante aree rurali del nostro Paese.

Esiste un Osservatorio per l'Imprenditoria Giovanile in Agricoltura (OIGA) dove è possibile reperire importanti informazioni utili e notizie su bandi e contributi. Consultare questo link.

lunedì 19 gennaio 2009

What has the concept of "Savings" got to?

During these recent months I have noticed that, within the wide economic and political debate resulting from the financial crisis and economic recession, a critical element is actually totally absent: the concept of "savings".

Everyday, authoritative economists and politicians highlight the critical role of consumption to create a goods'/services' demand capable to support production. Yet it is essential to remind that if consumption is not supported by adequate levels of income and saving, consumption can be achieved only through debts.

We must remember that the removal of the concept of savings from the development dynamics has driven to the catastrophic financial and economic crisis we are today facing: when families and firms have been convinced to spend more than they could afford (above all in USA), this meant that savings have been cannibalized pushing entire social sectors to unsustainable levels of debt. This condition determined irrational consumption models, without any real and tangible economic support, and parasitic economic forms based essentially on speculation.

We cannot do now the same mistake.

It is necessary to put the idea of savings at the core of the economic and political debate also because savings are one of the most critical factors capable to effectively support and finance productive investments.

However, being savings an income's quota not used for consumption aim, it is necessary to have a reliable bank system and support families' incomes as well: families must be in the condition to have something to save also protecting their purchaising power from speculators and (above all in Italy) against tax evaders.

Consuming, consuming, consuming is not therefore an economically, socially and environmentally sustainable option (it has never be so): it means curing a disease with in the same way which has provoked it...

Only frugality and forms of aware and intelligent consumption will protect us from the shock wave of this economic recession...

domenica 18 gennaio 2009

Che fine ha fatto il concetto di "Risparmio"?

Durante questi ultimi mesi ho notato che all'interno dell'intenso dibattito economico e politico scaturito dalla crisi finanziaria e dalla recessione in atto manca totalmente un elemento: il risparmio.

I grandi economisti e i politici di professione ogni giorno sottolineano il ruolo essenziale del rilancio dei consumi per creare una domanda di beni e servizi capace di sostenere la produzione. Ebbene si dimentica con troppa facilità che se i consumi non sono supportati da adeguati livelli di reddito e di risparmio, questi stessi consumi non potranno essere effettuati se non ricorrendo all'indebitamento.

Ci si dimentica troppo in fretta infatti che l'aver rimosso il concetto di risparmio dalle dinamiche dello sviluppo ha condotto alla catastrofica crisi finanziaria ed economica in cui siamo oggi immersi: l'aver spinto intere famiglie ed imprese a spendere più di quanto si potevano permettere, soprattutto negli USA, ha di fatto significato cannibalizzare il risparmio e spingere interi settori della società a livelli inaccettabili di indebitamento. In tal modo si sono creati consumi irrazionali, privi di alcun sostegno reale, e forme di economia parassitarie fondate esclusivamente sulla speculazione.

Non possiamo fare oggi gli stessi errori di ieri.

E' necessario quindi porre il concetto di risparmio al centro del dibattito politico ed economico perchè il risparmio è uno degli strumenti centrali di sostegno e finanziamento degli investimenti (e non delle speculazioni). Poichè tuttavia il risparmio è la quota di reddito che non viene spesa, è altresì necessario disporre di un affidabile sistema bancario e supportare i redditi delle famiglie perchè possano avere qualcosa da mettere da parte difendendone anche il potere d'acquisto da parte di chi specula sui prezzi o chi evade sistematicamente il fisco.

Consumare, consumare, consumare non è quindi una soluzione economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile (e non è mai stata tale): significa infatti curare il male con lo stesso sistema che lo ha provocato...

Solo la frugalità e forme di consumo consapevoli ed intelligenti ci potranno permettere di sostenere l'onda d'urto di questa recessione.

giovedì 15 gennaio 2009

How do we live in Italy?

It has been recently published, by the Italian Association "Sbilanciamoci!", the report titled "How do we live in Italy? - 2008" providing a description of the conditions of development in italian regions. This report presents a series of data and conclusions resulting from parameters different from the conventional ones i.e. GDP. It has been implemented the concept of QUARS (Quality of Regional Development) measuring the quality of local development on the base of indcators such as environment, health, education, equal opportunities, etc.

Surely this is a positive contributions for local administrators and communities to understand the real meaning and value of development policies and their impacts going well beyond the mere measuring of incomes or an economy's material richness.

This report can be downloaded at this link.

Come si vive in Italia?

E' stato pubblicato il rapporto, promosso dalla campagna "Silanciamoci!", dal titolo "Come si vive in Italia?" che fornisce una quadro delle condizioni dello sviluppo nelle regioni italiane. Il rapporto presenta una serie di dati e di conclusioni che vengono elaborate sulla base di parametri differenti da quelli convenzionali come ad esempio il PIL. Viene infatti impiegato il concetto di QUARS (Qualità Regionale di Sviluppo) che misura la qualità dello sviluppo locale sulla base di indicatori quali l'ambiente, la sanità, istruzione e cultura, pari opportunità, ecc...

Indubbiamente si tratta di un utile contributo sia per gli amministratori locali che per le comunità locali per comprendere il reale significato e valore delle politiche di sviluppo e dei loro impatti andando al di là della mera misurazione dei redditi e della ricchezza monetaria di una società.

Il rapporto (testo in italiano) può essere scaricato in questo link.

mercoledì 14 gennaio 2009

The European Evaluation Network for Rural Development

It has been recently launched the European Evaluation Network for Rural Development whose mission is the the introduction and optimization of evaluation systems to measure the impact of european policies on rural development. The possibility to build a network of experts and information represents a critical step to share positive experiences and best practices in order to improve local capacity building in rural areas. This network operates also through a specific web site.

The importance of an impartial evaluation system is particularly relevant in Italy because our everyday experience tells us that too often politics negatively influences Government's action in economy at national and local level due to the pressures and pushes of stronger powers or to corruption: these conditions may drive Government to effectively act against the people's interest.

Politicians, sometimes for their incompetence or deliberately, seem not interested in the implications of many interventions adopted in terms of utility, efficient use of public funds, social impacts. A clear example of this is the questionable management of rural areas in Italy with particularly negative consequences for the communities living and working here: environmental and cultural resources eroded, small short run advantages having heavy long run social and environmental costs, real estate speculations and landascapes' distruction, waste of money, incapability to think about local areas in terms of envrionmental, social and economic sustainable development.

Political incompetence in rural management, with the systematic distruction of this heritage (from archaeological to natural goods), will never support rural economy.

Construction condones and tolerated construction abuses have for example eroded many opportunities for a turistic use of many parts of our rural landscape. We can say the same for the scarce promotion of parks and the great difficulties in the realization of new ones.

In Italy the rigorous implementation of evaluation procedures to measure, quantify and qualify the impact of political decision making processes in rural areas is an urgent need above all at local level to efficiently direct the related choices based on public good (rather than the mediation of specific pressures and interests). This "revolutionary" approach is likely to be unavoidable also in consideration of the scarce financial resources available and necessary to make local development a really effective management process.

La rete europea per la valutazione dello sviluppo rurale


E' stata recentemente varata la rete europea per la valutazione dello sviluppo rurale (European Evaluation Network for Rural Development) che ha l'obiettivo di introdurre ed ottimizzare i sistemi di valutazione dell'impatto delle politiche europee sullo sviluppo rurale. La possibilità di creare una rete di esperti e di informazioni costituisce un momento importante per la condivisione di esperienze positive, di diffusione delle "best practices" al fine di potenziare il capacity building delle nostre aree rurali. Questa rete europea dispone anche di un apposito sito web.


L'importanza di un sistema oggettivo di valutazione dell'impatto delle politiche deriva dal fatto che la nostra esperienza quotidiana ci dice che troppo spesso la politica influenza negativamente l’azione dello Stato in economia a livello nazionale e locale sotto le pressioni di gruppi forti o a causa della corruzione spingendo lo Stato a agire di fatto contro gli interessi dei cittadini.

La politica, talora per colpa o incompetenza altre volte per dolo, sembra non curarsi troppo delle implicazioni di molti interventi in termini di utilità, impiego efficiente dei soldi pubblici, impatto sociale. Un esempio di questa carenza viene proprio dalla discutibile gestione del territorio in tante aree rurali del nostro Paese con conseguenze pesanti per chi vi abita e chi vi lavora: risorse ambientali e culturali compromesse, piccoli vantaggi di breve periodo con pesanti costi socio-ambientali di lungo periodo, speculazioni edilizie selvagge e devastazione del paesaggio, spreco di finanziamenti, incapacità di pensare il territorio in termini di sviluppo ecologicamente, socialmente e economicamente sostenibile. L’incompetenza politica nel gestire il territorio con la sistematica distruzione di questo patrimonio (dai beni archeologici a quelli naturali) non aiuta l’economia rurale. I condoni, l’abusivismo edilizio tollerato, le brutture architettoniche hanno eroso ad esempio le possibilità di utilizzo turistico di grandi parti del nostro paesaggio e delle coste. Lo stesso dicasi per la poco incisiva politica di valorizzazione dei parchi naturali e le difficoltà a crearne di innovativi con sovrapposizione delle funzioni di parco naturale e archeologico oppure di parco naturale-agricolo-rurale e scientifico-educativo-didattico (ricerca, ambiente, mestieri, tradizioni, architetture, ecc.).

Forte è quindi il bisogno nel nostro Paese dell’applicazione rigorosa di procedure sistematiche per valutare il valore e l’impatto delle decisioni politiche sul territorio soprattutto a livello locale per indirizzare le relative scelte con l’interesse generale come obiettivo e non la mediazione di interessi particolari. Ciò appare di rilevanza cruciale pensando alla cronica scarsità di risorse economiche e alla necessità di rendere il decentramento un processo gestionale realmente efficace.

lunedì 12 gennaio 2009

Fighting Food Frauds

Recent news have been diffused about the impounding of 3 tons of gone off food products or in bad storage conditions in Campania Region (Southern Italy). In particular in a warehouse of a wholesale firm providing with food products supermarkets and restaurants in Campania, 50 kg of canned tomato juice have been found expired 10 years ago. In addition in a supermarket 100 kg of food products have been impounded because stored in inadequate manner.

During these days I have paid great attention to the problem of food frauds also because, during this period of economic crisis, families and consumers are facing severe budget problems thus proportionally increasing the risk to be victim of this kind of crimes. Having less money to spend, people tend to choose food mainly on the base of price: when it is necessary to save money consumers are particularly vulnerable to the risks linked to food frauds. Furthermore, during economic crises, fraudolent firms try to maximize their profits reducing costs thus using and selling bad raw and end products.

Fighting this kind of crimes represents a critical step first of all to protect consumers' health in their food purchase. In addition honest firms are damaged by these criminals in terms of reduced competition and market quotas caused by the adoption of low quality and unexpansive stuff by fraudolent firms. There is also a loss of prestige for honest firms often involving entire sectors of our agrofood industry.

Ancora Contro le Frodi Alimentari

E' stata da poco diffusa la notizia del sequestro di tre tonnellate di prodotti alimentari scaduti o in cattivo stato di conservazione, da parte dei carabinieri, a Ariano Irpino in Campania. In particolare sono stati rinvenuti e sequestrati, in un magazzino di un distributore all'ingrosso che forniva supermercati e ristoranti delle province di Avellino e Foggia, 50 kg di passata di pomodorini in scatola scaduti da dieci anni. Inoltre in un discount sono stati sequestrati 100 kg di prodotti alimentari che venivano immagazzinati in ambienti inadeguati alla loro conservazione.

In questi ultimi giorni mi sto dedicando molto al problema delle frodi alimentari anche perchè, con l'attuale crisi economic ed i bilanci delle famiglie ridotti all'osso, aumenta in modo proporzionale il rischio di essere vittima di queste frodi perchè ci si rivolge sempre di più ai prodotti alimentari facendo riferimento alla sola voce del prezzo. Si è quindi particolarmente esposti ai rischi derivanti dalle frodi alimentari quando bisogna risparmiare sul conto finale della spesa. Inoltre nei periodi di crisi le imprese disoneste cercano di massimizzare i profitti riducendo al minimo i costi acquistando e commercializzando prodotti scadenti.

La lotta quindi a questo tipo di crimini è un momento indispensabile in primo luogo per tutelare i consumatori in termini di sicurezza dell'acquisto e dell'incolumità fisica perchè questi prodotti espongono i consumatori a gravi rischi per la salute.

Inoltre anche il mondo delle imprese viene danneggiato da questo tipo di reati. Il danno alle imprese si materializza principalmente nella perdita di concorrenza e di quote di mercato per l’alterazione dei meccanismi di mercato provocata da azioni di concorrenza sleale da chi tratta merce scadente (e quindi a bassissimo costo) con una perdita di prestigio e di immagine che coinvolge le imprese di settore e spesso anche interi comparti del nostro "Made in Italy" agroalimentare.

venerdì 9 gennaio 2009

La Lotta alle Frodi Alimentari

Recentemente il Mipaaf ha diffuso un comunicato sulle attività svolte dal Ministero nel corso dello scorso anno 2008. Fra i vari punti ritengo utile evidenziare il seguente paragrafo poichè presenta quanto è stato fatto nei mesi più recenti in materia di lotta alle frodi alimentari (relativamente alle quali ci sarebbe da auspicare l'individuazione in futuro di un vero e proprio codice specifico in materia di "reati alimentari"). Ritengo sia utile dare la massima diffusione a queste notizie perchè non sempre i media ne danno adeguata informazione: si tratta invece di una questione che interessa tutti i cittadini (dato che siamo tutti consumatori di prodotti alimentari).

Il 31 ottobre il Nucleo Antifrodi dei Carabinieri compie due operazioni rispettivamente a Livorno e a Palagiano, in provincia di Taranto.

Nella città toscana, nell’ambito delle indagini finalizzate al contrasto delle frodi alimentari nel settore della pesca, i militari del NAC di Roma sequestrano 5 quintali di pesce spada provenienti da Singapore e contenenti mercurio, così come accertato dalle analisi effettuate presso l’ASL n. 6 di Livorno.

In Puglia, a Palagiano (TA), i NAC di Salerno mettono invece sotto sigilli 9000 hl di pasta di mosto eccedenti le quantità previste dalla documentazione contabile, per un valore complessivo di 144 mila euro. Ai proprietari dell’opificio, che produce succhi d’uva, è contestata la violazione dell’art. 34 della Legge 82/2006.


Il 23 ottobre l’Ispettorato Controllo Qualità (ICQ) conclude, in Puglia, un’operazione di verifica nel settore vitivinicolo, condotta in collaborazione con gli altri Organismi di controllo presenti sul territorio (NAS Carabinieri, Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Stradale) e in raccordo con la Guardia di Finanza. Nel corso delle operazioni sono sequestrati 16.000 hl di mosto, 12.000 dei quali perché non giustificati dalla contabilità di cantina e 4.000 perchè non è possibile appurare la natura del prodotto.

Sono sequestrati anche 200 hl di vino, non giustificati dalla contabilità di cantina, 600 quintali di uve da tavola, illecitamente introdotte in cantina, ed un camion carico di uve da tavola, sprovvisto di qualsiasi documento di accompagnamento.

74 i fermi stradali di automezzi che trasportavano uve o prodotti vitivinicoli effettuati lungo le principali arterie di comunicazione.

I controlli interessano 112 fra stabilimenti vitivinicoli, centri di intermediazione uve, stabilimenti autorizzati alla lavorazione delle uve da tavola e aziende agricole. Sono rilevate numerose irregolarità. Di queste, 50 sono contestate immediatamente.


L’11 ottobre i Carabinieri del Nucleo Antifrodi di Salerno, insieme all’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei prodotti agroalimentari di Bari, sequestrano a Trinitapoli, in provincia di Foggia, cinque silos della capacità di 6000 hl, contenenti un non meglio specificato prodotto vitivinicolo.

Motivo del sequestro, infatti, sono proprio “le modalità di detenzione del prodotto in giacenza e la documentazione rinvenuta”, che non consentono di appurare la natura del prodotto, subito sottoposto ad analisi.

Sempre in Puglia, a Minervino Murge, in provincia di Bari, i militari dei NAC e gli ispettori dell’ICQ sequestrano 410 hl di pasta di mosto ottenuta dalla trasformazione di 426 quintali di uva bianca da tavola. La pasta è illegalmente destinata alla vinificazione.

Nelle due operazioni sono rilevate ben 650 violazioni amministrative, per un ammontare complessivo di 1 milione di euro.


Il 23 ottobre il Nucleo Antifrodi dei Carabinieri di Salerno sequestra, nell’ambito dei controlli finalizzati alla tutela dei “marchi di qualità”, della “filiera cerealicola” e “lattiero-casearia”, 1690 confezioni, per un totale di 676 kg, di pasta fresca ripiena “cappelletti crudo e grana”, prodotti e confezionati da un pastificio in provincia di Bari, in violazione del D. Lgs. 297/04 e del disciplinare di produzione del Grana Padano.

Il pastificio infatti utilizza la denominazione protetta senza la prevista autorizzazione del Consorzio per la tutela del formaggio Grana Padano

I militari del nucleo speciale dell’Arma dei Carabinieri sequestrano anche 120.000 etichette, recanti la denominazione protetta “Grana Padano DOP”.

Le confezioni di pasta sequestrata, del valore di € 10.000 circa, saranno sottoposte ad analisi di laboratorio per accertare la bontà degli ingredienti.


Il 29 ottobre il Corpo forestale dello Stato compie una vasta operazione di controllo nel quartiere Esquilino ed in diverse altre zone della periferia della capitale. Al centro dei controlli, negozi e magazzini gestiti da cinesi e asiatici, dove vengono trovati quintali di prodotti alimentari cinesi, in cattive condizioni igienico sanitarie e senza regolare etichettatura.

Tra questi: carne, pasta, farine e zampe di pollo, di cui è vietata l’importazione perché a rischio di influenza aviaria; e ancora: biscotti con burro e derivati del latte proveniente dalla Cina. Certamente di importazione illegale, verranno subito sottoposti ad analisi per verificare l’eventuale presenza di melammina.

Gli agenti della Forestale scoprono anche preparati della medicina tradizionale cinese prodotti con Saussurea, una pianta in via d’estinzione, e cerotti e medicamenti realizzati con ossa e parti di leopardo, tigri e altre specie protette.


Il 3 novembre la Guardia Costiera conclude l’operazione “pesce DOC”. Sotto il coordinamento del Centro Nazionale Controllo Pesca del Comando Generale, i nuclei ispettivi della Guardia Costiera presenti su tutto il territorio, verificano il rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di cattura, produzione, commercializzazione e consumo dei prodotti della pesca. L’operazione mira a bloccare l’importazione e la commercializzazione di prodotti ittici sprovvisti di documentazione sulla loro provenienza o commercializzati illecitamente come prodotti tipici del Mediterraneo o come prodotti freschi. In cinque giorni, sono controllati 8488 fra pescherecci ed esercizi commerciali, per un totale di 2172 multe effettuate ed un milione di euro di sanzioni.


Il 26 novembre, in Puglia, la Guardia Costiera effettua un maxi sequestro di pesce avariato. Gli uomini della Capitaneria di Porto di Bari mettono sotto sigilli 5 tonnellate di pesce mal conservato in un deposito di Mola di Bari. Il pescato, privo di etichetta e pronto per essere messo sul mercato, si trova all’interno di celle frigorifere mal funzionanti, non rispettose delle più elementari norme igienico sanitarie, come accertano i medici del servizio veterinario.


Il 27 novembre il Corpo Forestale dello Stato e l’ICQ effettua un maxisequestro di formaggi e insaccati di provenienza tedesca in provincia di Vicenza.

In una cella frigorifera all’interno di un capannone, i militari trovano e mettono sotto sigilli 1100 quintali di mozzarella e prosciutto cotto tedeschi, destinati al mercato italiano ed in particolare al mondo della ristorazione.


Il 23 settembre, nel porto di Livorno gli ispettori di Conegliano e Firenze dell’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari e dal Corpo Forestale dello Stato sequestrano 30 mila bottiglie di vino rosso, di cui 15 mila già sotto sigillo, illegittimamente etichettato come “Amarone” e pronto per l’esportazione negli Stati Uniti, e un'altra partita di vino rosso costituita da vini piemontesi.

Il sequestro è deciso nel corso delle indagini disposte dalla Procura della Repubblica di Treviso sulla contraffazione di prodotti vitivinicoli. L’attenzione degli inquirenti è rivolta ora sia ai distributori/trasportatori del prodotto che alla ditta che ha proceduto all’imbottigliamento e che si trova in provincia di Treviso.


The Snack Fruit Project


The "Snack Fruit" project, single packaged fruit and vegetables served in schools by automatic dispensers, is one of the best practices certified by the EU Commission. During the conference to present the european programme "School Fruit Schemes", Snack Fruit Project has been indicated as a "consolidated experience capable to contribute, thanks to the involvement of about 43500 school students in Rome, Bologna and Bari, to design a pilot project to support Member States which, by 2009, must launch development schemes on fruit and vegetable consumption".

The possibility to pursue a real fight against obesity through fruti and vegetable consumption is at the core of these schemes, according to Director General Lars Hoelgaard (EU Commission Agriculture and Rural Development Division) also because these programmes directly involve agricultural systems linking farmers to consumers.

The "snack Fruit Project" results from the collaboration between research centres, the Italian Ministry of Agriculture and the Italian Ministry for Education, University and Research. This project is a positive tool to give the opportunity to school students to eat season fruits carefully selected and packaged for a healthy snack.

This kind of initiatives are extremely useful to promote an adequate and aware food culture as well as to stimulate and support local economies through the use of local products.

giovedì 8 gennaio 2009

Il Progetto "Frutta Snack"



Riporto di seguito un'interessante notizia di fonte ANSA


Il progetto 'Frutta Snack', frutta e verdura in confezione monodose da rendere disponibile nelle scuole attraverso distributori automatici, e' una delle best practice accreditate dalla Commissione Europea. Lo annuncia la Centrale Sperimentazione e Servizi Agro-ambientali, in una nota, precisando che a Bruxelles, nel corso della conferenza di presentazione del programma europeo 'School Fruit Schemes', Frutta Snack e' stato indicato come ''esperienza consolidata in grado di contribuire (grazie anche al progetto pilota nazionale che ha coinvolto 43.500 studenti delle scuole di Roma, Bologna e Bari) all'elaborazione di un 'percorso tipo' a supporto dei Paesi Membri che, entro il 2009, devono avviare programmi di sviluppo dei consumi di frutta e verdura''. ''Combattere l'obesita' attraverso l'educazione al consumo di frutta e verdura - ha detto il direttore generale della Divisione Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Europea, Lars Hoelgaard - e' il cuore del nostro programma. E questa e' una iniziativa molto importante perche' coinvolge direttamente il sistema agricolo, e lo riconnette con il consumatore''. Il progetto Frutta Snack e' stato predisposto, con il coordinamento della Centrale Sperimentazioni e Servizi Agroambientali di Cesena, dai ministeri del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e da quello dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca. Frutta Snack, sottolinea il presidente di Centrale Sperimentazione Romeo Lombardi, ''porta direttamente nelle scuole frutta di stagione, accuratamente scelta e confezionata per il consumo. Un'opportunita' per uno spuntino salutare''.

Questo tipo di iniziative sono molto importanti sia per promuovere una cultura alimentare adeguata sia per stimolare le economie locali.

Political (dis)illusions

I want to dedicate this post to some reflections related to some recent news on political corruption in Italy (this is a real emergency). In brief I'm not scandalized for these (real or presumed) charges involving some politicians from opposition parties but rather for the dramatic features of the context within which these facts and charges have been made and, above all, for the real meaning of a political participation in Italy in these conditions and within this context.


What I would like to emphasize is that italian politics, through its public institutions and its various political organizations (left and right wings), seem to be extremely vulnerable when dealing with the so called (legal/illegal) "strong powers". Italian parties are acting as business committee but today they are extremely sensitive to any kind of speculation. So the problem is not only of judiciary nature: this is a judges' task. I'm also convinced that this is not a simply ethic issue. Indeed everyday we are attending to a giant fraud continuosly perpetrated against italian society as a whole.


Looking for a powerful support from economic elites (at national and local level), the creation of an opaque system of power, the selection of personalities on the base of their ballots potential are features characterizing all italian parties: the problem is that these attitudes are considered essential tools of political marketing. Corruption thus becomes a governing tool essential and necessary to grant political success. Italian politics seem incapable to renounce to this; there is no space for alternative political approaches.


These parties show a complete unwillingness to let civil society and its components to deal with and manage the problem of the reconstruction of a decent political class. In Italy there is a political class effectively hampering the real people participation and transforming citizens in "politics users or consumers". These parties are totally closed operating only on inner cooptation mechanisms and acting as private properties. Political parties as expressions of civil society in Italy simply do not exist. Even those organizations declaring the opposite, are closed to the political non-professionals and the expressions of civil society are marginalized or excluded. Innovative visions and the capabilities to interpret trasformations and changes within the society are totally absent because considered useless.


Within this scenario, a new political generation and political programmes, essential steps to support a decent society based on the idea of common good, are never a priority.


From this derives my question: "What I'm doing here?"


(Dis)illusioni Politiche

Voglio dedicare questo post ad alcune riflessioni connesse ai recenti fatti di corruzione politica che i media hanno portato alla ribalta, ma che da lungo tempo covano in bella vista di tutta l’opinione pubblica. In breve non mi scandalizzo per certe accuse, vere o presunte che siano, che hanno interessato alcuni esponenti politici dei partiti di opposizione, quanto per i connotati dell’intero contesto all’interno del quale queste accuse vengono agitate e soprattutto il senso che può avere oggi una partecipazione politica in queste condizioni ed in questo contesto.

Quello che noto è che mai come oggi la politica italiana, attraverso le istituzioni pubbliche e tutte le varie espressioni partitiche, a destra come a sinistra, appare pericolosamente debole di fronte ai poteri cosiddetti forti siano essi legali o meno. Da tempo gli stessi partiti sono divenuti dei comitati d’affari ma oggi sembrano fin troppo sensibili alle speculazioni di ogni tipo. Il problema non è quindi tanto connesso alle inchieste varie in corso: questo tipo di responsabilità saranno accertate dai giudici. Non mi interessa nemmeno sapere cosa abbia realmente fatto il figlio di questo o di quel politico. Quello di cui mi rendo conto è che non ci troviamo più nemmeno di fronte ad un problema di natura etica alla fin fine, quanto quello di assistere ad un colossale inganno continuamente perpetrato ai danni della collettività intera.

La ricerca dell’appoggio di elites economiche potenti (a livello locale e nazionale), la creazione di sistemi di potere opachi, la selezione di personaggi sulla base dei pacchetti di voti che possono offrire rappresentano caratteristiche che connotano tutte le formazioni politiche: il problema è che sono da queste ritenuti strumenti indispensabili del marketing della politica. La corruzione diventa uno strumento di governo necessario ed indispensabile. Di tutto questo la politica italiana oggi sembra incapace di fare a meno; non c’è spazio per prassi politiche diverse.

Torno a dire che le responsabilità penali dei singoli fatti devono essere accertati dai magistrati e sono convinto che in alcuni casi tali fatti vengono anche montati dai media. Quello che noto è però la non volontà di fare in modo che sia la società e le sue componenti a prendere in mano il problema della ricostruzione di una classe dirigente decente. Abbiamo di fatto una classe politica che, nonostante le dichiarazioni di principio contrarie o la raccolta di migliaia di firme per abrogare questo o quello, ostacola in tutti i modi la partecipazione reale dei cittadini che vengono trasformati in semplici “utenti” della politica.

Tutti i partiti appaiono infatti come delle consorterie chiuse ove vigono solo le regole della cooptazione: se non è possibile riappropriarsi della politica perché i partiti funzionano come una proprietà privata di pochi ,allora non rimane spazio se non allo scetticismo e alla disillusione. I partiti come espressioni della società civile non ci sono: anche chi ha da tempo sventolato propagandisticamente la bandiera dell’apertura dei partiti ai non professionisti della politica, in concreto ha fatto poi delle scelte diametralmente opposte perché nel momento in cui si è trattato, e si tratta tuttora, di scegliere i gruppi dirigenti nazionali e locali queste espressioni non sono state coinvolte ed anzi sono marginalizzate. Quindi anche quelle forze politiche che vogliono presentarsi come momento di soluzione con le vecchie logiche in realtà fanno leva su una cultura politica ingessata ed ingessante che ostacola qualsiasi forma di ricambio. Il risultato di tutto questo è che oltre le becere polemiche e gli strilli di piazza, in tutti i partiti le visioni innovative e la capacità di interpretare le trasformazioni in atto all’interno della società italiana sono del tutto assenti, perché considerate inutili.


Quello che quindi le recenti notizie di cronaca hanno creato in me sono forti dubbi sulla possibilità e volontà dell’attuale mondo politico italiano di permettere alla società civile di essere coinvolta nelle decisioni politiche per un deficit partecipativo totale. Per questo sostengo che non è tanto un semplice problema di etica politica quanto un gravissimo problema di incapacità e non volontà da parte dell’attuale classe dirigente di consentire alla società di partecipare alla “cosa pubblica”.

Quello a cui abbiamo assistito è quindi un’evidente debolezza strutturale di tutti i partiti di fronte alla corruzione. Nel momento in cui prevalgono i “signori delle tessere”, il ricambio dei dirigenti o i contenuti ed i programmi politici, che sono indispensabili per poter guardare al futuro in un’ottica di “bene comune”, passano totalmente in secondo piano.

Da tutto questo nasce la mia domanda: “ed io qui che cosa ci sto a fare?”

mercoledì 7 gennaio 2009

Pesce Avariato!

Riporto di seguito questa interessante notizia (Fonte Agrapress)

Dal 12 al 29 dicembre - spiega un comunicato del mipaaf - 300 comandi della guardia costiera hanno portato a termine una delle più importanti operazioni in italia a protezione del consumatore che abbia mai coinvolto il mercato ittico. In grossi depositi della penisola sono state sequestrate circa 160 tonnellate di pesce, destinato anche alla grande distribuzione. il pesce arrivava nei porti italiani per poi finire anche nelle celle frigorifere di ristoranti e mercati. I prodotti sequestrati erano scaduti o in cattivo stato di conservazione per il 90% e senza tracciabilità per il restante 10%. Alcuni numeri: 54 tonnellate di prodotti ittici congelati scaduti o in cattivo stato di conservazione sequestrati a Bari; 42 tonnellate di pesce congelato scaduto e in cattivo stato di conservazione sequestrati a San Benedetto del Tronto (AP); 2 tonnellate di filetti di pollack d’alaska - una specie atlantica smerciata per merluzzo - sequestrati a Cetraro (CS) e Molfetta (BA); circa un quintale di datteri il cui commercio e consumo è proibito nonché 30 tonnellate di mitili allevati in zone proibite sequestrati a Napoli. L’operazione, che ha coinvolto quattordici comandi regionali, ha impegnato 2004 uomini e donne che hanno svolto 6677 controlli, sequestrato 160 tonnellate di prodotto ittico, scoperto 588 reati e illeciti amministrativi (tra cui 61 frodi in commercio, 25 casi di sottomisura, 70 casi di cattivo stato e di cattiva conservazione) e comminato 696.879,79 euro di sanzioni amministrative.


Questa notizia ci deve aiutare a riflettere ancora una volta sulla necessità di creare una “cultura” del consumo alimentare. Come ho già scritto altre volte spesso ci preoccupiamo delle caratteristiche del nostro telefonino di ultima generazione (che siamo disposti ad acquistare a qualsiasi prezzo) oppure siamo disposti a spendere cifre esorbitanti per inutili SUV e poi magari ci limitiamo a giudicare un prodotto alimentare solo dal suo prezzo senza curarci delle sue qualità e della sua tracciabilità. Dobbiamo imparare a spostare la nostra attenzione verso la professionalità delle imprese coinvolte nell’intera filiera e della rigorosità nella qualità delle materie prime, metodi di lavorazione, conservazione e imballaggio e tutela ambientale. Dobbiamo quindi trasformarci in consumatori più consapevoli e informati, esigere etichette chiare e univoche, preferire prodotti “tracciati” e non trascurare le produzioni locali.