lunedì 10 maggio 2010

La crisi e i lussi

Sono giorni questi di grande travaglio per le economie soprattutto dei Paesi dell'Europa Meridionale: la Grecia nel caos economico e sociale, la Spagna ed il Portogallo a forte rischio di tracollo.

Per quanto riguarda l'Italia molti esponenti politici e ministri continuano a rassicurarci che tutto va bene, i conti sono in ordine, grazie al cielo c'è un buon livello di risparmio delle famiglie a tenerci in piedi.

Eppure ci sono molti aspetti su cui riflettere. Prima di tutto ora si fanno gli elogi del risparmio delle famiglie quando si è cercato per anni (e si cerca ancora) di eroderlo in tutti i modi soprattutto invitando le persone a spendere il più possibile per sostenere i consumi e quindi la crescita. I messaggi che provengono dalla TV (per molti italiani unica fonte di informazione) supportati dalla pubblicità, dai film ("vacanze a..."), dalle sit com e dagli show erano: emulate i vip, divertitevi, spendete e spandete, non hai un SUV? Sei un cafone! Non vai in crociera? Sei un cafone! ecc... ecc...

Inoltre, un Paese con un debito pubblico spaventoso, con dei costi stratosferici della politica e dei privilegi delle caste che ruotano intorno ai palazzi, con una corruzione senza freni, con una dilagante evasione fiscale, con la criminalità organizzata infiltrata ovunque, il particolarismo diventato una moda, tutto questo di certo non dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Qui il problema non è economico: non sono i conti pubblici ad essere fragilissimi (o per lo meno non solo). E' l'intera società italiana che appare di argilla.

All'interno di questo triste scenario, rimangono però tanti veri e propri "lussi" del sistema: uno di questi è la contraddizione stridentissima delle spese militari, soprattutto quelle destinate alle missioni all'estero. Non si sa dove trovare i quattrini per rimettere in sesto le disastrate casse dello Stato, eppure in questo settore i soldi si trovano sempre e sempre di più.

Mentre la scuola, la ricerca scientifica, la cultura, l'ambiente non solo ricevono scarsissime risorse, ma saranno anche le vittime di un prossimo processo di razionalizzazione della spesa, in Italia si spendono oltre 23 miliardi di euro per la difesa. Secondo il rapporto di Altraeconomia "Il Caro Armato" siamo alla canna del gas eppure ci sono da finanziare 30 missioni militari all'estero! Per fare cosa precisamente? Nessuno lo sa.

Ulteriori dettagli sul rapporto possono essere visualizzati qui.

Mi viene da pensare che, con questi chiari di luna, forse le missioni militari italiane all'estero sono diventate un lusso che non ci possiamo più permettere. Bisognerà magari aspettare, che ne so, tempi migliori: bisognerebbe farlo capire ai nostri alleati, alla Nato: "Guardate, ora abbiamo dei problemini economici, ma promettiamo che quando le cose si aggiusteranno vedremo di esserci. Lo giuriamo!".

Ed invece no. Potete scommettere che quando si tratterà di imporre sacrifici, tagliare spese considerate inutili, quando si farà la caccia agli sprechi, toccherà sempre ai soliti rimetterci le penne: i parlamentari non ridurranno di un centesimo i loro stipendi, gli evasori fiscali la faranno sempre franca, i grandi cantieri costeranno sempre di più ed i lavori non finiranno mai, alle forze armate non mancheranno mai le risorse, ma della scuola pubblica (e solo quella pubblica) rimarrà solo l'ombra, la ricerca verrà ridotta in braghe di tela, e via discorrendo.

C'est la vie!

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