mercoledì 25 gennaio 2012

Cretini si nasce o si diventa?

Questa è una delle domande esistenziali che sicuramente mi tormenta di più. Mi capita sui media di leggere delle dichiarazioni di persone che, per il ruolo che occupano, possono essere definite importanti e questa domanda mi viene subito in mente. Anche perchè, maggiore è il peso del ruolo che un cretino detiene, maggiori sono i danni che la sua cretineria può fare. Ma questi ci sono nati così o hanno studiato per diventare dei cretini?

C'è una cretineria relativa (che emerge in certe condizioni, in certe situazioni, si può essere cretini alcune volte ed altre volte no) e la cretineria assoluta (ovvero essere sempre cretini, in qualsiasi circostanza, tempo, luogo e situazione). La cretineria può essere molto pericolosa, perchè si accompagna spesso all'incompetenza: un chirurgo cretino ti può uccidere... Ma la cretineria peggiore è quella che si ritrova in chi occupa un ruolo di natura "politica" perchè incide pesantemente sulle vite di tutti: anche i non-cretini sono costretti a sopportare il peso della cretineria assoluta del decisore politico.

Solo un politico cretino (anche se dotato di un curruculum con i cosiddetti "controcavoli") apre la bocca e gli dà fiato. Magari tanti giovani e meno giovani che non hanno potuto o voluto intraprendere una carriera sfavillante nel mondo accademico, politico, istituzionale o professionale saranno forse degli sfigati, ma di sicuro non possono vantare una cretineria di simili proporzioni. 

Allora nel curriculum del brillante e giovane personaggio politico del momento bisognerebbe aggiungere ai vari master, incarichi e consulenze anche una laurea in "cretineria teorica ed applicata". E se non l'avesse ottenuta ad Harvard, Yale, Oxford o alla Bocconi siamo pronti noi (poveri mortali qualunque senza-potere) ad attribuirgliela volentieri "Honoris Causa".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so se si nasca cretini. Conosco alcune persone con ritardi mentali, ma non dimostrano certo di essere cretini: anche loro riescono a ragionare secondo logica. Credo che cretini si diventi, per "opportunità" (non certo per necessità).
Prendi comunque con le pinze il mio pensiero, perché chi scrive qui è una a cui è stato attribuito l'aggettivo di "stupida" (perché non si accorge che ad essere corretti significa darsi la zappa sui piedi).
Spero anche di avere una faccia da stupida (=espressione aperta e trasparente), perché i cretini, invece, la faccia non ce l'hanno proprio...

Carmelo Cannarella ha detto...

Carissima,
ovviaamente la cretineria non è una patologia nurologica o psichiatrica, ma uno stato dell'essere, dell'esistenza. Molte persone con gravi ritardi neurologici sono molto meno cretine di tante persone cosiddette "normali". La stupidità è un'altra cosa, perchè si può essere stupidi per scelta. Anche io spesso passo per "stupido" perchè a certe cose (furbate, tiri bassi, bizantinismi, sciacallerie varie) proprio non ci arrivo. Quindi, in questo modno di canaglie, passi per stupido...

La stupidità riguarda appunto un rifiuto a capire: non so se è un caso il nesso fra stupido e stupìto.
A differenza dell'imbecillità (imbelle), la deficienza (il mancare di qualcosa), la stupidità (il non capire), la cretineria ed i cretini sono pure arroganti perchè sanno di essere cretini e ritengono questa loro condizione non una menomazione dell'articolazione del pensiero, ma un valore...

Anonimo ha detto...

Già...
A proposito: guarda qui.
Qui esiste il detto: "friulani, brava gente"...

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/01/27/news/voi-giovani-friulani-che-non-ascoltate-1.3113479

Carmelo Cannarella ha detto...

Cara Sara,
ho letto l'articolo con quella naturale tristezza che ti viene quando prendi atto della stupidità del gregge in azione. Certamente in questo caso ci si trova davanti ad un episodio di cretineria eclatante: nessuno stimolo sembra capace di smuovere il senso critico di questi soggetti. Non è un esempio di apatia (assenza di passione), ma di passione beota: il riso abbonda sulla bocca degli stolti. Oltretutto si è trattato di un caso di sfottimento di un intellettuale. Non conosco l'orientamento di questo scrittore, ma anche in presenza di opinioni in forti contrasto con le nostre, dal confronto dialettico comunque degli stimoli alla riflessione vengono fuori (in condizioni normali). Invece l'intellettuale viene messo alla berlina e coperto di ridicolo. Il retaggio del berlusconismo è proprio questo: coprire di ridicolo tutto.

Se questo caso, almeno per quello che ho potuto comprendere, appare grave anche per la sua eclatante cretineria, quella che mi sembra più grave è la cretineria strisciante che non si manifesta in modo così evidente, ma che inquina la nostra quotidianità. Di questa cretineria ne abbiamo esempi a bizzeffe tutti i giorni e si fonda su un senso di totale irresponsabilità negli individui. Non ci si pone mai il problema della conseguenze delle proprie azioni o inazioni; non si sente la responsabilità nei confronti di nessuno; il domani è un concetto generico e astratto: intanto ti frego "hic et nunc".

Ecco; penso che la caratteristica primaria del cretino è quella di vivere in un presente dilatato: come nell'articolo da te citiato, i cretini si sono divertiti a bere e a ridere e del resto "chi se ne frega"...