Con tutto il rispetto per le vittime e per i dispersi, ma la vicenda della nave da crociera Costa Concordia e del suo capitano mi sembra una specie di drammatica metafora dell'Italia di questi tempi.
Un capitano (la classe politica e dirigente italiana) che sembra del tutto un incapace e che se la svigna al primo pericolo per mettere in salvo sè stesso, una nave che sperona uno scoglio per effettuare una vera e propria "cavolata" inutile per salutare un qualche pezzo grosso (i rapporti fra la medesima classe politica e i poteri forti), una nave totalmente allo sbando che si arena grazie solo ad un colpo di fortuna vicino al porto (lo stellone italiano cui tutti si rivolgono in caso di bisogno), un mezzo ammutinamento da parte di chi aveva un briciolo di ragione e cervello per far partire le procedure di evacuazione visto che il capitano non era in grado o non voleva farlo (speriamo che prima o poi questo avvenga in Italia però...), il fuggi-fuggi generale, il caos, la disorganizzazione, l'equipaggio composto per lo più da stranieri che fanno quello che possono... E chiude la metafora, l'immagine della Concordia-Italia mezza affondata con il rischio che sprofondi sempre più giù portandosi appresso i più sfortunati, con il rischio di una gigantesca catastrofe ambientale. Che altro dire?
Come sempre tiro fuori la questione della selezione avversa. Come avviene nella politica, nelle università, nella pubblica amministrazione, negli enti, ecc... ecc... scegliere gli incapaci può avere dei costi stratosferici. Come è avvenuto in questo caso in cui ci si dovrebbe chiedere sulla base di quali criteri è stato selezionato a capitanare una nave da crociera un personaggio che, a quanto è dato sapere, appare del tutto (e pericolosamente) inidoneo a questo ruolo, lo stesso bisognerebbe fare in moltissimi altri livelli della nostra società: quanto può essere utile avere sempre le persone sbagliate al posto sbagliato?
Comunque, che tristissima metafora...
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