lunedì 28 luglio 2008

Pizzica e Taranta contro l’obesità politica

In questi giorni la cronaca italiana è impreziosita da notizie particolarmente scoraggianti: enorme corruzione politica, truffe sulla sanità e sulla salute pubblica, pugno di ferro contro i lavoratori precari, mano leggera verso i grandi manager, impunità per i più potenti, discriminazione fra cittadini di serie A e serie B, ecc… ecc… Insomma abbiamo oggi uno Stato forte con i deboli e debole con i forti. Tutto questo mi convince ancora una volta sul fatto che dalla “Politica” non ci possiamo aspettare nulla di buono: è un male che dobbiamo sopportare oltretutto in silenzio perché questo male ce lo siamo voluto noi (o per lo meno la maggioranza di noi). Mi sembra che l’Italia stia diventando come quelle persone molto obese che si sono ingozzate di schifezze, non riescono più a dimagrire e poi si prendono dei terribili malanni fino a morirne. Alla fine (tacitamente) si finisce con il pensare di queste persone: “e che diamine! Ti sei divertito a mangiare a più non posso e adesso ti dobbiamo pure curare!”. In breve l’Italia non si è presa un cancro, ma ha scelto di prenderselo e sta facendo proprio di tutto per prenderselo e tenerselo fino alla fine. Ovviamente per “cancro” intendo un male diffuso dappertutto e non semplicemente imputabile a questo o a quel politico di destra o di sinistra: è troppo facile dire “è tutta colpa sua” quando i nostri politici (a livello nazionale e locale) sono alla fine il “nostro riflesso”. Poiché quindi da questa politica non può arrivare nulla di buono, noi persone piccole e “senza potere” ci rifugiamo nel “micro” e nelle micro iniziative talvolta dotate di grande potere liberatorio. Così è stato per esempio venerdì 25 luglio a Vignanello, in provincia di Viterbo. In una piazzetta del borgo vecchio, recentemente recuperata al degrado, si è tenuto un concerto di pizzica e taranta che ha rappresentato un bellissimo momento di convivialità e di “stare insieme” in una sorta di evento rituale. La taranta è una musica antichissima, dal ritmo frenetico, strettamente legata al culto della Madre Terra (Gea, Tellus, Cibele) e di Dioniso: musica di possessione, ritmi che hanno il sentore della terra e della potenza del Mediterraneo, che un tempo caratterizzavano tutte le campagne italiche e scavalcavano anche le Alpi e che il cristianesimo prima e la civiltà urbana poi hanno sempre combattuto cercando di far scomparire la taranta (la pizzica o il saltarello) e la sua cultura nel dimenticatoio della storia. Invece, sotto le ceneri, questa cultura dimostra di essere ancora viva, come è successo a Vignanello dove sotto una bellissima luna (Diana) abbiamo ballato tutti insieme in presenza di un altro simbolo di Dioniso: il vino.


Nessun commento: