mercoledì 18 giugno 2008

Effetto “Boomerang”


Il rapporto fra uomo ed ambiente, fra il territorio e la comunità che vive al suo interno non disegna mai due dimensioni di un sistema nettamente distinte ma semmai strettamente interrelate. I movimenti ecologisti, i leader ambientalisti e la letteratura scientifica in materia hanno prodotto un corpus di informazioni e studi notevoli circa l’impatto dell’uomo sull’ambiente: tuttavia l’impatto dell’uomo sull’ambiente e l’impatto di questo ambiente “impattato” sull’uomo non possono essere valutati separatamente ma devono essere tenuti in considerazione contemporaneamente. L’analisi della trasformazione e modificazione dell’ambiente naturale deve essere accompagnata e sostenuta da una comprensione delle parallele modificazioni che si verificano all’interno della dimensione individuale, collettiva e delle organizzazioni economiche/non economiche: in sostanza l’umanità modifica l’ambiente essendo simultaneamente modificata da esso attraverso un processo continuo. Quello che si vuole lanciare è un monito soprattutto alla politica “locale” che spesso si preoccupa molto di questioni di breve periodo (quando se ne preoccupa) e poco o nulla di quelle di medio-lungo periodo. Certe opzioni che possono produrre piccoli benefici sulla breve distanza possono generare impatti negativi pesanti nel corso degli anni il cui costo ricade sulle generazioni future e la cui gestione spetterà a futuri amministratori (del resto è in questo nodo il trucco!!). Senza bisogno di citare studi e ricerche in materia, mi preme sottolineare che il territorio non si limita a subire passivamente le ingiurie che gli vengono inflitte. Il degrado cui sottoponiamo la nostra terra ci viene restituito come un boomerang non solo sottoforma di degrado delle risorse ambientali naturali, ma anche come degrado della qualità dell’equilibrio psicofisico dell’individuo, dei rapporti sociali e di quelli stessi fra città e cittadini, fra cittadini ed istituzioni, ecc… Il degrado del territorio si accompagna insomma ad un degrado etico. Basta pensare ad esempio al fatto che oramai la gente considera sempre di più “spazio pubblico” solamente e paradossalmente non tanto le piazze quanto i centri commerciali. Quello che accade fuori dalla porta della mia casa, non è più affare mio.

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