giovedì 19 giugno 2008

Economia Locale


Lo sviluppo locale si fonda su processi di crescita non solo nei parametri economici, ma primariamente in quelli della qualità della vita delle comunità locali, sulla base di un rapporto virtuoso fra le varie risorse endogene (umane, economiche, ambientali); in particolare le varie forme di ricchezza che tale processo di sviluppo tende a produrre non si disperdono, ma permangono nel territorio di afferenza. Inoltre lo sviluppo locale non può connettersi ad attività che hanno un impatto in un determinato settore economico, ma deve promuovere iniziative partecipative che determinano lo sviluppo di un’area nel suo complesso. Quello che mi capita spesso di vedere girando per l’Italia rurale è che questi concetti apparentemente banali sono tuttaltro che compresi causando una continua erosione del patrimonio territoriale locale e determinando un’estrema fragilità delle iniziative che nascono ed agiscono localmente. La confusione normativa, una burocrazia farraginosa, amministrazioni locali incompetenti e inefficienti, difficoltà di accesso al credito, forti spinte competitive fra gruppi di interessi, accentuato individualismo ed apatia rendono molto difficile e talvolta impossibile dare vita ad attività di qualsiasi genere. In particolare la scarsa o la totale assenza di una cultura dello sviluppo negli amministratori locali (che spesso confondono le sagre paesane con la reale promozione territoriale, il folclore con la tradizione, e via discorrendo) può causare lo spreco di ingenti risorse finanziarie in attività che costano molto e che producono impatti modesti o nulli (talvolta sono anche negativi). Un vero sviluppo locale deve fondarsi in primo luogo su solide fondamenta etiche e non può essere perseguito senza una profonda cultura del territorio in termini ambientali, sociali, culturali ed economici, un approccio partecipativo nei processi decisionali, un’amministrazione locale competente ed efficiente, trasparenza nelle procedure e soprattutto un forte senso di cooperazione e solidarietà fra gli agenti locali. Molto spesso modelli positivi possono nascere dalla volontà di poche persone che possono attivare processi innovativi ed effetti domino: ad esempio comprare i prodotti locali, spesso varietà vegetali e animali che raramente possono essere reperite nei supermercati perché magari vengono prodotte in quantitativi limitati, significa, oltre a ridurre i costi di trasporto e i livelli di inquinamento, ricostruire delle relazioni dirette fra chi produce prodotti alimentari e chi li consuma e gli euro che vengono spesi in prodotti locali ri-circolano all’interno della medesima comunità locale. Questi circuiti possono poi stimolare la nascita i imprese locali nell’artigianato, nell’industria di piccola scala, nei servizi, nella ristorazione e nel turismo “tipico” con la creazione di fenomeni di agglomerazione fondati su relazioni di acquisto/vendita di beni o servizi fra agenti locali. Insomma non aspettiamo con le mani in mano che qualcosa cada dal cielo o che qualcuno provveda al posto nostro. Un efficace progetto di sviluppo locale non significa pertanto vendere borghi e territori al migliore offerente, ma valorizzare potenzialità attuali e tacite dei sistemi locali e la ricchezza della specificità dei luoghi del nostro Paese anche sulla base dell'impegno personale e volontario dei singoli individui.

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