lunedì 5 dicembre 2011

Le "Ditte" ovvero Mr Monti e i (ricchi) nullatenenti

Tempo fa in estate davanti al mare pieno di yacht e bi-trialberi al sole ho avuto una interessantissima conversazione con il mio occasionale vicino d'ombrellone. Dopo una serie di banali convenevoli e chiacchiere su questo e quello si è finiti con il parlare di cose un po' più personali come il lavoro, la famiglia, il tenore di vita. Io, essendo alla fin fine un dipendente pubblico, non ho potuto sciorinare un granchè: uno stipendio da ricercatore, niente lussi, niente eccessi.

Il mio interlocutore invece si è rivelato una fonte inesauribile di dettagli sul quel mondo di traffichini e trafficoni che popolano la nostra amatissima penisola. Alla fine è venuto fuori uno spaccato di italianità meritevole dell'approfondimento di un'equipe di antropologi. Francamente non so se il tizio in questione mi abbia raccontato un mucchio di balle; comunque mi sono sembrate molto verosimili.

Manager di una ditta di un qualcosa di non ben definito, legato al mondo del brokeraggio e della finanza,  dotato di grande fiuto per la speculazione ed il quattrino facile, capace di investire denaro invisibile sui mercati più disparati, il tizio viveva in un appartamento di gran lusso della capitale, passava le vacanze estive nelle sue varie residenze marine in Italia e all'estero e quelle invernali in una bella casa in montagna in una località esclusivissima. Inoltre era sbarcato da uno degli yacht ormeggiati davanti alla spiaggia: si spostava scegliendo fra vari SUV ed auto di lusso (delle quali si vantava di essere un collezionista) così come allo stesso modo adorava i Rolex che poteva cambiare al polso almeno una volta a settimana. Oltretutto, pur essendo sposato, frequentava e manteneva una ragazzina russa (di età imprecisata, ma doveva essere molto giovane) perchè, mi ha spiegato, "una moglie a 40 anni  serve solo per fare il brodo e comunque non te la puoi portare appresso quando devi fare affari perchè non ti fa fare una bella figura. Una giovanissima e biondissima top model è un must...".

Ha continuato a sciorinare una lunga teoria di roba, soldi, gadget elettronici, conoscenze ecc... ecc... di cui non faccio menzione per non annoiare lo sprovveduto lettore. Quello che preme sottolineare è stata la chiosa di tutto questo discorso e fiume di lusso stracafonal: nulla di tutto quello di cui mi aveva parlato era suo. Molte cose erano noleggiate o affittate altre intestate ad una valanga di ditte italiane e straniere. Era pieno di roba di lusso, ma non possedeva niente. Guadagnava un mare di soldi, ma risultava essere un perfetto nullatenente.

Agli occhi di un osservatore esterno risultava che il sottoscritto, alla guida del suo rottame di auto del 2001 abitante in una casa dignitosa, ma modesta, vestito alla bene e meglio, con un cellulare vecchissimo e con al polso l'orologio della comunione, ero un vero e proprio "possidente" al confronto del mio simpatico vicino di ombrellone che sguazzava nel lusso, ma che di fatto non possedeva niente. Da un punto di vista di visibilità reddituale, il ricco fra i due ero io.

Mi viene quindi in mente la manovra del Sig. Monti. C'è molto poco nei confronti di chi ha sempre fregato il fisco in Italia e quel poco che c'è mi sembra pura fantasia: non mi è chiaro come si farà a tassare aerei privati, auto di lusso e via discorrendo quando solo un imbecille in Italia ha intestato direttamente a sè roba del genere. Come si fa a far pagare di più a chi non ha mai pagato oppure risulta non possedere nulla?

Quando vediamo sfrecciare sulle nostre strade i mega-SUV o le auto di lusso, queste non sono pressochè mai intestate a chi le sta guidando: sono intestate alla "ditta". La furbata che tutti ci sentiamo dire è la seguente: "La mia BMW? Ovviamente è intestata alla ditta!", "La mia barca? Ovviamente è intestata alla ditta!", "Il tablet di mio figlio di 5 anni? Ovviamente è intestato alla ditta!".

In Italia ci sono due categorie di persone quindi: quelle che hanno una "ditta" a cui intestare anche il funerale della nonna e chi non possiede alcuna "ditta". La "ditta" è diventata il vero discrimine sociale in Italia: chi non ha una "ditta" come può fare?

L'introduzione della nuova ICI è giustificabile dato lo stato attuale delle cose, ma anche in questo caso la botta la pagherà chi ha voluto investire nel mattone i propri soldi mentre i furboni con le loro "ditte" continueranno a farla franca. Come sempre.

Certamente ci sono spese per le imprese che sono essenziali per il loro funzionamento, ma bisognerà prima o poi cominciare a fare un po' di luce nel tenebroso mondo delle "ditte"...


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