venerdì 22 ottobre 2010

Letteratura "Birbacciona"

Ieri mi è capitato di vedere casualmente su un notiziario la presentazione del libro di Antonio Catricalà "Zavorre d'Italia" che dovrebbe trattare (non l'ho letto...) di tutti quegli impicci ed impedimenti che ostacolano la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. Mi sono detto: bene, interessante, un altro lavoro sui "mali" d'Italia. E qui ha cominciato a ronzarmi un pensiero: un altro lavoro sui "mali" d'Italia! Forse l'ennesimo. Ormai tutti si esercitano al tiro al bersaglio... C'è pure Catricalà. Forse è nato un genere: oltre ai thriller, ai gialli, ai romanzi rosa, alla poesie ecc... ecc... c'è anche la "letteratura birbacciona" ovvero lo scrivere qualche cosa su questo o quello che non va in Italia.

C'è da dire che l'Italia offre un bacino quasi inesauribile di materiale: dai tempi di Gomorra e della Casta, la nostra attenzione è ogni giorno richiamata da un titolo di un libro su monnezza, ricatti, università, sprechi, vaticano, banche, treni, sanità, scuole, ecc... Beninteso: è bene che se ne parli, ma a me sembra che qualcuno (sulla scia di Saviano e di altri pionieri che fanno veramente sul serio) abbia trovato il filone "giusto". Malignamente, mi viene da ironizzare pensando che magari qualche furbacchione (o denunciatore dell'ultima ora) speri vivamente in qualche fattaccio o scandalo per scrivere l'ennesimo libro. Vedo già il titolo: "Cacca dei Cani: perchè i marciapiedi d'Italia sono impraticabili".

Scherzi a parte, ribadisco che questi libri (da Travaglio a Gomez, da Floris a Stella, e chi più ne ha più ne metta) sono lavori indubbiamente meritori: molti di questi libri li ho acquistati, letti ed apprezzati. Però mi chiedo cosa resterà di tutta questa letteratura "birbacciona" soprattutto se in Italia non cambierà mai nulla.

Mi chiedo poi come sia possibile che, a fronte di questo mare di carta, nulla accada. Vi immaginate una cosa del genere in Olanda o in Svezia? Ci fu del fremito all'uscita di Gomorra e della Casta, ma poi più nulla. Cosa possiamo fare per muovere un passo successivo e far uscire questo materiale, di per sè encomiabile, dalla dimensione letteraria, a quello del cambiamento, dalla denuncia alla costruzione?

A lungo andare ci si potrebbe anche assuefare a questa letteratura...

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