venerdì 30 ottobre 2009

Rural-Nursery

In crisis times like these it is essential to find alternative job and income opportunities above in those areas where there are a lot of potential opportunities, but the actual ones are effectively scarce: like rural areas.

Multifunctionality in agriculture is surely a critical strategy for existing farms and above all for the new ones for young people and women who may find, in rural economies, job opportunities.

Among the potential possibilities offered by agricultural multifunctionality, also services for children in rural areas may play a relevant role: this is the case of rural nurseries.

With regards to this it has been recently released the following document (in italian) describing the current situation in Italy about this kind of services, some useful ideas about how to start such initiatives, contributes, norms and regulations and some pilot experiences already in progress in Italy.

Gli Agro-Asili


In tempi di crisi è importante individuare opportunità di impresa e di lavoro soprattutto in quelle aree dove le opportunità potenziali sono molte, ma quelle reali sono effettivamente poche, come appunto le aree rurali. La multifuzionalità delle imprese agricole è certamente una strategia importante per le imprese esistenti e soprattutto per quelle nuove attivate da giovani e da donne che possono trovare, nelle economie rurali locali, possibilità di fare impresa e di avere un lavoro.

Tra le possibilità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura si delineano anche i servizi di cura per l’infanzia: si tratta degli Agro-Asili.

A tale proposito, l'ONILFA e Rete Rurale Nazionale hanno predisposto un documento su "Gli standard minimi dei servizi di cura per l'infanzia nelle Regioni e nelle Province Autonome italiane: alcune idee su come progettare tali servizi nelle aree rurali". In questo documento viene offerta un'interessante panoramica sull'argomento, alcune esperienze pilota già realizzate e, soprattutto alcune indicazioni e contributi per la realizzazione di queste strutture.

Maggiori informazioni posso essere ottenute qui.

martedì 27 ottobre 2009

Stupro di Montalto: qualcuno mi aiuti a capire...

La vicenda dello stupro di una ragazza a Montalto di Castro (prov. di Viterbo) sta assumendo i contorni di una vicenda veramente inquietante dove si è persa completamente la ragione e il senso più elementare della decenza e dell'umanità.

Intanto vi consiglio di vedere questo video che sicuramente ha un discreto valore sotto il profilo sociologico ed antropologico.

Consiglio inoltre di leggere questo articolo anche per illustrare la gravità dell'intera vicenda.

Francamente, dopo aver visto il video, non sono stato in grado di articolare a caldo un pensiero che sia uno...

lunedì 26 ottobre 2009

Eat Locally!

Considering the impossibility to think about italian politics in this sad period (the recent news are totally out of my modest intellectual reach) I do want to give complete space to the local dimension.

We all can do real politics not through conventional political parties (whose activity is a complete failure) but rather with our everyday choices, our habits, our lifestyles and models we present to our children. Making politics means mainly to show our capability to "cooperate" and "working together" through associations, groups, committes of any kind: even the more apparently simple or banal association may act as a critical contribution for the reconstruction of a sense of community the present Fiction Ideology is trying to erode.

"Politics" in Italy is likely to be a sort of unavoidable desease of our times or a collateral effect of this kind of modernity (like a social diabetes): thus I believe it's better to focus our efforts and attention in something we can concretely do in our homes, street, district, village, city or town: catch your broom and work!

Live locally and more space to this local dimension.

I have found quite interesting the results of a survey conducted in Italy about the diffusion of local food products: about 54% of the contacted people prefer local products rather than large companies' food and the percentage of italians buying food directly in a farm is progressively increasing. More info (in italian) about this survey may be found here.

All this evidences that an awareness about the unsustainability of many consumption models (among which food consumption models) is finally taking place also in Italy.

Eat locally means to renounce to buy food traveling in trucks for long distances: these trucks pollute the air we breath and consume a lot of fossil fuels

Eat locally means to support local economy and those producers working in the same area where we live

Eat locally means to support small producers operating ofter under the pressures of big distribution companies.

Eat locally means to buy often seasonal healthier products with better economic conditions for consumers and producers being the long chain of intermediaries eliminated or reduced.

Eat locally means to know who has produced the food we eat.

Of course all this does't imply a conflict with big production and distribution companies but acknowledging a critical importance also to these forms of production and social relations.

In brief, it could be a paradox, but also when eating we can do "politics"...

Sempre più "Cibo Locale"


Vista l'impossibilità di riflettere in questo momento sulla politica nazionale (dato che le ultime notizie di cronaca vanno ben oltre la mia modesta capacità intellettiva), intendo dare spazio completo alla dimensione locale.

La vera politica la facciamo tutti noi non tanto con le tessere o le adesioni a questo o a quel partito, ma con le nostre scelte quotidiane, con le nostre abitudini, con gli stili di vita e con i modelli che tendiamo a prospettare ai nostri figli. La vera politica è soprattutto la capacità che riusciamo a dimostrare di "cooperare" e di "lavorare insieme" attraverso le associazioni, i gruppi o i comitati di qualsiasi tipo: anche le forme di associazionismo apparentemente più banali sono un contributo essenziale alla ricostruzione di un senso comunitario-identitario che la "Fiction Ideology" sta progressivamente erodendo.

Visto che la "grande politica" ormai bisogna sopportarla quasi come un male necessario del nostro tempo (una specie di diabete sociale), allora concentriamo i nostri sforzi e la nostra attenzione su quello che possiamo fare nel nostro condominio, nel nostro quartiere, nel nostro villaggio, nel nostro paese, nella nostra città: una sorta di "puliamo il mondo di Legambiente". Armiamoci di ramazza e diamoci da fare.

Largo quindi a "locale" e alle notizie che parlano di "locale".

Interessante a questo proposito mi è risultata quindi la notizia sui risultati dell'indagine Coldiretti/Swg sulla diffusione dei prodotti alimentari locali in Italia. Il 54% degli italiani preferisce acquistare i prodotti locali rispetto ai prodotti di marca: allo stesso modo risulta in progressiva espansione la percentuale degli italiani che acquista i prodotti alimentari direttamente dal produttore. Maggiori dettagli sull'indagine possono essere reperiti qui.

Questa notizia evidenzia che una certa sensibilità verso l'insostenibilità di certi modelli di consumo (tra i quali quelli alimentari) finalmente si sta diffondendo anche in Italia.

Mangiare locale significa rinunciare ad acquistare prodotti (spesso non di stagione) che hanno viaggiato nei camion per centinaia di chilometri: camion che consumano un mare di gasolio ed inquinano terribilmente l'aria che respiriamo.

Mangiare locale significa sostenere l'economia locale, ovvero i produttori che lavorano nel nostro territorio.

Mangiare locale significa sostenere dei piccoli produttori che spesso operano sotto ricatto della grande distribuzione.

Mangiare locale significa spesso acquistare prodotti di stagione più sani con una tutela economica maggiore per il consumatore e per il produttore perchè viene accorciata o eliminata una lunga serie di intermediari.

Mangiare locale significa conoscere chi ha prodotto il cibo che mangiamo.

Non si tratta certamente di alimentare uno scontro con la Grande Distribuzione Alimentare o con le grandi industrie alimentari o le grandi compagni di produzione agricola, ma di dare dignità a queste forme di produzione e di vendita complementare.

Insomma, potrà sembrare un paradosso, ma anche a tavola si possono fare delle importanti scelte politiche...

martedì 20 ottobre 2009

Against the policy of "profiteering": a Nobel Prize to the Economy of "Common Good"

We are living in Italy in a period characterized by the ligitimation of "profiteering" as a tool of Government and dehumanization of our society.

In economy it has allowed the diffusion of parassitic forms of financial growth totally disconnected to real production with a legal cannibalization of the savings of many citizens, families and firms for the advantage of few managers. Profiteering as government tool allows in Italy to justify also tax evasion as an economic model or the huge enrichment of some economic sectors damaging others with remarkable increases in economic inequality and injustice. De-humanization makes us just "users" or "consumers" having some value only when acting as such before going back in the darkenss of oblivion.

For environment issues, this form of government allowed, and still allows, the legal cannibalization of natural resources to support an indefinite growth thanks to finite resources and to generate energy necessary to support such an irrational growth.

In social issues, this has allowed, and still allows, to look at people only as "numbers": when talking about unemployment nobody can see the humanity hidden within these numbers or the fate of persons and families whose lives are put at risk with a simple sign of a pen or a digit on a computer. This de-humanization is the base of a cannibalization of entire components of our society.

In politics, "profiteering" as form of government is expressed by a vulgarization of politics making it a TV extravaganza. Politics are a grotesque parody where "fiction" and ridicule caricatures prevail over ethics and responsibility. Citizens may take part in the "res publica" only as voters: yet "representation" doesn't mean "participation" and all this drives to the "Majority's Dictatorship".

The final goal of the profiteering politics is to split our society into sigle atomized de-humanized individuals: communities, as social and economic protection net, must be destroyed. This explains also why public education is under attack in Italy as well as any other expression of the "public dimension". The progressive success of the philosophy of profiteering explains also the deep crisis of those political movements which for decades were based on community and, on the contrary, the success of those have used the idea of community only as sectarian and discriminatory principle.

For this reason, in this blog I have always tried to underline how important can be the promotion of the concept of "community" as critical net for a social, psychological and economic support for persons and families. Similarily, I have always tried to emphasize the importance of those initiatives directed to create "relations" and "links" in opposition to the philosophy which on the contrary is directed to destroy relations and to atomize society.

This is the reason why I have very appreciated that professor Elinor Ostrom has been awarded the 2009 Nobel Prize in Economic Sciences. Professor Ostrom has devoted her research activity mainly to the analysis of economic governance, especially the commons and cooperative behaviours.

I thus suggest the reading of this article (in italian) released on the italian website "La Voce" and this link of the Indiana University dedicated to Elinor Ostrom.

Contro la politica dello sciacallaggio: il Nobel per l'economia del Bene Comune

Viviamo in un periodo caratterizzato dalla legittimazione dello sciacallaggio come forma di governo e strumento di disumanizzazione della nostra società.

In economia ha consentito la realizzazione di forme parassitarie di crescita finanziaria totalmente scollegate dalla produzione reale con la cannibalizzazione dei risparmi di milioni di cittadini e di imprese. Lo sciacallaggio come forma di governo permette anche di giustificare l'evasione fiscale come modello economico o l'arricchimento spropositato di alcuni settori economici a danno di altri. La disumanizzazione generata dallo sciacallaggio trasforma le persone in "utenti" o"consumatori" che acquistano valore solo nel momento in cui espletano le loro funzioni di "uso" e "consumo" per poi tornare nell'oblio.

Nelle questioni ambientali questa forma di governo ha consentito e consente tuttora la cannibalizzazione delle risorse naturali per sostenere una crescita indefinita e produrre energia necessaria a questa crescita.

Nelle questioni sociali ciò ha consentito e consente tuttora di guardare alle persone come numeri: quando si parla di centinaia di migliaia di disoccupati o di precari non si vede mai l'umanità che si nasconde dietro questi dati, non si vede la sorte di persone e di famiglie intere la cui vita viene messa a repentaglio da un semplice tratto di penna. Questa disumanizzazione permette quindi la cannibalizzazione di componenti intere delle nostre comunità.

In politica, lo sciacallaggio come forma di governo si esprime nella volgarizzazione della politica, nella sua spettacolarizzazione. La politica diviene una parodia grottesca con il prevalere della "fiction" e la ridicolizzazione dell'etica. I cittadini intervengono nella "res publica" solo in quanto elettori; "rappresentazione" non significa "partecipazione" e tutto ciò conduce alla "dittatura della maggioranza".

Il fine ultimo della politica dello sciacallaggio è quello di scomporre la nostra società in singoli individui atomizzati e disumanizzati: le comunità come strumento di protezione economica e sociale devono essere distrutte. Questo spiega l'accanimento contro la scuola o contro tutto ciò che è pubblico ed il progressivo successo della filosofia dello sciacallaggio spiega anche la crisi di quei movimenti politici che per decenni si sono fondati sul concetto di "comunità" ed il successo di quelli che invece a questo principio oggi fanno riferimento (anche se sottoforma di gruppi settari e discriminatori).


Per questo motivo, in questo blog ho sempre cercato di sottolineare l'importanza della difesa del concetto di "comunità" come rete critica di supporto sociale, psicologico ed economico per le persone e le famiglie. Allo stesso modo ho sempre cercato di evidenziare l'importanza di tutte quelle iniziative che tendono a creare "relazioni" da opporre a quella filosofia che invece mira a distruggere tali relazioni ed ad atomizzare la società.

Per tale ragione ho molto apprezzato l'assegnazione del Premio Nobel a Elinor Ostrom che da anni dedica i suoi studi all'importanza cruciale dei "beni comuni", al ruolo essenziale della gestione comunitaria e dei comportamenti cooperativi.

Suggerisco, a tale proposito, la lettura di questo articolo apparso sul sito "La Voce" ed il link dell'Indiana University dedicato ad Elinor Ostrom.



lunedì 19 ottobre 2009

Nobody is innocent...

I've read the unabridged text of the Roberto Saviano' document titled "Lettera all'Italia Infelice" published on the Italian weekly magazine "L'Espresso" (here it is possible to read the abridged version in italian).

I've got to say that this is a very hard document: for its contents and the topics Roberto Saviano as usual describes very clearly, for the accusations he sends and the hopes he stimulates, for the questions he poses and the answers he suggests, for the meaning and sense of a sensitive concept like "freedom" in an unhappy and anaesthetized country like Italy in these sad years...

I have read this letter as a sorrowful and vibrant accusation: surely against a political class which is a parody of a political class. But the hardest accusation, in my opinion, is directed to all of us as co-responsible of this situation.

This responsability doesn't emerge within the great political debates but above all within the relations among private citizens and between the private and the public spheres. It means: a responsibility in the everyday life and choices made by two different facets of Italy delineated in the Roberto Saviano's letter.

There is one Italy made of tax evasion, corruption, bribes, based on individualism and cynicism, on the idea "mors tua vita mea", preying Saints but avid and interested only to money. But there's also another Italy: honest, frank, sincere available to offer time and money for a community. This Italy, which the Liberti's hypocrisy and opportunism is trying to push into an indian reservation, is probably the only real essential resource in this country.

Nonetheless, it is not possible to think that even this kind of Italy is not responsible for what is going on here. We all are responsible also for what we have not choosen because we all are an essential component of the situations around us.

I think that this is the essential core of the "strategy of the anaesthesia" in progress: it is important that people believe that "I've nothing to do with this", others are responsible for this. Press freedom is someone else business, immigration is someone else affaire, as well as the intorelance against omosexuals, violence against women and children... The only really important thing is to have a big mall around and vulgar TV programs to stay at home.

The philosophy of "It's not my business" is the philosophy of immaturity justifying the existence into life of an entire political class which, finally, treats us like children...

Even those contrasting this absurd status quo should consider that they are not here for a bad luck case: they are responsible also for what they have not choosen. We re all responsible, there are no innocent: this is the central core of a real committment toward a community as a responsible and aware political committment.

Non ci sono innocenti...

Ho letto il testo integrale della "Lettera all'Italia Infelice" pubblicata sul settimanale "L'Espresso" (qui è possibile leggerne alcuni brani).

Devo dire che è un documento pesante: per i contenuti e gli argomenti che Saviano, senza peli sulla lingua come sempre, affronta, per il suo stile affilato come un rasoio, per le accuse che rivolge e le speranze che stimola, per le domande che scaglia e le risposte che fornisce, per i grandi interrogativi sul significato ed il senso di un concetto preziosissimo e delicatissimo come quello di "libertà" in un Paese anestetizzato ed infelice come l'Italia di questi anni...

Ho letto questa lettera come un'accorata e vibrata accusa: certamente ad una classe dirigente che altro non è che una caricatura di una classe politica. Tuttavia, l'accusa più pesante, nella mia opinione, viene rivolta a tutti noi come corresponsabili di questa situazione.

Si tratta di una responsabilità che emerge non tanto all'interno dei dibatti sui "massimi sistemi" ma soprattutto nei rapporti fra i privati e fra questi e la sfera pubblica, ovvero nella quotidianità: ed è proprio nella quotidianità che emergono quelle due Italia che la lettera di Saviano sembra disegnare.

C'è l'Italia degli evasori, dei furbi, dei truffatori, dei "mors tua vita mea", clientelare, corrotta e fortemente individualista, con gli occhi al cielo e la mano sul portafogli; ma c'è anche, e nonostante tutto, ancora un Italia onesta, schietta, disinteressata, che offre il suo tempo perchè crede nell'idea di comunità. Questa seconda Italia, che l'ipocrisia e l'opportunismo dei liberti spinge sempre più all'interno di una riserva indiana, è certamente l'unica vera e grande risorsa di questo Paese.

Ma attenzione: non è possibile pensare che questa seconda Italia non sia responsabile di quanto accade. Noi tutti siamo sempre responsabili anche di ciò che non abbiamo scelto, perchè tutti noi siamo parte integrante delle situazioni che ci circondano.

Penso che proprio in questo consista la strategia di "anestetizzazione" attualmente in corso: far credere che "io con queste cose non ho nulla a che fare", sono sempre "gli altri" i veri responsabili. La libertà di stampa è un problema degli altri, l'immigrazione è un problema degli altri, l'intolleranza verso l'omosessuali è colpa di altri, la violenza sulle donne e sui bambini la fanno sempre gli altri, ecc... L'importante è avere a disposizione un mega centro commerciale e programmi TV sufficientemente volgari per chiudersi in casa.

La filosofia dell' "io non c'entro" è la filosofia dell'immaturità politica che giustifica l'esistenza in vita di un'intera classe politica che, alla fine, ci tratta come dei bambini...

Anche coloro che si oppongono a questo assurdo ordine di cose, non ci si ritrovano per un caso sfortunato: sono anch'essi responsabili per ciò che non hanno scelto. Siamo tutti responsabili, non ci sono innocenti: in questo consiste l'essenza dell'impegno verso la comunità come impegno politico responsabile e consapevole.

venerdì 16 ottobre 2009

A Bank for Southern Italy...

I'm waiting to read the letter by Roberto Saviano published on the next issue of the italian magazine "L?Espresso". In the meantime, I exploit just few minutes to make some reflections about the future "Bank for Southern Italy"

The idea inspiring the creation of this bank should be the assumption to create an institution capable to make easier, in this period of crisis and recession, access to credit for firms in Southern Italy thus stimulating productive investments. So far, so good.

Yet, I wonder if in Italy we are able to learn the lessons from the past or not.

The first thing I have in mind is that creating such a bank finally means arrange a new "structure" in administrative terms: all this can be translated into "positions", "roles", "jobs", a chairman, a director, a secretary and so on. This in Italy means "political power".

In addition, things are always the same: it is true that firms in Southern Italy, above all small and medium firms, face increasing difficulties in access to credit, but if the reduction and elimination of political corruption, organized crime, bribes and cheats are not a nabsolute priority any initiative, also the best one, will crash against a wall.

So I wonder: is there anybody who really thinks that a "bank for Southern Italy" may solve the rust of a sclerotic bureaucracy, nepotism, corruption, the lack of trust and role of the law? How many incentives really exist, in Southern Italy as well as in the rest of Italy, for a young man/woman who intend to start an activity? What kind of real dis-incentives really hamper the possibility to start an activity on the base of creativity and spirit of initiative and to make his/her own ideas concrete business actions?

If the real problems of Southern Italy (which are diffused problems nationwide) aren't effectively solved through an ethical and cultural re-generation with the respect of the role of the law and trasparency, any initiative not only won't be improductive but finally will fuel the already well working corruption machine...

Una Banca per il Sud


Mentre sono in attesa di leggere la lettera di Roberto Saviano sul prossimo numero dell'"Espresso", mi ritaglio qualche secondo per fare qualche riflessione sulla notizia della costituenda "Banca per il Sud".

L'idea sarebbe quella di creare un'istituzione capace di agevolare, in questo momento di crisi, l'accesso al credito per le imprese del Sud e rilanciare quindi gli investimenti produttivi.

Quello che viene da pensare tuttavia è che in Italia le lezioni del passato, involontariamente o deliberatamente, non vengono mai del tutto apprese.

In primo luogo si tratterebbe di mettere in piedi un'altra struttura, con tutto il suo apparato amministrativo: questo significa "posti" da distribuire e quindi "potere" di controllo. Inoltre siamo sempre alle solite: è vero che le imprese del Sud, soprattutto le piccole e medie, hanno difficoltà di accedere al credito, ma se non si rimuove primariamente la corruzione, il peso della criminalità organizzata o il malaffare, qualsiasi iniziativa, anche la più meritevole, si scontrerà contro un muro insormontabile.

Ma veramente qualcuno pensa che possa bastare mettere in piedi la "Banca del Sud" per superare la ruggine di una burocrazia sclerotizzata, il clientelismo, il nepotismo, i favoritismi, la mancanza di fiducia e della certezza del diritto? Quanti incentivi reali ci sono per un giovane che vuole darsi da fare nel Sud come nel resto d'Italia? Quali sono i veri disincentivi che impediscono a chi possiede creatività e spirito di iniziativa di poter concretizzare le sue idee?

Finanto che non si metterà realmente mano ai veri problemi del Sud (che in realtà sono problemi diffusi a livello nazionale) tramite una rigenerazione etica e culturale, con il rispetto della legalità e la trasparenza, ogni azione finirà con apportare ulteriore carburante alla già ben oliata macchina della corruzione e del clientelismo...

mercoledì 7 ottobre 2009

My computer has collapsed...

My computer has collapsed. I have written no posts here because I'm waiting to have my computer back finally "recovered". Now, just in few minutes, I'm using another computer to write these few lines...

Several events have happened recently and other are about to happen right now...

The tragedy in Messina, Sicily, where so many people died. Too many times I have written here that the wounds we made to the territory where we live return back, sooner or later, to us as a boomerang. Everytime the same speeches, the same discussions, the same responsibility ping-pong, the same local administrators accusing each other, the same funerals, the same tears.
These hard lesson unfortunately turn no-use as usual because I'm here to write and re-write always the same things. Basically to write about our incapability to think in terms of common good...

And then, italian politics... What to say? First of all, it is extremely difficult to label all this as "politics". The oppositions are divided and vanishing. We are waiting for a sentence of the supreme court to save or not-save the Prime Minister: probably a compromise will be found as a balance...

And then local politics: in the city of Viterbo, some local administrators and politicians have been jailed for corruption and bribes. As usual, it always the same...

So, my computer is broken and things are always the same. I have so much to say that finally it is better for me to keep in silence because there is dignity also in silence...

My computer collapsed. Maybe it is better...

Il mio computer si è sfasciato...

Il mio computer si è sfasciato. Da alcuni giorni quindi non scrivo più post essendo in attesa che me le riportino finalmente aggiustato. Ora, per pochi attimi, occupo abusivamente un altro computer e, in pochi minuti, approfitto per scrivere queste due righe.

Ne sono successe di cose in questi giorni ed altre sono pronte ad accadere a breve.

La catastrofe di Messina dove tante persone hanno perso la vita. Tante, troppe volte è stato scritto che le ferite inferte al territorio si ritorcono contro di noi. Tutte le volte gli stessi discorsi, gli stessi rimpalli di responsabilità, amministratori pubblici che si accusano a vicenda, gli stessi funerali, la stessa rabbia. Lezioni che si dimostrano inutili perchè ogni volta siamo qui a scrivere e riscrivere le stesse cose. A riscrivere fondamentalmente la nostra incapacità di pensare in termini di bene comune...

E poi la politica italiana. Che dire? Difficile definire tutto questo come "politica"... Le opposizioni sono stanche, lacerate ed inconsistenti. Rimaniamo poi in attesa di sentenze che probabilmente individueranno qualche compormesso per salvare, come al solito, capra e cavoli. Il difficile è stabilire chi è la capra e chi è il cavolo in tutto questo...

E poi la politica locale: a Viterbo vengono arrestati amministratori pubblici per corruzione. Siamo sempre alle solite...

Insomma. Il mio computer è rotto e le cose sono sempre noiosamente e stancamente le stesse. Ci sarebbe tanto da scrivere e da gridare, talmente tanto che alla fine è meglio tacere, perchè c'è dignità anche nel silenzio...

Il mio computer è rotto. Meglio così...