giovedì 5 febbraio 2009

Sostenere le Fattorie Sociali


Le fattorie sociali sono imprese agricole che svolgono attività produttive agricole e zootecniche parallelamente allo svolgimento di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e occupazionali rivolti a soggetti svantaggiati (disabili motori e psichici, tossicodipendenti, detenuti e ex detenuti, anziani, giovani a rischio di esclusione). Questo tipo di fattorie realizzano percorsi terapeutici e riabilitativi, formazione professionale, reinserimento nel mondo del lavoro e integrazione sociale di persone svantaggiate mediante la valorizzazione delle risorse agricole e ambientali. Si tratta di un’importante espressione del rapporto fra etica e agricoltura che prevede una valorizzazione commerciale dei prodotti spesso tramite la vendita diretta in azienda ma anche con la creazione di gruppi di acquisto solidale. Le fattorie sociali forniscono un contributo prezioso ai processi di sviluppo rurale locale poiché esse esprimono una forma non solo economica dello sviluppo ma incarnano un concetto di ruralità fondato su principi etici reali: solidarietà, benessere sociale, responsabilità nei confronti delle risorse naturali. La Politica Agricola Comunitaria (PAC) favorisce tutte quelle forme di gestione rurale che si legano al principio di multifunzionalità cioè integrazione della produzione primaria con attività connesse alla gestione del paesaggio, qualità ambientale, turismo, iniziative didattico-educative legate alla formazione, alla promozione delle tradizioni e della cultura locale e azioni terapeutiche e riabilitative.

Le fattorie sociali godono in Italia di ancora troppo poca visibilità sia in termini comunicativi che di spazio dei loro prodotti negli scaffali dei negozi e dei supermercati. Ancor oggi si continua a guardare all'agricoltura sociale come ad un fenomeno di nicchia.

Eppure si stima che in Italia operino circa 2000 fattorie sociali (principalmente cooperative) di cui almeno il 70% si rivolge alla produzione biologica. Secondo l'AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) le fattorie sociali in Italia sono principalmente distribuite in Emilia Romagna (15%), Toscana e Lazio (14%), Veneto con l'11%, Lombardia (9%), Piemonte e la Sicilia (8%), Umbria (6%). Nelle regioni meridionali l'esperienza più significativa è rappresentata dalle cooperative di Libera Terra, sorte sui terreni confiscati alla mafia. Importante anche l'esperienza della cooperativa l'Arcolaio, che produce dolci biologici da parte dei detenuti o ex detenuti della casa circondariale di Siracusa.



E' evidente che le fattorie sociali come tutte le imprese non possono vivere di assistenzialismo e di contributi, ma devono dimostrarsi socialmente e economicamente sostenibili; per questo motivo è necessario sviluppare un “mercato del sociale” ove queste fattorie possano essere in competizione con le altre imprese all’interno di un contesto sociale ricettivo. Servono quindi le condizioni affinché le strategie dello sviluppo locale tengano conto di questa componente rilevante del paesaggio sociale delle nostre campagne anche rimuovendo gli ostacoli creati da interessi ossificati di chi già opera nel campo dell’assistenza socio-sanitaria. Ad esempio sarebbe utile mettere a disposizione di queste imprese tutti quegli ettari di terreno, spesso afferenti a soggetti pubblici, che rimangono non utilizzati, stimolare la costituzione di queste cooperative (possibilmente di giovani), o agevolare la commercializzazione dei prodotti delle fattorie sociali.


Per ulteriori informazioni sulla rete delle fattorie sociali in Italia è possibile consultare questo sito dove è possibile reperire anche importanti informazioni sulle relative misure dei PSR o su come costituire una fattoria sociale.

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