venerdì 9 settembre 2011

I sistemi locali e l'occupazione

Sono giorni difficilissimi per l'economia nazionale. Lo sanno tutti. Il peggio è che le prospettive di lavoro future (soprattutto per le donne ed i giovani) sono veramente negative. Eh sì perchè le vittime primarie della sciaguratissima politica economica che questo Paese ha protato avanti in questi ultimi decenni sono sempre loro: le donne ed i giovani.

Quando tagliano le risorse per lo Stato Sociale in particolare tutto il peso di questi tagli finisce sulle donne. Tagliano i fondi alla sanità, all'assistenza agli anziani o all'infanzia o alla scuola? Tanto ci pensano le donne che "devono" rimanere a casa. Anche per la Chiesa cattolica è un sollievo: le donne devono rimanere a casa perchè le "scostumate" che lavorano sono la causa principale delle separazioni e dei divorzi. Quante volte ho dovuto sentire queste baggianate!

Non destinare risorse alla ricerca, alla formazione e allo sviluppo vuol dire tagliare le gambe alle generazioni future: i giovani non hanno competenze, non hanno prospettive, non hanno una minima base culturale e di pensiero per sviluppare delle competenze professionali.

I privilegi dei signori della politica (così sensibili alle tentazioni del "Dio Quatrino") vengono quindi pagati in toto dalle donne e dai giovani. Se nessuno si incavola vuol dire che va bene così...

In questi tempi quindi così oscuri, ha attirato la mia attenzione un interessante report (in inglese) apparso sul sito dell'Union of Concerned Scientist. Tratta della capacità potenziale dei sistemi agro-alimentari locali di creare occupazione e sviluppo. Mi sembra un tema certamente da approfondire e da esaminare perchè in particolare in Italia deteniamo grandissimi bacini di risorse e competenze territoriali che andrebbero appropriatamente utilizzate per creare sviluppo e posti di lavoro.

Il documento è visionabile in questo link.

Nessun commento: