lunedì 11 luglio 2011

Economia grottesca

Eccoci ancora qui a parlare delle stesse, squallidissime cose. L'economia grottesca, quella fatta dai manager, dai broker, dagli speculatori, dalle finanziarie, dalle società di rating, dagli imbecilli in giacca e cravatta, torna a creare disastri solo in nome del profitto-fondato-sul-furto-legalizzato, della speculazione, della rapina.

E' vero: la nostra economia è fragile, il nostro debito pubblico è enorme, la nostra classe politica e dirigente è inetta, corrotta, incapace ed arrogante: ma l'economia dei gestori dei portfolio è e resta un insulto soprattutto all'economia reale quella cioè che produce beni e servizi, che fa veramente "qualcosa".

L'economia grottesca produce ricchezza innanzittutto con dei soldi che non sono suoi: i broker e le finanziarie fanno soldi (per sè) con i soldi degli altri, non rischiano mai in proprio. Se va bene si tengono i profitti, se va male sono i clienti che perdono i soldi. Bello no? E che ci vuole a fare così?

E come dire che vado dal fruttarolo che mi chiede i soldi in anticipo per i pomodori: se si sono maturati, due terzi se li tiene lui ed un terzo te lo consegna, se va male peggio per te... Che ci vuoi fare? E' andata male! Pazienza!

E allora sarebbe ora che, quando si presenta uno di questi personaggi, i fruttivendoli, i pescivendoli, i macellai, gli artigiani, gli insegnanti facessero loro quello che loro fanno regolarmente a tutti noi. Prima dammi i soldi poi vediamo quello che scappa fuori...

Questi bambocci vendono aria fritta: non producono nulla. Bisogna che questa cosa sia chiarita una volta per tutte. E pensare che ci sono pure facoltà universitarie, master, corsi di specializzazione per imparare a diventare soggetti del genere.

La cosa che fa più ridere, se non ci fosse da piangere, è che chiamano la loro spazzatura "prodotti finanziari": non c'è alcun prodotto, non c'è nulla.

E pensare che c'è gente che piazzando questa robaccia ci ha tirato su una professione, un mestiere, una carriera, una parvenza grottesca di dignità e rispettabilità: ebbene, nel contadino vedo un mestiere, lo stesso vedo nel calzolaio, nell'infermiere, nel professore, nel panettiere, nell'impiegato e nell'operaio, nell'elettricista, nel poliziotto e nel carabiniere, nell'assistente sociale, nel bidello, nell'imprenditore. Mi voglio anche rovinare: posso anche immaginare di vedere un mestiere nel militare. Ma in questi personaggi con i loro bond, con la loro cravattiella index linked, con la loro abbronzatura stock exchange no: vedo solo un'umanità parassitaria e superflua che non produce alcunchè e che brucia tutto quello che tocca.


I truffatori, gli speculatori e gli sciacalli che avrebbero dovuto essere spazzati via quantomeno dall’indignazione generale sono sempre al loro posto, come se nulla fosse accaduto. Le famose “regole del gioco”, tanto invocate dopo la crisi del 2008, sono rapidamente finite nel dimenticatoio. L’ingordigia, il cinismo e l’incoerenza come strumenti di management sono tornati alla ribalta.


Le Borse continuano a giocare sulle spalle delle piccole imprese che chiudono o sono in forte sofferenza per mancanza di credito. Come effetto collaterale (così dicono gli economisti), troppi posti di lavoro sono andati perduti finora e molti altri si stanno perdendo, le vite di troppi precari restano appese ad un filo, troppe persone vivono ai limiti della decenza; al di là dei dati e delle statistiche, ciò significa in pratica che dilaga una massiccia povertà materiale e psicologica. Le speculazioni, i giochi delle Borse, gli affari dei fund manager sono possibili solo perchè, come contropartita, si agisce sulla leva “lavoro reale” ovvero la speculazione finanziaria opera semplicemente sulla pelle di centinaia di migliaia di persone che hanno perso e perdono il posto di lavoro. Questo spiega perchè sia aumentato il potere d’acquisto di poche categorie privilegiate che si sono arricchite approfittando della recessione e dell’incapacità (o non volontà) di governare questa crisi a spese di altre categorie meno privilegiate che hanno possibilità di spesa sempre più limitate o nulle.


La cosa più sorprendente è che a fronte di un evidente stato di sofferenza delle piccole e medie imprese (ovvero la spina dorsale della nostra economia e tessuto di base di tantissime economie locali), con la precarizzazione e contrazione del lavoro, con un debito pubblico ormai sostanzialmente fuori controllo, con una scandalosa assenza di risorse per la scuola, la ricerca, la sanità pubblica, i trasporti, ecc… una seria lotta all’evasione fiscale continua a non essere al centro di una qualsivoglia strategia credibile di politica economica. Allo stesso modo il problema dei costi spropositati della politica italiana è di fatto scomparso dall’agenda politica, le energie rinnovabili vengono penalizzate a vantaggio dei combustibili fossili, la tutela e salvaguardia dell’ambiente vengono considerate questioni di secondo piano, la corruzione non ha freni e si continuano ad alimentare sprechi e costosissime consulenze nella PA.


Nessuno si arrabbia veramente contro chi prepara questo humus e chi ne approfitta costantemente: nessuno trova niente da ridire.

E allora, gli avvoltoi dell'economia grottesca ringraziano...

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