lunedì 7 febbraio 2011

Patologie di dipendenza politica

Ho letto questo interessante articolo su MicroMega on line. Insomma il fenomeno Ruby può essere correttamente esteso anche a tutto un mondo fatto di omini piccoli e grandi che gravitano intorno ad un focus di potere: da questo focus dipende la loro stessa esistenza politica e materiale.

Ovviamente posso essere in linea di massima concorde con quanto affermato dall'autore; rimango tuttavia dell'idea, cosa che ho ripetutamente sostenuto su questo blog, che questa dipendenza politica-materiale possa essere estesa non solo a tutti i livelli della gestione politica (regioni, provincie, comuni, enti vari, università, ecc... - quindi non solo la dimensione politica parlamentare), ma anche ad ampi settori delle forze di opposizione.

Intendo dire che ad un livello molto superficiale, il parlamentare anonimo (vuoi di maggioranza vuoi di opposizione) dipende politicamente ed economicamente (salario mensile+privilegi+pensione) dalla stabilità dell'attuale assetto di potere. Ma ad un livello più profondo l'intera dirigenza e sottodirigenza politica nazionale si legittimizza e declina la sua esistenza in vita perchè c'è Berlusconi ed il suo sistema di fare, comunicare e gestire la politica. Questo spiega perchè non esista un leader di opposizione degno di questo nome che si ponga alla testa di una forza di opposizione degna di questo nome. L'opposizione politica ufficiale non ha alcuna intenzione di opporsi... Va bene così.

Non è vero che le organizzazioni di rappresentanza politica sono delegittimate ed incapaci di convogliare e canalizzare le istanze della società: il problema è che, larga parte di questa società non ha più istanze o, meglio, non è più in grado di identificarle: non chiediamo di tutelare interessi perchè non sappiamo più riconoscere nemmeno quali sono i nostri interessi. I partiti rappresentano lo zero perchè questo proviene dalla società.

Chi si sveglia da questo torpore, prova rabbia, una rabbia che può anche potenzialmente esplodere. Ma l'inebetimento televisivo-mediatico è talmente diffuso che questa rabbia diventa un fatto marginalissimo. Bisognerebbe sottoporre ad un neuropsichiatra quelle interviste, trasmesse nei programmi di approfondimento politico, fatte alla gente per strada. L'ottenebramento che emerge dalle loro opinioni è tale e profondo che lascia impietriti. Ma ancora di più lascia impietriti l'atteggiamento generale nei confronti del raro personaggio di buon senso che, come Zaratustra di Nietzsche, esprime frasi lapidarie (ma di mero buon senso) che tagliano come rasoi: l'isolamento e l'atmosfera deprimente che lo circondano lasciano senza parole. Quasi sempre se ne va tristemente rassegnato e sbeffeggiato dalla maggioranza di quelli che sono privi di dubbi e convintissimi di avere ragione.

E allora, la figura di Quagliariello che viene presa di mira nell'articolo in questione è emblematica dell'homo italicus di questi anni. Attenzione: in tanti si sono venduti l'anima e nelle forme più svariate. Bisogna stare a galla: è vero, si fanno porcherie in alto, ma dall'alto arriva la mia protezione. Oltretutto, se lo si lascia fare quello che gli pare, alla fine lasciano in pace anche me di fare quello che mi pare. Niente intrusioni per nessuno: e di nessun tipo...


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