lunedì 22 ottobre 2012

La Santa Pellerossa

Non so come interpretare santificazione di Kateri Tekakwitha, la prima santa pellerossa. Cosa pensare di questa santificazione? 

Personalmente l'unica cosa che mi viene in mente è che bisognerebbe ricordare-non dimenticare, se non santificare del tutto, tutti quegli amerindi che, anche in tempi piuttosto recenti, sono stati perseguitati e uccisi proprio per non aver voluto abbandonare i loro credo originario. E come loro bisognerebbe ricordare tutti coloro che sono stati vittime dell'evangelizzazione forzata in tutti i continenti ed in tutte le epoche. Ed in particolare non bisognerebbe mai dimenticare le "nostre" vittime della Chiesa ovvero tutti coloro che qui in Italia non avevano accettato la nuova religione e che sono stati fatti sparire fisicamente e dalla memoria. Sono stati uomini e soprattutto donne che hanno pagato con la vita e con l'oblio, anche peggiorato dall'ignoranza assoluta dei nostri contemporanei, l'opposizione all'intransigenza, all'intolleranza e al fanatismo religioso. 

Un genocidio ed un massacro fisico e culturale di cui ancora oggi è difficilissimo fare una stima.

Direi quindi che mentre in Vaticano si festeggia questo lieto evento, noi uomini e donne liberi/libere dovremmo approfittare dell'occasione per ricordare i martiri e le vittime del monotesimo di qualsiasi tipo e di qualsiasi matrice.

Con buona pace degli Indiani d'America e dei nostri Antenati.

2 commenti:

Riccardo Savoldo ha detto...

L'ennesimo furto d'identità. Si santifica l'unica che ha tradito per condannare quelli che hanno tentato di resistere.

Carmelo Cannarella ha detto...

in effetti nil concetto di "furto di identità" mi sembra particolarmente azzeccato. Inoltre questa santificazione lascia quasi un sapore di "beffa" oltre al danno. Mi piacerebbe conoscere l'opinione dei nativi americani a riguardo. Darò uno sguardo in rete...