martedì 30 ottobre 2012

I Siciliani salgono in cattedra

Ci sono molte cose su cui riflettere dopo il voto alle regionali di Sicilia. Nemmeno la metà degli aventi diritto è andata a votare: cosa significa? Disgusto per la politica? Impossibilità di esprimere una preferenza visto il basso profilo della classe politica nazionale con pesanti ripercussioni sull'immagine dei politici regionali?

Certo è che viene da pensare che in tempi di magra assoluta i politici nostrani, che sono soliti barattare il voto con favori e facilitazioni varie, oggi non sono più in grado di offrire nulla nè da un punto di vista "immateriale" (utopie, progetti, ideologie, speranze) nè da un punto di vista "materiale" (favori, assunzioni, consulenze, licenze, permessi, spinte e spintarelle). La gente, in questo modo non ha più alcun interesse a sostenere questo o quello: nessuno ci può più aiutare, sono tutti dei fanfaroni. 

Questo significa che il politico "convenzionale" (tutto favori, cene ed aiutini) non è di alcuna utilità in tempi di crisi severa: quindi o li si manda tutti a cagare o ci si rivolge alle persone che sembrano un po' più oneste. Mi chiedo tuttavia cosa intendano fare tutti coloro che non sono andati a votare. Rimanere a casa e stare a guardare? Scendere in piazza e fare casino? Costituire nuove formazioni politiche?

La forte astensione c'è stata, e si riceve il segnale di protesta, ma ora bisogna vedere cosa accadrà, perchè prima o poi bisognerà pur fare qualcosa.

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