La morte di Renato Dulbecco è per me motivo di varie considerazioni. Penso che, anche se aveva quasi 100 anni, si tratti di una grande perdita per il pensiero scientifico mondiale ed in particolare per quello italiano sotto molteplici punti di vista,
Dulbecco, come gli uomini e le donne di intelletto come lui, sono una risorsa scarsa, molto scarsa. Se si pensa poi che queste scarse risorse umane in Italia vengono spesso marginalizzate o ignorate, fa sì che appaiano ancora più preziose perchè estremamente scarse. Chi può fugge dall'apparato scientifico italiano perchè in troppe occasioni impossibilitato o impossibilitata a far valere il proprio talento a causa dell'imbecillocrazia dilagante e per la cronica scarsità di risorse che la politica (troppo impegnata a nascondere i quattrini pubblici) dedica con il contagocce alla ricerca e alla scuola. Chi rimane sa già in partenza con cosa ha a che fare quotidianamente.
Perso un Dulbecco, non è che in quattro e quattr'otto se ne fa un altro. Se in passato ci volevano decenni per disporre di intelligenze simili oggi il tempo si è di fatto triplicato. I Dulbecco non sono più tanto facilmente sostituibili e ciò è confermato dalla totale assenza di personalità scientifiche italiane al Nobel.
Addio allora Prof Dulbecco e magari da lassù dove i cattolici sono certi che in questo momento lei sia, metta una buona parola con chi sa lei per la ricerca scientifica italiana.
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