Ieri sera, rientrato abbastanza tardi, sono crollato sul divano e ho visto in TV la seconda parte del programma di Michele Santoro: ho seguito gli interventi degli ospiti politici, le dichiarazioni di Beppe Grillo, le proteste degli ambientalisti in materia di nucleare, le discussioni sui referendum e sugli escamotages per aggirare i referendum...
Non sto qui ad annoiare alcuno su quello che mi è frullato per la testa guardando questo programma. Giusto per lasciare traccia di questa serata di meditazione socio-politica, metto in rete questo paio di riflessioni.
A) In primo luogo, le critiche di Grillo contro l'intera classe politica, dirigente ed amministrativa nazionale sono difficilmente contestabili tanto è vero che nessuno dei presenti (e sottolineo nessuno) è stato in grado di ribattere alcunchè. Dire che Grillo faccia anti-politica è ridicolo perchè l'anti-politica di fatto la fanno i parlamentari tutti selezionati accuratamente dalle segreterie politiche in base alla loro (in)capacità, fedeltà, pacchetto-voti a disposizione. L'anti-politica quindi la fanno i politici e non la società civile che è "affamata" di politica. C'è da dire magari che la cosiddetta società civile si è ridotta ai minimi di guardia perchè la maggior parte degli italiani ha deliberatamente scelto di smettere di pensare e limitarsi al ruolo di spettatore-consumatore-utente: la patologia di "mentalmente inabile" in Italia ha ormai assunto livelli spaventosi.
La mia personale riflessione, ascoltando Grillo e subendo la mediocrità degli esponenti politici presenti, è che questi stessi politici così mediocri e intellettualmente modesti sono stati capaci, con un paziente lavoro durato decenni, di convincerci un po' tutti della loro indispensabilità. E' evidente che l'uomo politico è indispensabile per la gestione della cosa pubblica, ma la furbata di questi signori è consistita nel farci credere che il loro tipo di essere politici sia indispensabile: e per "tipo" intendo dire colui che dispensa favori, che tesse trame e ragnatele di affari e di amicizie, che ha i contatti che contano, che sa fare bene i maneggi e gli intrighi. In tal modo abbiamo finito per pensare che l'unico modo per vivere e gestire la cosa pubblica in Italia sia per mezzo degli intrighi, degli inganni, della corruzione e delle truffe e che per far questo servano necessariamente dei politici smaliziati all'uopo formati come quelli che abbiamo. Per questo chi vorrebbe fare politica in modo diverso è tenuto fuori perchè fondamentalmente "non ha capito come funzionano certe cose...."
Io invece dico che non è così: la vera rivoluzione in Italia potrebbe proprio consistere nell'interrompere e distruggere il meccanismo che rende necessaria questa politica e questi politici e, in questo modo, interrompere la domanda oggi fortissima che assicura a questi politici da strapazzo il loro potere. In una società "decente", che ha deciso - paradossalmente in modo rivoluzionario - di tornare ad essere decente, questi politici non hanno alcun senso. Ma se non inceppiamo questo meccanismo, non se ne verrà mai fuori: passsato un Berlusconi, ne arriverà un altro, forse anche peggiore del precedente. e lo stesso vale per tutte le forze politiche ed i loro modestissimi rappresentanti. Avremo sempre delle personalità mediocri ed utili solo a far funzionare l'ingranaggio del "sistema". Dobbiamo cominciare a sviluppare una coscienza e una consapevolezza sul fatto che fondamentalmente questo tipo di gente non ci serve e possiamo farne a meno. Dopo decenni in cui ci hanno fatto credere che siamo dei paralitici, dobbiamo liberarci della carrozzina su cui ci hanno inchiodato e riprendere a camminare con le nostre gambe. All'inizio fa paura e si rischia pure di cadere, ma possiamo e dobbiamo imparare.
Magari molti miei connazionali penseranno che sono un illuso e che campo di sogni ed utopie. Quanta gente conosco che, pur affermando il contrario, sono sempre pronti a chinare la schiena al potente di turno, sono pronti a battere le mani e applaudire il primo feudatario che passa, a sgomitare per essere accolti alla mensa di Trimalcione, a cercare le scorciatoie, ad ingannare sè stessi e gli altri, a devastare boschi e colline e a tenere come una moquette i loro pratini all'inglese! Conosco centinaia di rivoluzionari indignati a parole (contro la corruzione, la Chiesa Cattolica, l'edonismo ed il consumismo più sfrenato), ma quando si tratta dei cavoli propri non guardano più in faccia a nessuno: non ci sono rapporti di lealtà, famiglia o parenti, amici che tengano. Conta solo la convenienza del momento. Domani, chissenefrega: nella finzione generale chi vuoi che ci faccia caso?
B) Un'ultima considerazione sul nucleare visto che nella trasmissione di Santoro se ne è parlato molto. Ancora non voglio approfondire l'argomento, ma, al di là delle varie considerazioni tecniche, vorrei far notare che nessun politico ha MAI e ripeto MAI dato la sua disponibilità per esempio a vivere vicino ad una centrale nucleare o ad un centro di stoccaggio delle scorie. I siti interessano sempre la cosiddetta "gente comune" che non può difendersi: siamo noi che dobbiamo farci carico delle conseguenze delle scelte, spesso scellerate e dolose, di una classe politica incompetente e collusa. Chi pensa al nucleare rifletta su questo e su chi, tra gli altri costi, dovrà subire le conseguenze dell'allocazione di una centrale nucleare.
Noi non possiamo fuggire, non possiamo ritirarci in un buen retiro, su uno yacht, in una villa in collina o all'estero: loro decidono di costruire centrali nucleari e discariche a casa tua, ti chiedono di fare sacrifici, ma loro non ne fanno nè ora nè mai.
Tornerò comunque sulla questione nucleare: al momento posso solo dire banalmente che invece di perdere tanto tempo e risorse per produrre sempre più energia, sarebbe forse più opportuno concentrare altrettante risorse e tempo a trovare il modo di usarne in misura ridotta. L'obiettivo dovrebbe essere una società non solo efficiente da un punto di vista energetico, ma anche meno dipendente dall'energia. Più ne produciamo, più ne usiamo spesso in modo inutile e sciocco... siamo tutti noi che decidiamo cosa sia e quale sia il livello di fabbisogno energetico e, come la storia di milioni di uomini del passato ci può illustrare, molti dei nostri bisogni energetici sono solamente indotti e se ne potrebbe fare benissimo a meno.
Più energia, più consumi. E' un circolo vizioso che deve essere spezzato. Dove ci condurrà questa ingordigia energetica? Quando le centrali nucleari non saranno più sufficienti per far fronte al fabbisogno energetico, cosa altro dovremo spremere dopo gli atomi? Le anime dei morti?
Non sto qui ad annoiare alcuno su quello che mi è frullato per la testa guardando questo programma. Giusto per lasciare traccia di questa serata di meditazione socio-politica, metto in rete questo paio di riflessioni.
A) In primo luogo, le critiche di Grillo contro l'intera classe politica, dirigente ed amministrativa nazionale sono difficilmente contestabili tanto è vero che nessuno dei presenti (e sottolineo nessuno) è stato in grado di ribattere alcunchè. Dire che Grillo faccia anti-politica è ridicolo perchè l'anti-politica di fatto la fanno i parlamentari tutti selezionati accuratamente dalle segreterie politiche in base alla loro (in)capacità, fedeltà, pacchetto-voti a disposizione. L'anti-politica quindi la fanno i politici e non la società civile che è "affamata" di politica. C'è da dire magari che la cosiddetta società civile si è ridotta ai minimi di guardia perchè la maggior parte degli italiani ha deliberatamente scelto di smettere di pensare e limitarsi al ruolo di spettatore-consumatore-utente: la patologia di "mentalmente inabile" in Italia ha ormai assunto livelli spaventosi.
La mia personale riflessione, ascoltando Grillo e subendo la mediocrità degli esponenti politici presenti, è che questi stessi politici così mediocri e intellettualmente modesti sono stati capaci, con un paziente lavoro durato decenni, di convincerci un po' tutti della loro indispensabilità. E' evidente che l'uomo politico è indispensabile per la gestione della cosa pubblica, ma la furbata di questi signori è consistita nel farci credere che il loro tipo di essere politici sia indispensabile: e per "tipo" intendo dire colui che dispensa favori, che tesse trame e ragnatele di affari e di amicizie, che ha i contatti che contano, che sa fare bene i maneggi e gli intrighi. In tal modo abbiamo finito per pensare che l'unico modo per vivere e gestire la cosa pubblica in Italia sia per mezzo degli intrighi, degli inganni, della corruzione e delle truffe e che per far questo servano necessariamente dei politici smaliziati all'uopo formati come quelli che abbiamo. Per questo chi vorrebbe fare politica in modo diverso è tenuto fuori perchè fondamentalmente "non ha capito come funzionano certe cose...."
Io invece dico che non è così: la vera rivoluzione in Italia potrebbe proprio consistere nell'interrompere e distruggere il meccanismo che rende necessaria questa politica e questi politici e, in questo modo, interrompere la domanda oggi fortissima che assicura a questi politici da strapazzo il loro potere. In una società "decente", che ha deciso - paradossalmente in modo rivoluzionario - di tornare ad essere decente, questi politici non hanno alcun senso. Ma se non inceppiamo questo meccanismo, non se ne verrà mai fuori: passsato un Berlusconi, ne arriverà un altro, forse anche peggiore del precedente. e lo stesso vale per tutte le forze politiche ed i loro modestissimi rappresentanti. Avremo sempre delle personalità mediocri ed utili solo a far funzionare l'ingranaggio del "sistema". Dobbiamo cominciare a sviluppare una coscienza e una consapevolezza sul fatto che fondamentalmente questo tipo di gente non ci serve e possiamo farne a meno. Dopo decenni in cui ci hanno fatto credere che siamo dei paralitici, dobbiamo liberarci della carrozzina su cui ci hanno inchiodato e riprendere a camminare con le nostre gambe. All'inizio fa paura e si rischia pure di cadere, ma possiamo e dobbiamo imparare.
Magari molti miei connazionali penseranno che sono un illuso e che campo di sogni ed utopie. Quanta gente conosco che, pur affermando il contrario, sono sempre pronti a chinare la schiena al potente di turno, sono pronti a battere le mani e applaudire il primo feudatario che passa, a sgomitare per essere accolti alla mensa di Trimalcione, a cercare le scorciatoie, ad ingannare sè stessi e gli altri, a devastare boschi e colline e a tenere come una moquette i loro pratini all'inglese! Conosco centinaia di rivoluzionari indignati a parole (contro la corruzione, la Chiesa Cattolica, l'edonismo ed il consumismo più sfrenato), ma quando si tratta dei cavoli propri non guardano più in faccia a nessuno: non ci sono rapporti di lealtà, famiglia o parenti, amici che tengano. Conta solo la convenienza del momento. Domani, chissenefrega: nella finzione generale chi vuoi che ci faccia caso?
B) Un'ultima considerazione sul nucleare visto che nella trasmissione di Santoro se ne è parlato molto. Ancora non voglio approfondire l'argomento, ma, al di là delle varie considerazioni tecniche, vorrei far notare che nessun politico ha MAI e ripeto MAI dato la sua disponibilità per esempio a vivere vicino ad una centrale nucleare o ad un centro di stoccaggio delle scorie. I siti interessano sempre la cosiddetta "gente comune" che non può difendersi: siamo noi che dobbiamo farci carico delle conseguenze delle scelte, spesso scellerate e dolose, di una classe politica incompetente e collusa. Chi pensa al nucleare rifletta su questo e su chi, tra gli altri costi, dovrà subire le conseguenze dell'allocazione di una centrale nucleare.
Noi non possiamo fuggire, non possiamo ritirarci in un buen retiro, su uno yacht, in una villa in collina o all'estero: loro decidono di costruire centrali nucleari e discariche a casa tua, ti chiedono di fare sacrifici, ma loro non ne fanno nè ora nè mai.
Tornerò comunque sulla questione nucleare: al momento posso solo dire banalmente che invece di perdere tanto tempo e risorse per produrre sempre più energia, sarebbe forse più opportuno concentrare altrettante risorse e tempo a trovare il modo di usarne in misura ridotta. L'obiettivo dovrebbe essere una società non solo efficiente da un punto di vista energetico, ma anche meno dipendente dall'energia. Più ne produciamo, più ne usiamo spesso in modo inutile e sciocco... siamo tutti noi che decidiamo cosa sia e quale sia il livello di fabbisogno energetico e, come la storia di milioni di uomini del passato ci può illustrare, molti dei nostri bisogni energetici sono solamente indotti e se ne potrebbe fare benissimo a meno.
Più energia, più consumi. E' un circolo vizioso che deve essere spezzato. Dove ci condurrà questa ingordigia energetica? Quando le centrali nucleari non saranno più sufficienti per far fronte al fabbisogno energetico, cosa altro dovremo spremere dopo gli atomi? Le anime dei morti?