martedì 25 settembre 2012

Liberi di scegliere...

Le recenti vicende all'interno della Regione Lazio aprono scenari inquitanti sotto molteplici punti di vista. In primo luogo i reati connessi ai fatti in questione, la totale assenza del benchè minimo scrupolo morale, le lotte intestine all'interno dei partiti che trascinano con sè la vita stessa delle istituzioni pubbliche, la pessima selezione del capitale umano, la mano pesante del Vaticano (che di fatto ha decretato la fine della Polverini, ma che tace su altri governatori pii e devoti e - per questo - intoccabili,) la scarsa intelligenza politica dei partiti di opposizione, l'attaccamento alla poltrona (ergo: stipendi e privilegi) di tutti (dico: tutti) questi figuri... Tutto questo è stato oltretutto denunciato nelle dichiarazioni della stessa Polverini (perchè solo ora?).

I personaggi che costellano questi scandali (ladri, zoccole, voltagabbana, mafiosi, corrotti, ecc...) sono la regola, non l'eccezione.

Ora: non solo dobbiamo digerire una cosa del genere, ma ci si apre innanzi lo spettro inquitante e costosissimo (tanto paga il contribuente) di eventuali elezioni anticipate. Non bastava lo spettro delle politiche del 2013: noi sventurati residenti in questa ridente regione Lazio (alla cui amministrazione regionale finiscono sempre - chissà perchè - personaggi travolti da scandali di vario tipo - ma ormai siamo abituati a questo) abbiamo davanti a noi l'incubo delle elezioni amministrative. 

Parlo di incubo perchè almeno io ho delle enormi difficoltà ad esprimere un voto, una preferenza. Non preferisco nessuno. Nessuno di questi partiti mi sembra che abbia la benchè minima legittimazione a ricevere il mio modesto voto. Oggi votare un certo partito, un certo candidato può significare non tanto fornire un sostegno politico o una convinzione politica, quanto esprimere una forma di "complicità".

Sono arrivato a questo perchè, dopo queste vicende spaventose a livello regionale ed anche nazionale la democrazia elettiva filtrata da questi partiti mi sembra che abbia subìto uno stravolgimento di senso. "Votare" non significa oggi scegliere da chi farsi "rappresentare", ma scegliere da chi farsi "derubare". Questa non è più una "Democrazia Rappresentativa", ma una "Democrazia di Rapina Sistematica" (rapina nelle tasche dei cittadini onesti, .rapina della qualità della vita complessiva - sanità, istruzione, urbanizzazione - rapina delle risorse del territorio, rapina del presente, del passato e del futuro).

Finchè avremo questi partiti e questi personaggi scelti dalle segreterie di partito saremo certamente liberi di scegliere; sì, ma liberi di scegliere da chi farsi derubare.

venerdì 21 settembre 2012

Non ci sono più parole...

Non ci sono più parole per descrivere questa politica "suina" che il nostro sfortunato Paese deve sopportare. Ovviamente non è compito del sottoscritto fare valutazioni di tipo "giudiziario" su quanto avviene nei "postriboli" della politica, con gli ultimi avvenimenti accaduti ad esempio alla Regione Lazio. 

Il problema non è tanto quello "giudiziario" che magari esisterà pure: il problema è che ogni volta che vengono a galla queste situazioni, emerge contamporaneamente la nullità di questa pseudo-umanità chiamata a gestire, in un modo o nell'altro, la cosa pubblica. Non è certo il primo episodio di trimalcionismo politico che dobbiamo digerire e probabilmente non sarà l'ultimo. Quello che è accaduto a Roma è semplicemente un "incidente" occorso durante la guerra intestina tra feudatari che sta dilaniando un partito politico. Tutto qui.
 
Il fatto è che dobbiamo sempre digerire tutto, senza battere ciglio. Del resto questa gente il più delle volte l'abbiamo votata noi e quindi ce la dobbiamo tenere. Ma è mai possibile che non si riesca a venir fuori da questo vicolo cieco in nessun modo? Possibile che non si riesca ad immaginare un futuro dove la politica venga fatta da persone diverse da queste? Come è possibile che, alla fine, tutto questo ci possa andare bene?

Cosa credete? Se qualcuno si sorprende di questi fatti o di come "vanno le cose" (nelle regioni, comuni, province, ministeri, enti pubblici vari ecc...) o è un ingenuo o è in malafede. Tutti sanno e tutti sono complici come nel peggiore regime comunista dell'Europa Orientale degli anni '80. E allora alle prossime elezioni (politiche o amministrative che siano) ci ritroveremo con i soliti personaggi o cloni dei soliti personaggi e, come sempre, saranno premiati da una valanga di voti. E allora teniamoci le nostre scuole pericolanti, gli ospedali fatiscenti, gli incapaci, le opere pubbliche costosissime ed incompiute, lo scempio sistematico del territorio, le strade sfondate, la perdita del lavoro, l'assenza di un futuro per i giovani, i servizi sempre più ridotti al minimo ed inefficienti... 

Noi "i senza potere" siamo sempre più con l'acqua alla gola, mentre "loro" brindano a champagne e caviale. 

P.S.
Caro Sig. Monti Mario. Come vede i soldi in Italia ci sono e facilmente è possibile drenarli per usi di certo migliori dell'acquisto di ostriche e battone.

lunedì 10 settembre 2012

Being a priest as a job

September in these days is giving us very pleasant evenings: it's a great pleasure sitting under an olive tree  discussing with some firends, drinking a glass of wine with a fresh air of the evening at the sunset. These conversations may become the occasion to exchange ideas, suggestions and thoughts.

Last evening I was discussing with some friends about the absolute lack of opportunities for young people in Italy: they not only find severe difficulties in finding a job but also in having the possibility to show their talents and individual skills. The destruction of the education and university system, the presence of a corrupt political class have created a "desert". The first rather obvious reply to this desert could be leaving Italy not only to find a job to also to find a consideration for his own skills living in a normal country.

Nonetheless this desert and absolute lack of opportunity could make the possibility to become a priest a viable solution in finding a job in Italy. This crisis and recession (which in Italy are likely to show severe implications for the presence of high corruption in politics) may render the vocation for the priesthood a possibile way out from unemployment in Italy.

Young men/women: cannot find a job? Become a priest or a nun. Why not?

The italian political class is thus driving us back to the XV century when a lot of people decided to become a priest to escape poverty as is presently happening in many developing countries.  When you have no alternatives, you may become a priest.

Surely, this is a paradox, but just thinking it over, it could be something quite realistic: the crisis in the religious vocations in the catholic church in Italy is a real "open door" for the future. We should develop a sort of "vocation index" to verify these trends in the future.

Being a priest means having a good job. If something goes bad, you risk to be sent in some ghetto in a big city with criminals, pushers, prostitutes and drugs addicts. But nobody can force you the stay there. If everything goes well, you may be sent in a parish in the country: good places, good people, good food. 

With regards to sex, well don't worry. We all know that it's not a serious problem...

Faith is not a problem just looking at the vatican hierarchy. So you can start as a simple priest, but the carrier may involve becoming a bishop or a cardinal.

And finally, there is also the risk to become the boss of the entire firm...


Il mestiere del prete

Sono queste di settembre delle serate bellissime. Non fa troppo caldo, si sta bene ed è un piacere chiacchierare sotto un ulivo con qualche amico, una bottiglia di vino, un'arietta che stimola la conversazione. Ed è proprio durante queste serate di settembre e le relative chiacchierate sotto l'ulivo che vengono fuori idee, riflessioni considerazioni avolte sciocche, a volte banali altre volte più serie e paradossali.

Si discuteva, durante una di queste recenti chiacchierate, della totale assenza in Italia di opportunità per i giovani, di lavoro, di prospettive: non solo non si riesce a lavorare, ma non è possibile nemmeno far valere i talenti e le capacità individuali. La distruzione della scuola, dell'università e della ricerca scientifica, la presenza di una classe politica corrotta, senza scrupoli e capacità cognitive-intellettive hanno creato un deserto esitenziale: a questo deserto la prima reazione proponibile è la fuga. Andare via dall'Italia è la strada oggi più semplice non solo per trovare un lavoro, ma anche per avere quella considerazione e quelle possibilità di dimostrare quello di cui si è capaci. 

Ebbene, viene da pensare che questo totale deserto di opportunità possa, in un modo o nell'altro, renderedi nuovo appetibile il lavoro del prete. Vuoi vedere che, perdurando la crisi assoluta e senza speranza in cui versa l'Italia, la carriera ecclesiastica possa diventare un'opzione percorribile? C'è da attendersi allora nel prossimo futuro un boom di vocazioni "Made in Italy"?

Giovani d'Italia, non trovate lavoro? Perchè non fare il prete o la suora?

Insomma, questa classe politica da due soldi ci potrebbe mandare indietro nel tempo di almeno quattro secoli quando nelle famiglie si spedivano i figli nelle varie direzioni lavorative (tu studi, tu hai la terra, tu fai il soldato, tu vai in seminario e diventi prete/suora). Similarmente questa medesima squallidata umanità che dice di occuparsi di politica sta trasformando l'Italia come uno di quei Paesi del Sud del mondo che attualmente forniscono le braccia e le teste alla chiesa cattolica per sopravvivere alla fame, alla miseria, alla mancanza di alternative. 

Bisognerebbe sviluppare un "vocation index" per tenere sotto controllo qeusti eventuali trend correlando miseria, povertà, disoccupazione e crescita delle vocazioni. Ci debbo pensare e farlo prima o poi.

Fare il parroco vuol dire aver un buon lavoro, un tetto sulla testa, un piatto di minestra tutti i giorni. Se ti dice male finisci in qualche borgata in mezzo ai tossici, ma come diceva Don Abbondio (una figura che potrebbe tornare in auge molto presto) "uno il coraggio mica se lo può dare" e glissi. Se si è più fortunati magari ti può toccare una bella parrocchia in campagna: aria buona, buona qualità della vita, diventi insomma uno "Slow Priest".

Per quanto riguarda il sesso, mi pare di capire che alla fine non è proprio un gran problema: come del resto non lo è mai stato in passato.

Certamente quello di cui parlo è un paradosso, ma pensandoci bene alla fin fine mica tanto: visto che quella militare è inflazionata come tutte le altre, la carriera ecclesiastica (in perenne carenza di vocazioni italiane) si presenta come una possibilità: visto poi il profilo non proprio esemplare dei vertici vaticani, si evince chiaramente che la fede se c'è è meglio, ma se non c'è non importa. I più scaltri, fortunati e smaliziati possono anche sperare di scalare le vette vaticane cosa che vuol dire potere, lusso, scarso impegno. 

Eppoi, hai visto mai, c'è anche il rischio di diventare il capo di tutta la baracca...

martedì 4 settembre 2012

The New Economics Foundation

In my continuing effort to look for, find and diffuse ideas and proposals to stimulating "change", I have found this site which maybe could be useful.

New Economics Foundation is a think-tank where it is possible to find documents and ideas.. Just examine it...

The New Economics Foundation

Nel mio sforzo continuo di cercare, trovare, diffondere idee e spunti per stimolare il "nuovo" e far circolare proposte, ho trovato questo sito che può essere di un certo interesse.

Si tratta del New Economics Foundation un think-tank dove è possibile reperire documenti e idee. Da analizzare e studiare...