mercoledì 29 settembre 2010

Quando lo sviluppo locale marcisce...

Spesso ho sottolineato dalle pagine di questo blog, l'importanza cruciale dello sviluppo locale e del ruolo essenziale degli amministratori locali, anche dei piccoli e piccolissimi comuni, per far crescere la qualità della vita delle comunità locali e per tutelare i beni pubblici (tra cui in primo luogo l'ambiente naturale e le sue risorse). In breve ho sempre pensato che il ruolo di sindaco o di assesore in un piccolo comune dell'appennino sia molto, ma molto più importante e rilevante, della scialba e inconsistente (nonchè irresponsabile) figura del parlamentare. Un buon parlamentare conta poco o nulla, ma un buon sindaco può fare veramente molto. Al contrario un pessimo sindaco può avere effetti devastanti.

Le recenti notizie sulle indagini relative ad accuse e sospetti di truffe, corruzioni e concussioni nelle Cinque Terre (Comune di Riomaggiore) con il coinvolgimento del presidente del Parco delle Cinque Terre. di un sindaco, di un capo dei vigili urbani, di un geometra, ingegneri, funzionari, impiegati evidenziano ancora una volta la criticità della politica e dell'amministrazione locale.

Al di là del caso specifico, torno a sottolineare che troppo spesso le comunità locali non dispongono di amministratori all'altezza delle situazioni, aventi una scarsissima o nulla alfabetizzazione di sviluppo locale, molto o troppo sensibili a speculazioni di ogni genere, troppo vulnerabili alle pressioni di lobbies e grupppi di pressione in particolare i palazzinari e i signori del mattone. Bisogna prestare tantissima attenzione agli uffici tecnici dei comuni: sono diventati, ahimè, il vero ed unico snodo di potere delle piccole amminstrazioni per le competenze che detengono, i quattrini che possono far girare e per il potere che, direttamente od indirettamente, esercitano.

Spesso, alla fine, bisogna difendersi dal potere tentacolare e pervasivo degli uffici tecnici fuori controllo che oggi sembra capace di travalicare qualsiasi limite politico e di partito. Non è infatti una questione di partiti: quando si tratta di cannibalizzare il territorio non c'è destra o sinistra o liste civiche che tengano.

Paradossalmente da un apparentemente innocuo piano regolatore, e dalla capacità di farlo rispettare o violare sistematicamente con deroghe più o meno tacite, dipendono le possibilità di sviluppo presenti e future e la stessa quailità della vita delle comunità che vivono in quelle zone.

In tante, troppo aree rurali italiane questi signori fanno quello che più o meno gli pare e piace e tutti noi abbiamo sotto gli occhi gli effetti devastanti di questa situazione. Un caso in più in cui siamo testimoni e complici colpevoli.

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