mercoledì 13 gennaio 2016

Il monopolio della disonestà

La politica italiana presenta un grado di squallore e di meschinità senza limiti. 

Invece di rammaricarsi per i tentativi di infiltrazioni malavitose in una forza politica (sia pure a livello locale), i politici italiani concorrenti a questa forza politica sghignazzano e se la godono: manco gli pare vero! 

Non voglio prendere le difese di alcun movimento politico, ma questi politici cinici e privi di qualsiasi vergogna sembrano dire: "siamo tutti uguali e nessuno è senza macchia: nessuno ha il monopolio dell'onestà". E questo confermerebbe, secondo questa teoria cinica e meschina, che la politica italiana è senza rimedio, senza possibilità di redenzione, senza speranza e che tutta la politica, ma proprio tutta, ha solo il monopolio inevitabile ed ineluttabile della disonestà.


2 commenti:

fiore2013 ha detto...

Sì esatto e ciò che è più sconfortante non sembrano neanche rendersene conto. E' simile a quello che succede in molte scuole, invece di ammirare i più bravi e sperare di superarli, li si mettono in ridicolo cercando di escluderli o portarli in basso. I "fighi" non sono i migliori, è più "figo" distinguersi in negativo.

Carmelo Cannarella ha detto...

Questa diffidenza verso il talento, verso qualsiasi forma di accelerazione in avanti, (il tutto poi si traduce in insofferenza verso la diversità, verso coloro che non si adeguano) ci è stato detto, è sempre esistita. Che anche la scuola soffra di questo problema, ci è stato detto, è un fatto che è sempre accaduto. E mi può stare bene.

Il fatto è che tutto questo si stratifica sistematicamente nel corso del tempo, con il passare delle generazioni. Da noi questa condizione è oggi diventata una forma di governo, non un incidente della Storia. Si è creata una società di persone strutturalmente "nella media": ovvero il consumatore perfetto, strutturalmente immaturo, ignorante, disinformato, inconsapevole e facilmente manipolabile. Sintomatico di tutto questo è il disprezzo che esiste nei confronti della cultura, anche quando a parole pomposamente si afferma il contrario.

Questa condizione si trasmette su tutti i livelli della vita tra i cui la dimensione politica su due livelli distinti ed interconnessi.

Da una parte siamo considerati dei "bambini incapaci", che necessitano di essere guidati e convinti dall'alto: siamo considerati tali perchè ci hanno convinto che siamo degli "incapaci" e in tal modo ci comportiamo. Nello stesso tempo da questa società di basso profilo deriva quella stessa classe politica e amministrativa che gestisce la cosa pubblica. In particolar modo parlo dell'Italia perchè è la realtà che conosco meglio. Il basso profilo in questo senso si traduce in una classe dirigente fatta di incapaci, sciacalli, soubrettine, camerieri mancati, fantasisti e guitti di ogni sorta.

I ladri e i mascalzoni in politica ci sono sempre stati. Figuriamoci. Ma se pensiamo a figure come De Gasperi, Togliatti, Nenni, La Malfa, Moro, Saragat, Pertini e via discorrendo e osserviamo la fauna politica che ci circonda percepiamo un gap spaventoso. La nostra società è incapace di produrre una figura di spessore, non solo in politica, di nessun tipo per via di questa spirale verso il basso che sembra inarrestabile. E c'è da dire che se non si inverte questo processo, un domani rimpiangeremo i guitti che ci governano oggi.

Ci dobbiamo indignare? OK: e poi? Ci dobbiamo opporre? E come: fare la solita figura degli sfigati e dei trombati? Ce ne dobbiamo andare come fanno tanti giovani? Le intelligenze sono in fuga e la stupidità rimane peggiorando il quadro generale... Francamente non so dare una risposta a queste domande. Ma per esperienza - dato che mi ci sono trovato per puro caso - ho assistito al crollo repentino di regimi che nell'Europa dell'Est sembravano indistruttibili. E se sono crollati quei regimi, può essere che qualcosa in futuro cambierà qualcosa anche in queste tristissime lande...