Posti di fronte ad un abisso abbiamo due possibilità: guardare verso il basso e precipitare oppure rivolgerci verso l'alto e imparare rapidamente a volare.
Cose che odio: le persone serie, le false bionde, lo storicismo, gli astemi, i furbi, i delitti per onore, il titolo di dottore... (D. Buzzati)
venerdì 25 gennaio 2019
mercoledì 23 gennaio 2019
Nicholas ha smesso di piangere
Non si può competere
con la stupidità. La si può combattere, contrastare, prevenire ma non è
possibile scendere al suo livello e pensare di farla franca. Non si può
ragionare dialetticamente con la stupidità perché non ci si spiega e per farsi
capire dagli stupidi bisogna sragionare e parlare come loro. La dialettica è un
lusso possibile solo con chi è in grado di articolare un pensiero proprio,
critico.
La stupidità si fonda
sulla riduzione, sulla banalizzazione e non sulla semplicità. Ciò che è
semplice non è stupido: ciò che riduce tutto a bianco/nero, buono/cattivo,
noi/loro ecc… è tendenzialmente stupido. La stupidità non fa differenze ma
discrimina, pesca nel mucchio a casaccio, non ha dubbi, non conosce critica. L’intelligenza
è fatta di sfumature, di dettagli.
La stupidità è veloce perché
non necessita di sforzo intellettivo per articolarla. Non si studia per esser
stupidi: si apre la bocca e gli si dà fiato. Il pensiero stupido è immediato e
non implica introspezione mentre un pensiero intelligente, anche una buona
intuizione, richiede tempo, preparazione, applicazione, impegno e sacrificio. E' un lavoro lungo e faticoso.
Per questo la
competizione fra intelligenza e stupidità vedrà la prima sempre soccombere perché
la stupidità è l’opzione più facile e meno impegnativa. La stupidità oggi è un
plusvalore proprio per la sua gioiosa immediatezza, per la sua facilità di
utilizzo: la stupidità è rassicurante, è smart,
è user-friendly.
A questo dovrebbe servire avere uno straccio di cultura: fondamentalmente almeno a essere (o perlomeno a sembrare) meno stupidi.
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