mercoledì 20 settembre 2017

Fake Words

Ogni tanto vengo preso da un qualche raptus masochista e mi metto ad ascoltare le dichiarazioni di qualche pseudo-politico nostrano. Sia che si tratti di parlamentari o di ministri, che dovrebbero avere una impostazione più tecnica e specifica in base al ministero di loro competenza, le loro parole suscitano in me sempre la medesima sensazione di pressappochismo, vuotezza, generalità e soprattutto banalità infinita. Si tratta sempre di chiacchiere così insulse (anche magari quando si parla di delicate questioni economiche) e generiche che magari potrei dire io se fossi intervistato a bruciapelo da un giornalista su argomenti come immigrazione, lavoro, scuola, sanità. Di queste faccende so quel poco che una persona qualunque (come il sottoscritto) può sapere e di certo mi rifugerei nel corner del vago più vago che più vago non si può per celare la mia ignoranza o limitata conoscenza. 

Invece lo stesso blabla generico è sempre presente nella bocca del politico che al momento inquina la mia televisione o disturba la mia radio: la cosa fa molto pensare.

In effetti se io faccio un gigantesco giro di parole per aggirare la mia incapacità a fornire una risposta ad una qualsivoglia domanda, ebbene tutto ciò ho un effetto piuttosto limitato provocando danni alla mia sola immagine (faccio la figura da ignorante) non causando conseguenza alcuna data l'insignificanza della mia persona.

Ma quando la vaghezza, la genericità e la banalità sono appannaggio delle dichiarazioni di uomini politici (e pertanto pubblici e quindi rappresentanti di una qualche istituzione) il danno può essere notevole anche perchè con le chiacchiere non si risolvono le questioni che si dovrebbero invece urgentemente risolvere.

Quando si sentono parole del tipo (invento ovviamente...)

"E' indispnsabile individuare tutte quelle misure necessarie a far sì che l'emergenza dell'immigrazione (ma può essere anche disoccupazione, terremoto, alluvione, violenza sulle donne ecc...) possa essere affrontata su una base politicamente condivisa da tutte  quelle forze poltiche che si riconoscono nei valori fondanti la nostra Repubblica ed espresse dalla Costituzione che i Padri fondatori vollero come fondamenta della convivenza civile e democratica di questo Paese. Solo attraverso una condivisione aperta e la più ampia possibile di questi valori, sarà allora possibile costruire quelle riforme oggi indispensabili per rendere l'Italia un Paese moderno in cui tutte le espressioni della società, tra le quali quelle più deboli e quindi esposte maggiormente alle pressioni del cambiamento sociale che la globalizzazione ha da tempo imposto ai mercati, posano trovare una loro... ..."

"Le turbolenze dei mercati e le relative conseguenze sui settori finanziari e bancari, necessitano di provvedimenti idonei ed adeguati alla problematicità della condizione che le nuove prospettive delineatesi con i recenti incontri, tali da garantire quella stabilità e solidità agli agenti del settore che attualmente si trovano a fronteggiare condizioni di crisi che difficilmente potevano essere previste con gli strumenti che il legislatore ha inteso predisporre..."

"La soluzione della disoccupazione, in particolare quella giovanile, richiede un impegno forte di tutte le compontenti del mondo produttivo, imprenditoriale e politico per far sì che si possano creare quelle condizioni tali da determinare una crescita e quindi un rilancio dei settori in cui il Made in Italy trova le sue principali espressioni con evidenti positive ricadute in termini occupazionali e salariali..."

Cosa significa tutto questo? Nulla. Se io faccio un discorso del genere vengo preso quanto meno per scemo, ma se è il rappresentante di una carica importante dello Stato fa tutto un altro effetto e nessuno trova nulla da obiettare. Anzi.

Il problema non è solo quello della perdita di significato. Quando non si sa cosa dire perchè non si ha nulla da dire (o non si è in grado di dire nulla) è evidente che l'idea stessa di "significato" svanisce. Non c'è politica, non ci sono politiche, non ci sono significati, valori, idee da trasmettere. 

Il problema più grande, secondo me, è che parole che dovrebbero esprimere concetti cruciali come democrazia, partecipazione, uguaglianza, lavoro, dignità, integrazione, accoglienza, occupazione-disoccupazione, diritti-doveri, scuola, formazione, fascismo-antifascismo, comunismo, socialismo e via discorrendo sono diventate solo un mezzo per mettere in piedi delle sagome di polistirolo, dietro cui provvisoriamente nascondersi, per coloro che ci hanno costruito, e ci stanno costruendo, la professione fantasma del politico, la loro carriera politica. Stop

Tutte queste parole, che hanno un loro peso, valore e contenuto, vengono sistematicamente svuotatate e snaturate da un uso spregiudicato ed ignorante tale da renderle inservibili. Quando costoro parlano di questi concetti utilizzando a sproposito queste parole in modo viscido, fluido e torbido riescono anche a far perdere il senso vero di queste stesse parole perchè vengono da loro impegate solamente in modo strumentale ai loro scopi.

Insomma oltre le fake news si celano le fake words...

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