Ieri sono stato in piazza a Viterbo a vedere Beppe Grillo ed i candidati di M5S. Era piuttosto freddo e pioveva a dirotto. Nonostante questo la piazza era gremitissima.
A parte i discorsi dei candidati, la presentazione del programma del Movimento e l'intervento di Grillo, vorrei sottolineare alcune cose.
Chi c'era in piazza?
C'era tanti giovani, ma anche persone anziane, donne, famiglie intere con i bambini: chi ha mai visto una cosa del genere agli happening dei partiti? C'era la cosidetta "gente comune", quella che con la sua forza fisica tiene ancora in piedi quello che resta di questo Paese. Ho visto "signore", che conosco personalmente, da definire "insospettabili", gridare con rabbia "Basta!", "E' ora di finirla!", "Mandiamoli a casa!" e via discorrendo. C'erano anche tanti giovani di età inferiore ai 18 anni, che quindi non voteranno: ma anche loro erano in piazza perchè la questione non è quella del "voto in sè", ma di definire che strada prendere per ricominciare a costruire un futuro. E loro questo lo sanno e ci vogliono essere. La Nomenclatura non ha capito nulla di tutto questo.
C'era chi non ha lavoro, chi lo aveva e non lo ha più, chi non riesce più a far quadrare il bilancio familiare, chi ha il disgusto per le furberie, i furti di regime, gli inganni, i soprusi. C'era anche chi si è stufato di questa chiesa cattolica rapace che non rappresenta più nulla e che ci dobbiamo portare dietro come un cadavere legato alle costole, con i suoi veti, i suoi divieti, la sua etica fatta solo di "no": anche di questo la gente è stufa.
Si tratta insomma dei cosiddetti "Sommersi" dalla Nomenclatura, o per lo meno quelli che la Nomenclatura crede di aver sommerso. Ma questi Sommersi non stanno lì a farsi più sommergere. Sono quelli che sono stati esclusi dalla cosiddetta "fabbrica del consenso" ovvero quelli che non hanno nulla da chiedere e da ottenere dalla Nomenclatura. Non rientrano nel meccanismo del voto di scambio: anche perchè la Nomenclatura non ha più nulla da dare: e la gente ora lo sa.
C'è un grande desiderio di "Salvezza".
Lì, in migliaia, tutti stretti sotto gli ombrelli, senza fare casino, senza problemi: pacificamente siamo arrivati come ad una grande festa ed altrettanto ordinatamente ce ne siamo tornati a casa.
Chi non c'era in piazza?
Mancavano sicuramente gli evasori fiscali, i birbaccioni che siedono al tavolo della Nomenclatura, i palazzinari e gli speculatori. Quelli che raccolgono le briciole più o meno grandi che cadono dal tavolo della Nomeclatura.
Mancavano i manager, i consulenti fiscali, il top management delle banche, gli esperti finanziari, i "signori" degli investimenti, dei derivati e delle borse: insomma tutti quelli che guadagnano i soldi con i soldi degli altri, coloro che non sanno che significa lavorare per davvero e che anzi ci hanno distrutto l'economia reale con i loro giochini con Monopoli.
Non c'erano le signore gnègnè con il cagnolino al braccio e i gran fichi abbronzati di lampada, i Marialuce e Giampietro (dei Soliti Idioti), quelli con la macchina ganza ed il SuperPhone ultima generazione ("sennò mi vergogno ad uscire di casa"), quelli che la politica la seguono dalle riviste di moda e dall'estetista.
Non c'erano gli Arlecchini dalla casacca di mille colori sempre pronti a stare dalla parte del vincitore, chiunque esso sia: hanno simpatia per Bersani, ma fanno l'occhiolino a Monti, sempre fedeli a Berlusconi, vicini a Casini, concordi con Vendola ("Peccato per quel vizietto", mi disse uno di questi "sennò lo voterei pure..."), in sintonia con l'estrema destra ("Ah! Quando i treni arrivavano in orario"), in linea con le battaglie laiche dei Radicali e via discorrendo. Odiano il Vaticano, ma sono sempre in prima fila in chiesa (anche se non gliene frega nulla), perchè "non si sa mai...".
Non c'erano quelli che hanno tutto, ma proprio tutto intestato ad una ditta, ad una Srl, ad una S.p.a. Una volta chiesi ad uno di questi (manager finance and fund o cretinate del genere):
"Bellino 'sto pupo! E' tuo figlio?"
e lui, "Non proprio, l'ho intestato ad una s.r.l.: sai per il fisco...". Pure le chiappe, moglie e figli hanno intestati a società di comodo...
Non c'erano quelli che si sentono "I Salvati", ma che in realtà la Storia è pronta a sommergere.
Tutta questa umanità unta è rimasta a casa a guardare la TV: sennò rischiavano di "sporcarsi" e, con tutta la pioggia che è venuta giù, rischiavano pure che gli si rovinava la messa in piega, la tinta dei capelli o si bagnava il giaccone pagato 2000€.
Che dire in generale di questa serata sotto la pioggia?
Io credo che tra la gente ci sia molto, ma molto risentimento contro la Nomenclatura (di sinistra, di destra e di centro). Grillo fa leva su questo sentimento diffuso che finora non ha trovato sponda in alcuna organizzazione politica. Alla gente importa fino ad un certo punto il contenuto del programma del M5S e di sapere chi sono e cosa faranno i candidati. La gente scende nelle piazze per manifestare la propria rabbia e per sostenere chi dà voce a questa rabbia.
La gente è terribilmente delusa da un'umanità che ha messo le mani sulle istituzioni pubbliche e le ha gestite come una cosa privata.
La gente è stanca di essere trattata come polli in batteria. E' stanca di fare i salti mortali per consentire alla Nomenclatura e al mondo dei maneggioni della finanza di festeggiare e di ingrassare alla faccia di tutti.
La gente vuole recuperare un senso di dignità.
La gente è stanca della società dei "favori" che prevale regolarmente sulla società dei "diritti"
Le persone vogliono tornare fondamentalmente ad avere rispetto per sè stesse.
Non tutti sono disposti, come i fund and financial consultants, le signore gnègnè con il cagnolino o i top stock manager, a vivere perennemente con le braghe calate pronti a vendersi al primo che passa pur di stare a galla.
L'orgoglio e la dignità, contro il servilismo e l'opportunismo di qualsiasi matrice politica.
La gente vuole mettere della sabbia nell'ingranaggio perverso del saccheggio economico e sociale che attualmente è la forma di governo imposta a questo Paese: punto e basta. Le famiglie e i giovani vogliono fermare il vapore e ricominciare da capo: poi si vedrà. Intanto, ora, bisogna fermarli: questo è quanto la gente vuole.
Per alcuni aspetti, mi è sembrato di rivivere i fatti dell' 89 nell'Europa Orientale, fatti a cui ho avuto modo di assistere. La stessa delusione, la stessa felicità di stare tutti insieme in piazza e di essere piazza non perchè ti ci hanno portato con i pullman e ti regalavano il pranzo, ma solo perchè volevi esserci.
"Wir sind das volk!", "Noi siamo il popolo!" si gridava allora contro la Nomenclatura dell'Esteuropa. E mai come oggi questo slogan contro la Nomenclatura di casa nostra mi sembra di grande pertinenza per il presente ed il futuro in Italia.