lunedì 21 gennaio 2013

Gli Impresentabili

Ma voi votereste un candidato (in qualsivoglia carica elettiva) che risulta essere indagato dall'autorità giudiziaria? Io no, però per molti miei concittadini la cosa non è così scontata.

In questi giorni di campagna elettorale non si parla d'altro: cosa fare dei candidati impresentabili? Sono presenti un po' ovunque e creano un certo imbarazzo nelle segreterie dei partiti. Ovviamente al concetto di "impresentabile" sarebbe necessario attribuire una definizione ben precisa perchè, a mio parere, il candidato "impresentabile" è tale per una serie svariata di motivi. Certo, un inquisito non dovrebbe candidarsi ad una carica pubblica, meno che mai sedere in Parlamento. Una cosa così ovvia in qualsiasi Paese democratico, non è così scontata in Italia. 

E poi ci sono molte persone che secondo me sono comunque indegne di candidarsi perchè ad esempio sono incompetenti, eticamente indegne, amichi degli amichi, parenti dei parenti oppure inadeguate a ricoprire certi incarichi. La cronaca è piena di esempi di persone prestate alla politica che avrebbero fatto meglio a dedicarsi ad altro (sfilate di moda di biancheria intima, videogames, gratta&vinci, caccia e pesca e via discorrendo). 

"L'impresentabile" è un caso che meriterebbe di essere studiato in modo approfondito per svariati motivi. 

Innanzitutto le segreterie dei partiti sono sempre all'oscuro di queste cose: chissà perchè. E' ovvio che una persona indegna non solo non devrebbe essere candidata, ma dovrebbe essere tenuta alla larga da un partito politico "onesto". E invece no: stanno sempre lì e sono persone di notevole peso. Attenzione perchè per impresentabile intendo anche i grandi e piccoli voltagabbana, gli sciacalletti della politica, che, in quanto tali, sono facilmente riconoscibili (sono ex-di-tutto). Eppure le segreterie cadono sempre dalle nuvole...

Gli "impresentabili" poi portano voti: tanti voti E qui, come sempre, propongo un cambio di prospettiva. Un inquisito o uno sciacallo della politica sono ben noti nei propri collegi proprio per essere tali. Come è possibile che ci siano centinaia o migliaia di persone disposti a votarli?

Questo è il grande vulnus della democrazia italiana. Esiste una frangia non indifferente dell'elettorato italiano che non è libera di votare come crede. L'impresentabile ha sotto di sè una piramide di persone variopinte che, per molte ragioni, dipende totalmente dall'impresentabile per la sua sopravvivenza. Chi per motivi loschi, chi perchè ha necessità e viene preso per la gola, ebbene tutte queste persone devono sostenere l'impresentabile altrimenti cade tutto...

Finchè rimane questa struttura piramidale le elezioni rimangono, per una buona parte, una discreta burla. E gli impresentabili saranno sempre lì al loro posto. Certo, anche per salvare la faccia, una piccola parte verrà apparentemente messa da parte, un'altra farà come sempre il suo ingresso trionfale in Parlamento. Attenzione però che i cosiddetti "impresentabili-messi-da-parte" verranno di certo piazzati altrove perchè comunque hanno un peso e non possono sparire del tutto: vengono "silenziati" ma di certo non de-potenziati.

Con questo sistema quindi cambieranno pochi nomi, ma gli impresentabili faranno sempre una parte non secondaria nello squallido panorama politico italiano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

«L'impresentabile ha sotto di sè una piramide di persone variopinte che, per molte ragioni, dipende totalmente dall'impresentabile per la sua sopravvivenza. Chi per motivi loschi, chi perchè ha necessità e viene preso per la gola, ebbene tutte queste persone devono sostenere l'impresentabile altrimenti cade tutto...

Finchè rimane questa struttura piramidale le elezioni rimangono, per una buona parte, una discreta burla. E gli impresentabili saranno sempre lì al loro posto.»

Molto efficace, questa descrizione. E in mancanza di un articolo costituzionale che faccia coincidere impresentabile con "incandidabile" e "incompatibile" occorre che si cominci a trovare un rimedio, a rompere i cordoni, a far crollare la piramide.
Secondo me, dobbiamo capire che:
- dobbiamo riprenderci il tempo (convertendo il denaro in tempo, che non è tassato);
- dobbiamo riprenderci il sonno (convertendo il denaro in benessere e risparmiando così sulla sanità).
In questo modo, possiamo riacquistare il benessere perso negli ultimi 60-70 anni, che ci permetteva ancora di essere in grado di fare delle scelte.

Se i padri costituzionalisti non avevano previsto che gli impresentabili sarebbero diventati i candidati modello, forse il motivo sta nel fatto che credevano che esistesse una qualche forma di istinto di sopravvivenza che avrebbe impedito alla gente di votare chi avrebbe pensato al loro male e non al loro bene.
Ma qualcuno ha ben pensato di sottrarci il tempo e di trasformarlo in denaro e di toglierci il sonno per toglierci la forza di pensare. Consapevolmente, andiamo a votare chiunque faccia qualcosa al posto nostro, qualsiasi cosa, perché noi abbiamo perso le nostre forze e con esse la nostra capacità di decidere.
«Fai quello che vuoi, ma basta che mi lasci in pace...»

Carmelo Cannarella ha detto...

Una società che ha elevato l'individualismo e la creazione di bisogni totalmente inutili a paradigmi assoluti per la conduzione di un'esistenza, non riuscirà mai a comprendere che l'unica risorsa di valore (in quanto scarsa per definizione) è il Tempo e la sua qualità. Il ben-esistere è fatto di cose semplici, purtroppo troppo semplici per essere prese in considerazione dagli "esperti", dai manager, dai politici, dai professori e dagli economisti.

Le grandi città italiane sono concepite apposta per annullare le persone e le "relazioni": sono infatti le "relazioni" che danno un senso al nostro tempo perchè noi non vivamo in funzione del nostro "io", ma di un "noi" che non è la somma algebrica di tanti "io", ma possiede un valore aggiunto.

Le città (antiche) e soprattutto i borghi sono la materializzazione fisica di un "noi". Un tempo tutti erano chiamati direttamente alla gestione della "res publica" (la cosa di tutti): dalla pianificazione urbanistica, i diritti-doveri della comunità, la sicurezza... Negli ultimi 50 anni l'Italia, che già possedeva una fragile identità nazionale, ma una forte identità locale, si è totalmente "sradicata" e, peggio del peggio, la dimensione locale è stata pure maldestramente strumentalizzata per fini politici. Nessuno si riconosce più in alcuna forma di "noi" a meno che non sia una squadra di calcio. Ciò significa non avere più relazioni e, di conseguenza, una responsabilità nei confronti di chicchessia.

E la squallida politica italiana è specchio e frutto di tutto questo.

Non solo ci derubano quotidianamente dei nostri soldi, del nostro tempo e delle nostre esistenze (per mantenere i loro privilegi), ma ci hanno rubato la nostra cultura (che è considerata solo una voce di spesa) e le nostre identità.

Questo scalognatissimo Paese potrà risorgere solo dai piccoli borghi, dalle pievi, dal "PAGUS", in senso latino del termine, in cui ciascuno ha e sente una radicata responsabilità diretta del luogo dove vive e lavora: e questo in prima persona. Altro che "ci deve pensare il Comune"!