Ci sono alcuni eventi della storia che accadono all'improvviso, anche se magari preceduti da una serie di situazioni di crisi più o meno latente: sono eventi che di solito implicano forti choc nell'opinione pubblica che, proprio per questa condizione di crisi improvvisa, solitamente tende a reagire, a manifestare e a opporsi dove necessario. E' il caso ad esempio delle grandi crisi e rivoluzioni del '900 o lo stesso 68. Ci sono segnali nell'aria di qualcosa che sta per esplodere: e infatti prima o poi la situazione esplode.
Ci sono poi delle catastrofi che si sviluppano piano, con una lentezza quasi impercettibile: la loro lentezza nel progredire fa sì che non si riesca nemmeno a percepire ciò che sta accadendo o la china che si è imboccata. Questo lento logorìo fa sì che nonostante ci siano i germi di una catastrofe incipiente e fondamentalmente evidente, tutto appare ancora come normale a causa di una forma di assuefazione ed anestesia sociale. Queste sono le catastrofi più pericolose.
E' quello che sta accadendo in questi ultimi decenni. L'intera umanità ha imboccato una strada senza uscita verso un baratro immane sotto il profilo ambientale, energetico, sociale, politico, economico e finanziario, ma tutto questo avviene, nonostante le notizie che quotidianamente ci arrivano sul cambiamento climatico, sulle migrazioni dovute alla miseria, all'esaurimento progressivo delle fonti energetiche convenzionali, all'erosione dell'etica pubblica e delle istituzioni, in un modo lentissimo e appena percettibile ai più.
L'assuefazione rende questi segnali di catastrofe silenti e l'opinione pubblica incorpora questi segnali di catastrofe nella propria quotidianità senza opporvisi in alcun modo fondamentalmente perchè non li percepisce come tali. Nessuno si indigna, nessuno si oppone, nessuno scende in piazza perchè non se ne vede il motivo reale. Anzi si attribuisce più potere proprio a coloro che intendono spingere sull'accelleratore verso il baratro perchè appiaono come i garanti dello status quo. L'opinione pubblica non vuole cambiare e i tanti negazionisti ambientali e i demolitori delle istituzioni democratiche fanno leva proprio su questa condizione di anestesia collettiva per accusare gli avversari per l'appunto di "catastrofismo". Quindi, a parte qualche gesto sporadico, isolato ed insignificante, continuiamo a fare come abbiamo sempre fatto.
Qualcuno è anche arrivato ad auspicare che questi segni silenziosi e latenti di catastrofe possano finalmente diventare espliciti in modo tale da scuotere l'opinione pubblica: una serie di catastrofi "emancipanti". Francamente preferirei non arrivare a tanto anche perchè almeno personalmente che stiamo correndo all'impazzata su un treno senza guidatore lungo un binario morto mi sembra già piuttosto evidente.